Santena e Pianalto 4.0. Puntata 98

SANTENA – 2 dicembre 2017 – Il giallo di rosso santena. Quando Napoli superava Torino ma poi… Distretto del cibo: modernizzazione sociale e culturale. Il Pianalto deve sempre collegarsi col Mondo. Agricoltura, logistica, industria e turismo 4.0 per Torino e Chierese-Carmagnolese.

 

Samantha Cristoretti (Fonte immagine: ESA)

1) Samantha Cristoforetti Piemonte aerospaziale. Cavour gongola. Sembrano tornati i tempi della sfida ferroviaria mondiale: una gara spaziale tra chi arrivava primo. Vinta, col Tunnel del Frejus, aprendosi alla dimensione mondiale dei commerci. L’aerospaziale in Piemonte va bene. Gli addetti nel settore sono 4.400, in maggioranza giovani con alta professionalità, formati con il Politecnico, impegnati nel settore velivoli, sistemi avionici e spaziali. L’appuntamento nel Castello Cavour è alle ore 16 del 20 dicembre. L’ingresso alla cerimonia del Premio Nazionale Camillo Cavour “la copia dei celebri occhiali del Contadino-Tessitore” è libero e gratuito.

 2) III. Napoli batte Torino. La fine rapida di Cavour, a soli 50 anni, pochi giorni dopo l’Unità d’Italia, merita di essere vagliata in tutte le sfaccettature. Prendiamo il 1839, anno in cui iniziò un’avventura vitale per l’Unità d’Italia, quanto lo furono la I e la II Guerra d’Indipendenza. Parliamo della corsa a costruire la modernità, cioè il sistema ferroviario italiano. Orbene bisogna ammetterlo. La prima tappa fu stravinta dai Borboni del Regno delle Due Sicilie tra l’invidia del Granducato di Toscana e del Regno di Sardegna. Il 3 ottobre 1839 fu inaugurata la Napoli-Portici. Linea costruita già a doppio binario. Dotata di capitale francese e tecnologia inglese, con locomotive progettate da George e Robert Stephenson. In più durante i lavori la fonderia di Pietrarsa -primo stabilimento industriale d’Italia- fu riconvertita in officina ferroviaria, da cui già nel 1845 uscì la prima locomotiva. Nel frattempo in Toscana nacque la società per la costruzione della Leopolda, la prima linea a valenza commerciale che collegava il porto di Livorno con Pisa. Buon’ultima arrivò la “Compagnie Savoyarde”. Società anonima, di cui Camillo Cavour nel 1839 comprò 20 delle 1200 azioni, che lo fecero entrare nel consiglio di amministrazione. Il progetto prevedeva di collegare Chambery con Lione tramite binari e battelli a vapore. Una linea transnazionale tra la Savoia -allora Regno di Sardegna- e la Francia. Da lì iniziava una competizione che vide il Regno di Sardegna, governato da Camillo Cavour, assumere la leadearship politica culminata nell’Italia unita. Nel 1861, infatti, il Piemonte disponeva di 866 km di ferrovia, mentre il Regno Borbonico era fermo a 124…

 

Tangenziale

3) Tangenziale, non solo. ll Chierese-Carmagnolese logisticamente è ben collegato tramite le autostrade e i treni con il Nord e resto d’Italia, così come con l’Europa e il Mediterraneo. La Tangenziale Est nulla aggiunge e nulla toglie a quest’area. Piuttosto c’è bisogno che siano eliminati i caselli di Trofarello e di Carmagnola. Servono soprattutto i collegamenti materiali e immateriali legati alla rivoluzione produttiva 4.0, che va oltre alla vecchia contrapposizione industria-agricoltura. Il semaforo è arancione. Prima che diventi rosso Santena e il Pianalto hanno bisogno di Comuni e di Sindaci che si occupino innanzitutto di: stimolare le produzioni tipiche agricole e l’imprenditorialità locale; valorizzare le risorse locali; sviluppare la cultura dell’accoglienza di turisti e imprese; rafforzare e integrare le identità territoriali e comunitarie; regolare e governare il ciclo integrato dell’acqua.

