Santena, che succede al distaccamento dei volontari vigili del fuoco di via Cavaglià?

SANTENA – 3 novembre 2018 –  Che succede al distaccamento dei vigili del fuoco volontari di via Cavaglià? I volontari lanciano un allarme: «La situazione è insostenibile. Il responsabile del distaccamento – e proprietario della struttura – lavora per farci chiudere».

 

Un gruppo di vigili del fuoco volontari, nelle scorse settimane, ha contattato il blog: «Da mesi ci sono problemi per il nostro distaccamento. C’è chi lavora per far nascere una nuova struttura, privata. Da mesi la nostra operatività è ridotta. Il colmo è che chi ci sta mettendo i bastoni tra le ruote è colui che è stato messo lì dal superiore Comando come Responsabile del Distaccamento e di tutta l’attività di soccorso. Noi volontari vigili del fuoco siamo divisi: da un lato c’è chi osteggia il progetto del capo distaccamento; altri invece sono con lui e lavorano per realizzare una sorta di protezione civile privata che mira a svolgere i servizi che oggi svolgiamo noi».

Il gruppo di volontari che difende l’attuale distaccamento, aggiunge: «Da poco meno di due anni in pratica siamo senza guida. Il capo distaccamento non svolge più il ruolo di coordinatore. Facciamo fatica ad andare avanti: spesso arrivando in sede ci troviamo con il riscaldamento e le altre utenze chiuse. Non solo, da qualche tempo sono state tolte le scritte Vigili del Fuoco dal “Castello di manovra” e da sopra i portoni dell’autorimessa, rendendo anonima la struttura, sempre più con un profilo “civile”. Tutto questo senza alcuna comunicazione da parte del Responsabile.  Da mesi, quando il 115 chiama, non siamo in grado di garantire la nostra piena operatività. Il risultato è che abbiamo perso operatività a discapito dei cittadini che confidano in un nostro intervento per accorrere in loro aiuto: funzioniamo solo di notte e nei festivi».

I volontari denunciano: «Il nostro capo distaccamento sta chiaramente lavorando per dare vita a una struttura nell’ambito della protezione civile, con mezzi di colore bianco, con targa civile. I vigili del fuoco hanno mezzi rossi, che dipendono dal ministero dell’Interno e sono gli unici ad avere autorità come Polizia Giudiziaria. L’assurdo è che questa nuova struttura dovrebbe nascere all’interno dell’edificio che oggi ospita il distaccamento di Santena».

Questo gruppo di volontari da mesi si è rivolto all’amministrazione santenese e agli enti superiori, provinciali e nazionali, sinora senza riuscire a ottenere soddisfazione. I volontari proseguono: «Abbiamo chiesto all’attuale capo distaccamento di dimettersi: non ha senso che lavori per affossare la nostra esperienza per realizzare una sorta di vigili del fuoco privati con l’obiettivo di far chiudere il nostro distaccamento. Non abbiamo avuto risposte. Da mesi incontriamo sindaci, enti e autorità, spiegando i pericoli che corre il distaccamento di Santena, ma di risultati sinora non se ne vedono. Tutto questo mentre il nostro distaccamento, giorno dopo giorno, vede sempre più ridotta la propria operatività. Una cosa è chiara, per reagire abbiamo innanzitutto bisogno di un nuovo capo distaccamento. Siamo esasperati. Il rischio è che alcuni di noi, se la situazione non si sblocca, decidano di svolgere servizio nei distaccamenti vicini, o addirittura che il Corpo Nazionale venga spostato in un’altra sede o in un’altra città. Nelle settimane scorse, due nostri mezzi sono stati trasferiti al Distaccamento di Carignano perché al momento i volontari di quel distaccamento sono privi di automezzo per compiere interventi sul loro territorio. Questa operazione è stata fatta ancora una volta senza alcun comunicato scritto o verbale dal Responsabile del distaccamento. Noi siamo contenti per i nostri colleghi che hanno la possibilità di aiutare i loro cittadini grazie a questo passaggio, autorizzato anche dal comando stesso, ma sempre a nostra insaputa. Ogni giorno che passa, rischiamo di arrivare in sede e scoprire che manca qualcosa… Abbiamo cercato un contatto con Gianpaolo Rissone, Capo Distaccamento, ma lui rifiuta sistematicamente di parlare con noi, non ci vuole neppure  vedere. Per concludere, da qualche giorno stiamo svolgendo il nostro servizio in sede senza riscaldamento, compreso la notte…».

