Santena, patria della culinary garden.  Puntata 131

SANTENA – 21 luglio 2018 – Di Maio-Conte-Fornero e Cavour tra CDP e Pensioni. Il senso del Distretto del Cibo. Nel segno della freschezza, della qualità, della sostenibilità e della concorrenza il Chierese-Carmagnolese è all’avanguardia in Italia nella Culinary garden, la cucina di giardinaggio e nel giardinaggio di cucina. Dagli orti escono materie prime che nutrono Torino e Dintorni.

Asparagi e pomodori cuore di bue, due ortaggi del Pianalto di Poirino

1) I Culinary gardener. Nel Pianalto e nel Chierese-Carmagnolese sono ovunque. Nelle case e cascine delle frazioni dei paesini di campagna e dei centri urbani e nei condomini degli immigrati dall’Est della Pianura padana, dal Centro e Sud Italia, comprese le Isole. Ogni giorno, in ogni stagione, in casa o nelle trattorie del territorio, con materie prime autoprodotte o comprate sul mercato, preparano piatti nuovi o antichi, frutto di abilità trasmesse dagli antenati e accumulate con la pratica nella coltivazione di orti, piccoli e grandi, per l’autoconsumo e la commercializzazione. Sono donne e uomini, impegnati quotidianamente nella lotta contro i cibi spazzatura, cui oggi si ispirano i “grandi” cuochi stellati, come Enrico Crippa, per copiare piatti giustamente classificati come alta gastronomia. Una gastronomia ancor più salutare se a chilometro zero e a tempo zero e garantita dalla tracciabilità e provenienza delle verdure, della frutta, delle carni e dei latticini. Una vera e propria rivoluzione culturale e culinaria che può aiutare le aziende agricole del Pianalto e d’Italia a riconvertirsi.

2) Chi sono i protagonisti? Sono principalmente donne, disponibili e tolleranti, da lasciare, talvolta, i fornelli agli uomini con cui convivono o lavorano. Un connubio costruttivo, tenuto conto che spesso sono gli uomini a fare i giardinieri. Sono “Indigene” e “Indigeni” piemontesi, cavouriani e non cavouriani, che nei secoli hanno imparato dalle immigrate e dagli immigrati i piatti di altre regioni italiane e, più recentemente, quelli del Globo. Verdure e alimenti che hanno introdotto nuove portate legate alla stagionalità, alle erbe spontanee e selvatiche, alla frutta e ai fiori. Nuovi piatti che impongono colture, sistemi di raccolta e di commercializzazione per valorizzare le materie prime fresche e salubri con cui sono preparati.

3) I Gardener, gli orticoltori. In piemontese, i giardinieri, sono gli ortolani che producono per autoconsumo o per la vendita. Un lavoro millenario, diversificato, specializzato, qualificato, manuale e intellettuale, in costante contatto con la madre terra, stranamente schivato e sottostimato. Forse per l’intensità di lavoro e la professionalità richiesta. Magari per le plurime mansioni da svolgere. Forse perché chi ha lasciato la terra per fare altri mestieri si è sentito prima traditore, mentre poi, nelle generazioni successive, ha perso in poco tempo le conoscenze e le competenze per apprezzare ed esercitare una delle attività più antiche, complesse e appaganti del mondo.

4) Clima e Voucher (Buoni Lavoro). Nessuno dovrebbe prendere sotto gamba le stagionalità del Chierese- Carmagnolese e del resto della Penisola. Una dote in più rispetto a zone, a Paesi del Nord Europa e del Globo. Una caratteristica scarsamente valorizzata rispetto alle sue potenzialità economiche. Sia per quanto riguarda la produzione agricola, in particolare di ortaggi e frutta -alimenti indispensabili per la salute- sia per quanto concerne i viaggi e soggiorni dedicati al turismo culturale, gastronomico, paesaggistico e salutistico. Agricoltura e turismo sono da sempre una combinazione fantastica. Una risorsa dal valore incalcolabile per l’Italia e per il Chierese-Carmagnolese, per troppo tempo sottovalutata, quasi fosse marginale e non integrabile con l’industria, i servizi, la pubblica amministrazione e le infrastrutture. La stagionalità gioca un ruolo importante per le attività turistiche. Attività che richiedono l’impiego infrastagionale, legate ad eventi eccezionali e temporanei,  di lavoratori per i quali si pone il problema della retribuzione, della fiscalità, della cittadinanza e dell’assicurazione dagli infortuni. Ciò vale in particolare per il rispetto delle regole di concorrenza tra le aziende che operano nel settore. Da qui il rinnovato interesse per i Buoni Lavoro (Voucher).

