Torino, mons. Cesare Nosiglia alla veglia di “Servire nella gioia…con Taizè”

TORINO – 22 aprile 2018 – Di seguito, il saluto dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, alla veglia di preghiera di ieri sera,  in occasione di “Torino incontra Taizé”. Torino, Cattedrale, 21 aprile 2018, inizio ore 21.

Servire nella gioia… con Taizè

“Cari amici, sono lieto di dare il benvenuto e salutare i Frères di Taizé per la loro presenza oggi a Torino, per un incontro ecumenico di preghiera che vede la partecipazione anche di padre Giorgio Vasilescu della Chiesa ortodossa rumena e di Eugenia Ferreri, presidente della Commissione evangelica per l’ecumenismo. Questa sera vogliamo vivere insieme ai Frères un momento di intensa spiritualità, che in questo tempo pasquale ci permette di confermarci nella comune fede in Cristo Signore e dare anche alla nostra città e diocesi un segnale forte di unità e di volontà di camminare insieme, verso quella piena comunione che nostro Signore ci ha indicato: «Padre, che i miei discepoli siano una cosa sola, come tu ed io siamo una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (cfr. Gv 17,21).
La nostra unità, anche se ancora imperfetta, si nutre tuttavia di questi momenti di grazia, che ci spronano a offrire al mondo la nostra comune testimonianza della stessa fede in Cristo. Papa Francesco ha affermato che l’unità dei cristiani è già in atto nel martirio, che unisce tanti nostri fratelli di varie chiese e confessioni cristiane, che sono uccisi nel nome di Cristo e sono dunque testimoni della fede fino al sangue. Questa via – e ogni via che promuove momenti di comunione, di preghiera e di fraternità vissuta tra fratelli cristiani – pone una pietra miliare nel cammino ecumenico verso la piena unità. È quanto avviene da tanti anni a Taizé, grazie all’opera suggerita dallo Spirito Santo a Frère Roger Schutz, promotore insieme ad altri suoi fratelli di questo cammino di rinnovamento ecumenico, ricco di vera e profonda spiritualità, che affascina e attira tantissimi giovani del mondo intero.
Facciamo nostra oggi la preghiera del Salmo 132: «Ecco come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme. È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. È come la rugiada dell’Ermon che scende sui monti di Sion. Perchè il Signore manda la benedizione e la vita per sempre». Il Salmo celebra la gioia dell’unità, che si esprime nel pellegrinaggio al Tempio. È la gioia della stessa fede, che unisce quanti sono Figli di Dio e si ritrovano insieme per pregarlo e onorarlo come loro Signore nel suo Tempio santo. Il Salmo ricorda la gioia del popolo di fronte alla consacrazione del sommo sacerdote per mezzo dell’unzione con olio profumato, ma anche esprime la gioia di quell’amore fraterno che consolida e consacra i fratelli che si uniscono per pregare all’unisono il loro Dio e ne esaltano l’azione potente nella storia. Anche la rugiada, che scende dal monte Ermon, viene considerata come espressione di quella carità fraterna che rinfresca le erbe e le piante e rende fertile il terreno. Così, la carità fraterna è fonte di freschezza e vivacità nelle relazioni tra fratelli ed una forte risorsa, feconda per il mondo, perché Dio premia tutto ciò con la sua benedizione e vita per sempre.
La preghiera proposta dal Salmo ci fa comprendere che deve unirci, in quest’esperienza che stiamo vivendo, il sentire che come fratelli abbiamo più doveri che diritti da accampare, dal momento che tutto ciò che siamo è frutto dell’amore gratuito di Dio e della sua infinta misericordia. Di tutto questo noi siamo chiamati ad essere testimoni coraggiosi e soprattutto carichi di grande gioia. Diceva un grande padre della Chiesa, san Giovanni Crisostomo: «Non ci sarebbero più pagani, se noi cristiani vivessimo con gioia il Vangelo, perché la gioia è contagiosa e offre una testimonianza efficace, che colpisce il cuore di ogni uomo». Ecco, questo Salmo può dunque essere per noi stasera un invito a celebrare con gioia tale amore gratuito di Dio e la nostra concordia di suoi figli e di fratelli in Cristo.
Auguro a me stesso e a tutti voi di vivere questi momenti con un atteggiamento così aperto al soffio dello Spirito Santo e a quanto vorrà suggerirvi nel cuore, per portarlo poi nella vostra vita, non solo come ricordo di quest’esperienza, ma come stimolo a rinnovarla secondo la sua volontà e a contagiare poi, con il vostro entusiasmo, i vostri amici, compagni di studio, di lavoro o di tempo libero”.
+Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino

 

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FONTE: www.diocesi.torino.it/comunicazione

Le foto sono di Alessandro Morea

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