**

AI LETTORI

Per scrivere questo pezzo ci ho messo mesi. Prima delle vacanze agostane, una sera in birreria, ho incontrato una decina di vigili del fuoco volontari. Mi hanno raccontato quanto ho scritto e molto altro ancora che non ho riportato. Nessun vigile del fuoco volontario  è stato disponibile a fornire il nome. Mi hanno detto che temevano ritorsioni. Per questo ho scritto senza fare nomi.   Ho registrato l’intervista collettiva, 29 minuti in tutto. Ho sbobinato quanto registrato e per due mesi ho cercato riscontri alle cose dette. Tutto quadrava. La vicenda valeva la pena di raccontarla. Sono anni che la situazione al distaccamento dei vigili volontari del fuoco è tutt’altro che normale. Ho scritto il pezzo e l’ho mandato ad alcuni vigili volontari del fuoco, quelli che avevo incontrato, che l’hanno corretto, integrato e aggiornato e poi me l’hanno rispedito via mail. Ho ancora fatto qualche lieve modifica e poi sabato 3 novembre scorso ho pubblicato sul blog il post riportato qui sopra. Un altro pezzo, più breve l’ho mandato al settimanale Il mercoledì che l’ha pubblicato mercoledì  7 novembre.

Approfitto della pazienza dei lettori e aggiungo alcune cose. Non appena è stato pubblicato sul blog un settimanale locale ha scoperto la notizia. Il cronista ha subito fatto qualche telefonata al sindaco e alcuni vigili. Il primo cittadino ha confermato la vicenda; i vigili volontari non hanno fatto altro che rimandare a quanto pubblicato. Il mitico cronista in pochi minuti ha copiato il post sul blog, ha cambiato qualche parola e, naturalmente, ci ha messo anche del suo. In poco tempo  ecco pronto un bel pezzo a sei colonne da usare come apertura di pagina, pubblicato il 9 novembre scorso. Il pezzo è pieno di virgolettati di gente che questo cronista – tal F.G. – non ha mai visto o sentito. A che deontologia potrà mai fare riferimento un cronista che virgoletta frasi di persone mai sentite e che neppure ha incontrato o intervistato? E poi, di citare la fonte non se ne parla…

Che dire? Da un lato uno ci mette mesi per cercare una notizia e fare i necessari riscontri. Lo fa a titolo gratuito, a servizio della città. Dall’altra qualche cronista, a corto di notizie, in pochi minuti, con le terga ben salde sulla sedia, copia senza originalità quanto è stato pubblicato dal blog, manco il blog fosse la locale Ansa. Per quanto mi riguarda, con alcuni cronisti, questo succede da molto tempo. La vicenda è anche una minima contraddizione del sistema capitalistico. Il blog è un servizio gratuito mentre il settimanale, come si usa,  pubblica le notizie per vendere copie. E’ chiaro che negli anni ho sedimentato ben poco considerazione per tali cronisti, come per i loro direttori. A Santena capitano decine e decine di fatti ogni giorno. E’ ridicolo che giornalisti intellettualmente denutriti a corto di notizie non sappiano fare altro che riproporre quanto pubblicato dal blog, copia-incollanndoli più o meno in larga parte. Contro tutto questo malcostume i lettori non hanno che badare alle date di pubblicazione degli articoli. E se hanno tempo e voglia possono dilettarsi nello scoprire le tante, spesso troppe, concordanze.

Santena 10 novembre 2018

filippo tesio

**

www.rossosantena.it

https://twitter.com/rossosantena

www.facebook.com/filippo.tesio