5) Costo del lavoro e produttività. Un dato è certo. Da quando i Voucher (Buoni Lavoro) sono stati aboliti il valore al mercato nero del lavoro di Italiani, immigrati regolari o irregolari, è scivolato dai dieci euro, ai 6-5 fino ai 3 euro l’ora, non solo a Sud ma anche nel Centro-Nord. La politica adesso è chiamata a trovare una soluzione perché in agricoltura e nel turismo ci sono momenti interstagionali caratterizzati da fluttuazioni temporali in cui, per massimizzare il reddito delle aziende, si deve utilizzare il lavoro aggiuntivo e occasionale. Altrimenti si deve ricorrere al nero, correndo tutti i rischi connessi alla alterazione della concorrenza. Chi dispone di altre soluzioni si faccia avanti, farebbe un buon servizio a tutti.

6) Concorrenza giusta. Le aziende hanno bisogno del mercato e di regole di concorrenza da tutti rispettate. Da tempo è evidente che il nemico delle imprese agricole e turistiche è il lavoro nero.  Così come il mercato è complesso, anche la concorrenza ha le sue complessità. Tra queste c’è il costo del lavoro e l’impiego ottimale delle persone che operano nell’azienda. Per il turismo e l’agricoltura il contesto è complicato dal clima e dalla interstagionalità: cioè dai periodi di punta che richiedono un uso temporaneo di manodopera.

Luigi Di Maio

7) Di Maio, Conte e Fornero. La Cassa Depositi e Prestiti è stata creata a Torino nel 1850, all’inizio del decennio cavouriano o dell’Unificazione. I soldi raccolti da questa istituzione finanziaria, strumento attuativo della rivoluzione industriale italiana, sono serviti per costruire ferrovie, canali, strade, porti, industrie, scuole, ospedali. Nel 1857 Cavour con la legge n. 2256 riordinò la Cassa affidandole -continua a farlo ancor oggi- la raccolta del piccolo risparmio attraverso gli uffici postali destinandoli agli investimenti degli enti locali e di pubblico interesse. Nel 1859 Cavour pensò di estendere la funzione della Cassa a sostegno della previdenza sociale e cioè alla creazione di un moderno sistema pensionistico. Con la legge 15 luglio 1859 n. 3595 istituì la “Cassa di Rendita Vitalizia per la Vecchiaia” che prevedeva la pensione tra i 50 e i 65 anni –la speranza di vita in Italia, nel 1881, secondo l’Istat era di 35, 2 anni per i maschi e 35,7 per le femmine- mentre fissava un tetto pensionistico massimo a 1200 lire l’anno. Purtroppo la legge non trovò applicazione. Vuoi perché si era in periodo di guerra per l’Unità d’Italia (1859-1861), vuoi per la prematura e incredibile morte del Contadino-Tessitore avvenuta il 6 giugno 1861, vuoi per l’incapacità riformista dimostrata dai suoi successori. Solo nel 1898 e su base volontaria, fu creata la Cassa per l’invalidità e la vecchiaia degli operai. Nel 1919 l’iscrizione alla Cassa fu resa obbligatoria per 12 milioni di lavoratori. Nel 1939 il regime fascista, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale introdusse l’assegno di disoccupazione, gli assegni famigliari e la pensione di reversibilità. La pensione sociale è stata invece costituita nel 1969.

Gino Anchisi.
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 21 luglio 2018.

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