Santena e l’Ospedale nel Piano Strategico Metropolitano, puntata 77

SANTENA – 8 luglio 2017 – Quanto vale per la Città Metropolitana la Zona Chierese-Carmagnolese e il suo sistema ospedaliero, agricolo, museale, ambientale, logistico, industriale, artigianale, turistico e di mobilità delle persone e delle merci?  Oltre all’Appendino la domanda va fatta ai Comuni e ai Sindaci della Zona. Si preparano le osservazioni al Piano Strategico Metropolitano. Ma come?

 

1) Piano Strategico Metropolitano 2017-19. Il Piano più importante per la Zona omogenea 11 Chierese-Carmagnolese è stato adottato dal Consiglio della Città Metropolitana. Lì sono abbozzate le linee strategiche degli investimenti e della distribuzione delle risorse tra i cittadini e le imprese della Città Metropolitana, compresi quelli che vivono nelle periferie rurali, tra cui rientra Santena. La nostra Sindaca, Chiara Appendino, ha illustrato il documento ai Sindaci che ora dovrebbero presentarlo ai cittadini, alle categorie e ai consigli comunali del territorio perché se ne facciano un’idea e non solo. Perché facciano osservazioni di integrazione e modifica al testo. Nel Piano Metropolitano ci sono molte ombre, ma i Comuni del Chierese-Carmagnolese hanno la responsabilità di non avere ancora un Piano e un’agenda dei progetti. Si spera che nel preparare le osservazioni i Comuni comincino a collaborare davvero. Per saperne di più vedi l’allegato su rossosantena del 25 giugno.

Claudio Martano, sindaco di Chieri

2) Chierese-Carmagnolese in ritardo. L’Eporediese, il Pinerolese e il Chivassese hanno presentato alla Città Metropolitana le loro Agende Strategiche locali e i Piani di Zona Omogenea che sono stati elencati nel Piano Strategico Metropolitano. Per ora la Zona Chierese-Carmagnolese ha fatto nulla! Visti i molteplici interessi che la comunità esprime il ritardo è preoccupante. Interessi che riguardano il nuovo Ospedale e i servizi sanitari territoriali, il sistema tangenziale e ferroviario per la mobilità locale e internazionale, lo sviluppo della logistica, trasportistica e delle attività industriali, commerciali, agricole, ambientali, turistiche, museali e ricettive.

3) Dov’è l’Ospedale nuovo? Dov’è finito? Possibile che il Piano Strategico Metropolitano non ne parli, come se il nuovo ospedale, che ingloba i tre – Chieri, Carmagnola e Moncalieri – non sia parte essenziale del sistema sanitario metropolitano e regionale? Eppure a pag. 121 c’è un intero capitolo, l’VIII, dedicato al Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino (PSRI). L’Ospedalone da realizzare nell’area Avio-Oval che integrerà e sostituirà Molinette, Sant’Anna, Regina Margherita e CTO.  Sarà bene che i comuni dell’ASL TO5, oltre a litigare sul sito, chiedano alla Città Metropolitana di integrare il capitolo inserendo il nuovo ospedale unico.

4) Cos’è una Zona Omogenea? Più chiaro di così! (dal PSM TO2017 p.22). “… La Città Metropolitana Torinese deve misurarsi con altre realtà metropolitane come Milano e Genova, e insieme a loro deve guardare a Lione, Marsiglia e alle altre grandi aree europee. Per far ciò ciascuna zona deve riconoscere la propria identità e assumere un ruolo definito per collaborare ed integrarsi con le diverse parti del territorio. Specificità e diversità sono valori da difendere. L’accesso a risorse e servizi deve essere equamente garantito a tutti. Solo facendo emergere le “unicità” sarà possibile individuare chiaramente le esigenze dei diversi territori e si potrà operare per valorizzare il ruolo delle parti all’interno della Città Metropolitana To”.

Ivana Gaveglio, sindaca di Carmagnola

5) Agricoltura, sì, ma. (dal PSM TO2017 pag. 78) ”…Sebbene la Regione Piemonte abbia riassorbito gran parte delle funzioni in materia già delegate alla Provincia di Torino, la Città Metropolitana To continua a sostenere il settore agricolo quale elemento cardine nell’ambito della propria funzione di “promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale”. Le iniziative di sostegno al settore sono realizzate con attenzione al contenimento del consumo di suolo di alta valenza produttiva, al preservare la dignità del lavoro (secondo principi di giusta remunerazione di imprenditori e lavoratori), allo scongiurare la chiusura dei piccoli allevamenti concentrati prevalentemente nelle aree più svantaggiate del territorio.)…..”.  Insomma, un po’ poco!  Manca, ma questo è il compito dei comuni della Zona Chierese-Carmagnolese, il sostegno all’orticultura e alla frutticoltura che forniscono cibo fresco e di qualità agli abitanti di Torino e delle comunità della Ex Provincia, oggi Città Metropolitana. Due settori che tra l’altro qualificano le colture del territorio metropolitano esaltandone la biodiversità. Forse è il caso di chiedere come per la montagna un tavolo permanente per la campagna.

6) Cambia il mercato. Nel Pianalto il mercato della frutta e degli ortaggi freschi e di qualità sta cambiando sull’onda delle innovazioni introdotte dai nuovi sistemi informatici, ma non solo. Cambia da quando la ex Provincia, oggi Città Metropolitana, le associazioni di categoria agricole e i produttori locali hanno condotto l’operazione di salvaguardia e tutela dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Da li è venuto ad esempio il salvataggio e il rilancio dell’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto. Intanto anche la logistica della distribuzione e commercializzazione si è evoluta. A Santena l’asparago si compra sempre più in cascina, con il contatto diretto tra produttore e consumatore, saltando l’intermediazione. Anche nel caso dei ristoranti che utilizzano veri asparagi del territorio il rapporto è diretto. Una maggiore garanzia per tutti.

7) Un Museo attuale. La rivoluzione del 1848 vide aumentare il numero di popolani scesi in campo, per chiedere il cambiamento del sistema. La rivoluzione tecnologica e scientifica imponeva all’agricoltura, costruzioni, commercio, industria e amministrazione statale di impiegare nuova manodopera professionalizzata. Cresceva di conseguenza il numero delle categorie sociali e delle nuove professioni e con esse la domanda di nuovi servizi individuali e collettivi. Nuovi doveri e diritti richiedevano nuove leggi, prime fra tutte quelle costituzionali. Cavour in quell’anno complesso entrò nella scena istituzionale, occupando da subito una posizione politica di primo piano. Solo tre anni dopo, con il colpo di Stato del febbraio 1851 di Napoleone III e con la politica Mediterranea della Gran Bretagna, pressata dalla competizione con gli Stati Uniti, si creavano a livello mondiale le condizioni che avrebbero portato all’uscita dalla Pianura Padana dell’Impero Austriaco e all’Unità d’Italia. Queste sono le memorie degli Italiani che il castello-museo raccoglie e custodisce. Santena fin dal 1961 ha avuto un’impronta che non puntava sulle battaglie e sul personalismo, ma sulle dinamiche della storia e della società.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 8 luglio 2017.

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