4) Urgono collegamenti. Sia locali, sia globali. Il ritardo si supera anche con la diffusione della fibra nelle strade di Santena e dintorni per avere una connessione un po’ più veloce col Mondo. Serve creare collegamenti materiali e immateriali con Torino e la Città Metropolitana. Con le Università del Piemonte, della Lombardia e con Pollenzo. Con l’agroalimentare, l’agroindustria e il sistema sanitario regionale. Con Milano, Genova, Monaco, Ginevra, Lione, Nizza, con le Langhe-Monferrato-Roero. Ecco il senso del Distretto del Cibo.

5) Perché distretto. E’ una scelta per la riconversione dell’uso del territorio, dei terreni agricoli, dell’acqua, degli agro farmaci, delle colture, che coinvolge il territorio e la comunità metropolitana e regionale. Una svolta che punta sulla rivoluzione produttiva 4.0 in agricoltura, nell’agroalimentare e nell’agroindustria e nei comparti a essi collegati (paesaggio, cultura, turismo, istruzione, commercio, ristorazione, salute, accoglienza, logistica e alimentazione). Un cambiamento che ha bisogno di ricerca applicata, nuove tecnologie, nuovi materiali, nuove e vecchie varietà, selezione, diversificazione, innovazione, reti di filiera, creazione di aziende da parte di giovani imprenditori agricoli. Soprattutto una svolta che ha bisogno di un forte collateralismo con i diversi portatori di interessi delle categorie sociali.

6) Sfida 4.0. Torino e Milano grazie alla linea di alta velocità formano una super area metropolitana dalle potenzialità straordinarie a livello locale ed europeo. Un contesto favorevole, che può creare buone opportunità per le imprese agricole, industriali, artigianali, e dei servizi privati e pubblici. Il presupposto è la crescita dimensionale delle imprese che si confrontano con un mercato e un sistema sociale più ampio e più esigente. Una crescita che può avvenire imparando a collaborare tramite forme aggregative, associative e filiere in grado di fornire prodotti e processi più articolati e complessi di quelli che è in grado di fornire una singola azienda. Un’esperienza che nel Pianalto sta crescendo dando positivi risultati.

7) Vergogna Bagnoli. Stavolta Camillo Cavour e i Piemontesi non c’entrano. Probabilmente non c’entra neppure la Camorra. Stavolta i NeoBorbonici di Sinistra, Destra, Centro e Cinquestellari, devono riflettere sulle enormi responsabilità napoletane. 25 anni fa fu chiuso il Centro siderurgico, grande stabilimento industriale, che inquinava l’acqua e l’aria del Golfo di Napoli. Lo Stato e l’Europa stanziarono un’enorme massa di risorse per la bonifica e per la creazione di sviluppo. I discorsoni non mancarono. Sogni, visioni, idee, desideri sono sfociati in spese inutili, in sprechi enormi. Dopo aver consumato inutilmente 600 milioni di Euro, adesso è tutto da rifare. Nel frattempo la società di gestione è fallita per altri 250 milioni. Una scultura dell’indiano Anish Kappor è da dieci anni stoccata in Olanda. Il megagalattico centro benessere è chiuso e vandalizzato, mentre l’inquinamento resta alto, rincrudelito da scarichi esterni che continuano a sversare nell’area. E poi dicono che l’Unità d’Italia e i Piemontesi hanno fatto gravi danni al Regno delle due Sicilie. (la Repubblica, 23/11, Sergio Rizzo, pag.23). Speriamo non finisca così anche l’Ilva di Taranto.

Gino Anchisi, da Santena, la Città di Camillo Cavour, 2 dicembre 2017.

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