Sacra Madre Terra del Distretto del Cibo prega per noi. Puntata 138

SANTENA – 22 settembre 2018 – Se Santena non ci fosse, Terra Madre sarebbe più povera. Oppure no, se non ci fosse Terra Madre, Santena, Torino, il Piemonte e l’Italia sarebbero più povere. Camillo Cavour osserva il Salone di Carlin Petrini, insignito nel 2012 del prestigioso Premio santenese. Cronaca di una settimana particolare.

1) Arrivano gli stranieri. Giovedì, 20 settembre, giorno della Presa di Porta Pia, arrivano i delegati Slow Food ospiti nelle case santenesi. Vengono dal Benin -Golfo di Guinea, terra di traffico di schiavi verso le Americhe- a presentare i loro progetti di collaborazione per lo sviluppo del loro Paese.  Altri: svedesi, argentini, tunisini, dello Zambia, Malawi, Capo Verde, Tanzania, Nicaragua. alloggiano nei focolari, oggi caldaiette a gas metano, del Chierese-Carmagnolese. La terra del cibo buono e sano che nutre Torino e Dintorni si arricchisce di queste presenze, confermando le sue antiche tradizioni di accoglienza, di relazioni, di interscambi a livello mondiale.

Giovanni Soldini, Premio Cavour 2018

2) Soldini approda a Santena. Al Castello Cavour arriva il navigatore, di poche parole ma di tanti fatti, Giovanni Soldini. La sua premiazione accresce l’eterogeneità e ringiovanisce l’elenco  dei vincitori del prestigioso Premio Nazionale Camillo Cavour. La celebre copia degli occhiali del Contadino-Tessitore si afferma come fiore all’occhiello della società e della cultura Santenese, Piemontese, Italiana e Europea. Al momento della premiazione inevitabilmente per chi lo conosceva un pensiero è andato al caro Stefano, il giovane Amico di Camillo Cavour, velista santenese, prematuramente partito per il suo viaggio senza ritorno. Intanto alle 7 di mattina, nel padiglione 2 del Lingotto, si apre lo stand di rappresentanza di Santena, esempio di collaborazione tra Associazione Produttori Asparago, Associazione Amici di Camillo Cavour, Pro-Loco e Comune.

3) Aiutiamoli a casa loro. Non sono immigrati. Non sono clandestini. Non fanno paura, anzi. Sono viaggiatori del Mondo. Parlano per lo più inglese. Molti sanno anche il francese. Qualcuno conosce il cinese, l’arabo, l’italiano, lo spagnolo, il portoghese e altro. Gli ospiti locali si divertono, sfoderando inglese e francese scolastici, rinverditi da viaggi, corsi aziendali e università di terza Età. Per i giovani è più facile. Parecchi hanno soggiornato all’estero per studio o per lavoro. Spesso ci si capisce ricorrendo a gesti, sguardi, smorfie, immagini e traduzioni da telefonino. Si scambiano notizie utili per creare nuove relazioni vicine e lontane. Potrebbero servire a “aiutarli a casa loro” come è di moda dire oggi. Loro non aspettano altro dai politici nostrani ed europei. Vittime, educate, del razzismo e della predazione italiana e europea, cercano occasioni per collaborare, cioè lavorare insieme, ciascuno a casa propria. Sperano che oltre alla propaganda partitica e parolaia, si faccia qualcosa di serio per convivere meglio su questa piccola terra sovrappopolata.

3) Una e Trina. Santena fa 3 cose insieme, contemporaneamente, uguali ma diverse. Il Barachin preparato dai Ristoratori Santenesi e distribuito dai volontari cattolici della Caritas, dai laici del Circolo Europa e dagli Scouts. Lo Stand al Lingotto, nel cuore di Terra Madre, presenta asparagi sott’olio e i libri cavouriani dell’associazione Amici di Cavour tra cui il più recente “Gli alberi del Parco Cavour”, in cui spicca la Ginkgo Biloba piantata dal Kurten a inizio Ottocento. L’ospitalità dei delegati di Slow Food è un esempio di come Santena può arricchire il patrimonio delle proprie identità. Tre iniziative, che formano un tutt’uno proteso all’esterno a promuovere il saper fare di una comunità orfana dell’industria, che sta cercando, insieme ai comuni della zona, alla città Metropolitana e alla Regione di superare l’accidia, la miopia, l’inerzia di chi si ostina a non comprendere l’importanza di costruire il Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese.

Santena a Terramadre

4) Che dire. Che dire all’ingenua, giovane giornalista, dalle unghie splendidamente ritagliate in punta alla parte rovescia e meno utile, ma non meno importante, della mano. Chiede superficialmente perché Santena partecipa a Terra Madre.  Non sa, l’ignara, che senza Santena non ci sarebbe neppure Terra Madre. Infatti Santena, con Bra, Chieri, Carmagnola, Cambiano, Poirino, Villastellone, Trofarello, Pralormo, Pecetto, Isolabella, Riva, San Martino Alfieri, Grinzane Cavour, Trino Vercellese, Riace, è da millenni uno delle migliaia di comuni agricoli italiani che coltiva prodotti necessari all’alimentazione delle persone dei due sessi. O forse no. Senza Terra Madre per tutte queste comunità il futuro sarebbe meno interessante.

5) Clima e varietà. Tra le tante cose di cui si discute nel Chierese-Carmagnolese due sono troppo sottovalutate. La prima è la conservazione del patrimonio delle varietà vegetali, in particolare degli ortaggi. Un patrimonio immenso, utile e indispensabile, perché ricco di misure difensive naturali che rischiano di finire nelle mani di poche multinazionali. Multinazionali che ben conoscono il patrimonio genetico, formato nel corso dei tempi, indispensabile per costruire nuove varietà di asparagi, peperoni, pomodori, zucchine, cavoli, ecc. ecc. La seconda riguarda il clima. L’attenzione troppo concentrata sul terreno, sui macchinari, sulle varietà, sui concimi sottovaluta le conseguenze di un clima in cambiamento capace ormai di imporre nuove colture e la riconversione di aziende agricole di tradizioni secolari.

 6) Gusto e sapore. Terra Madre-Salone del Gusto conferma l’importanza del gusto e del sapore. Due elementi caratterizzanti l’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, indispensabili per affrontare un mercato sregolato e per reggere una competizione commerciale giocata solo sul prezzo più basso. Prezzo in cui la salubrità, la freschezza, l’accessibilità a valore giusto per il compratore contano, purtroppo, ben poco.

 7) MAB Unesco e paesaggio. Il paesaggio rurale di Santena e del Chierese-Carmagnolese insieme al Mab Unesco è un elemento prezioso per valorizzare e promuovere gli interessi della comunità. L’aumento delle asparagiaie e di nuove coltivazioni arricchisce la biodiversità di un territorio che qualche lustro fa veniva solo considerato per il rapporto tra colto e incolto. Oggi finalmente si stanno creando condizioni che potrebbero favorire l’insediamento di nuove aziende agricole. Basta solo che le amministrazioni si mettano a fare politica seriamente tenendo in debito conto i molteplici interessi in campo, compresi quelli di chi lavora la terra.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 22 settembre 2018.

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