Santena acqua da tutte le parti, puntata 81

SANTENA – 5 agosto 2017 – La Regione smentita sui tagli al CUP di Santena. Crisi dell’associativismo e del volontariato: base della indolenza politica. Vale di più l’elettore o il cittadino? E più importante l’acqua o l’ondata di calore? Attivismo per il lancio turistico del Castello Cavour.

Antonio Saitta, immagine di archivio

1) Smentite ospedaliere. Nell’attesa del nuovo Ospedale Unico, da quest’anno, dall’11 al 29 agosto, il servizio CUP, Centro Unico di Prenotazione, di Santena è chiuso non per ferie, ma per mancata sostituzione. Finora non era mai successo. Eppure Saitta aveva pubblicamente preso altri impegni. Aveva detto che i servizi territoriali, sarebbero stati addirittura più efficienti. Come al solito è stato smentito. In un colpo solo i servizi erogati ai cittadini sono stati ridotti del 5 per cento annuo. Per 18 giorni non si fanno i prelievi, non si possono prenotare visite specialistiche e non si può fare il cambio del medico di Base.

2) Crisi dell’associazionismo. Oggi un elettore o un non elettore valgono più di un cittadino. Di conseguenza l’associazionismo non controbilancia il partitismo. Chi ne risente è la cultura politica e quindi la democrazia rappresentativa. Se la rappresentanza degli interessi del cittadino si riduce al solo ambito elettorale e individuale, si restringe la dimensione in cui si manifestano gli interessi in campo. Se ciò che conta è solo chi vota o chi non vota è evidente che diminuisce la qualità garantita dagli interessi complessi e superiori espressi dai cittadini, singoli e associati.

3) Volontariato, linfa vitale. Il “potere” stupito osserva le persone che operano nelle associazioni volontarie per erogare servizi di pubblica utilità. I “potenti-impotenti”, guardano con stupore e sospetto donne e uomini che gratuitamente lavorano, valorizzando il loro tempo, dedicandolo agli altri. Il potere anaffettivo, di qualunque genere sia, è sospettoso quando scopre che i volontari traggono piacere da ciò che fanno. Diffidente, mal sopporta chi, lavorando gratis, risulta refrattario alla mercificazione del proprio operare. Il volontario è fastidioso perché vede dal di dentro pregi e difetti delle gestioni pubbliche e private. Sarà per questo che i volontari sono utili alle comunità e alla sana politica?

 4) Darmage. Per Santena sarebbe un dispiacere. Dopo gli sforzi fatti negli anni Cinquanta e Sessanta. Dopo quelli dal 1996 in poi, realizzati anche grazie alla volontaristica Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour, spiacerebbe constatare che la storia del Risorgimento e dell’Italia Unita non riscuote l’interesse delle istituzioni che sono alla base della Repubblica. Il problema è serio ma risolvibile. Per questo, in vista della realizzazione dei lavori di sistemazione del Castello, si susseguono le riunioni per il prossimo lancio turistico del nuovo complesso. L’obiettivo da raggiungere sono i cinquantamila visitatori l’anno. Quelli necessari per sostenere i costi conseguenti alla ristrutturazione e alla nuova funzione del Castello nel panorama delle mete culturali metropolitane, regionali e statali.

5) Castello al via. Un certo attivismo da parte della Regione e del Comune di Torino fa ben sperare. Entrambi sono impegnati a disegnare un assetto gestionale adeguato alla nuova struttura. Struttura che, nei primi anni, non può vivere solo delle entrate degli ingressi e neppure di matrimoni, manifestazioni, convegni e cerimonie. Lo studio commissionato dalla Regione e realizzato dalla Fondazione Cavour parla chiaro. Per funzionare il Castello ha bisogno di una cifra che va da 500.000 a 1.000.000 di euro. Logico che il contributo degli Enti, almeno per dieci anni, debba essere consistente. Mentre si ragiona di turismo si deve affrontare anche il problema finanziario.  Naturale che Santena dia il suo contributo. Sia in danaro, sia in lavoro gratuito fornito dai volontari.

6) Acqua Preziosa. Il vasto e fertile territorio agricolo del Chierese-Carmagnolese ha un assetto idrogeologico differente da quello del restante territorio della Città Metropolitana. E’ un grande catino, circondato dalle basse colline del Roero, del Monferrato e del Torinese, sul quale l’acqua superficiale scorre tramite una rete di fossati che alimentano gli affluenti di destra del Po. Il bacino è alimentato solo dalla rugiada, dalle piogge, qualche nevicata e dalle falde sotterranee. Per questa sua particolarità, in previsione delle conseguenze causate dal surriscaldamento terrestre, il Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana ha necessità di investire risorse nel ciclo integrato dell’acqua. Questa Zona produce alimenti vegetali freschi e buoni, che contribuiscono a tenere alta la qualità dei prodotti che arrivano sul mercato torinese dall‘Italia e dall’Estero. I Comuni, i Sindaci e l’ATO3Torinese devono realizzare un progetto per utilizzare al meglio l’acqua per l’irrigazione, le attività produttive e l’alimentazione umana e animale. Sul piatto i Comuni e la comunità zonale devono mettere la riconversione delle produzioni agricole e il risparmio nell’uso dell’acqua.

 7) Fresca acqua. L’acqua è più importante della calura. Almeno su questo tutti dovrebbero essere d’accordo. Comunque sia, visto il ruolo fondamentale della Zona Chierese-Carmagnolese per il funzionamento della Città Metropolitana, ci si aspetta che Appendino e Sindaci si diano da fare per integrare il Piano Strategico Metropolitano. Lì dovranno inserire un progetto che preveda: la costruzione di nuovi invasi e di riserve idriche domestiche; la gestione della rete dei canali e dei fossi; la lotta agli sprechi domestici, aziendali e agricoli; la tutela delle falde profonde e superficiali dall’inquinamento; la riconversione delle colture agricole.

Gino Anchisi
da Santena la Città di Camillo Cavour, 5 agosto 2017.

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