Santena, Europa, parassiti e specie invasive. Puntata 179

SANTENA – 6 luglio 2019 – A Santena, nel Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese come in tutta l’Italia del Nord la Cimice Asiatica crea gravi problemi all’orticoltura e alla frutticoltura. La FCA sbatte contro i Francesi e la Renault. Ursula e Christine: adesso tocca a un italiano.

Cimice asiatica

 1) Prima gli Italiani. Nella lotta biologica contro la Cimice Asiatica ci siamo anche noi. Non solo i Cinesi con la loro vespa samurai. Una vespa esotica, straniera, estranea, forse pericolosa, il cui rilascio nelle campagne e in città trova giustamente impedimenti tecnici e normativi, perché non si conosce come si comporterà nei nostri lidi. Ogni specie è, infatti, collegata al contesto geografico e biologico di cui è originaria e nel quale si è evoluta. Introdurla senza studiarne le conseguenze potrebbe causare danni gravi. Basta pensare a ciò che è successo con gli scoiattoli grigi introdotti negli anni Cinquanta a Stupinigi e oggi dilagati ovunque, persino nel Parco Cavour. La buona notizia è che in questi giorni è previsto il lancio dell’insetto antagonista tutto italiano: l’Anastatus bifasciatus. Un indigeno, somiglia a una formica con le ali, vorace di uova della ormai famosa, antipatica, puzzolente e dannosa Halyomorpha Halys, la cimice asiatica.

2) W il parassita.  In Piemonte, in prima linea nella lotta biologica alla cimice asiatica ci sono la Fondazione Agrion di Boves e l’Università di Agraria, DISAFA di Grugliasco, con la professoressa Luciana Tavella. Tra l’altro Agrion e DISAFA sono legate a Santena da una collaborazione che riguarda la selezione varietale e la lotta ai parassiti dell’asparago. In questo momento l’interesse di tutti è orientato alla individuazione di specie autoctone capaci di difendere la natura dall’attacco di una specie alloctona, invasiva dell’ecosistema. La Cimice asiatica ha sconvolto l’equilibrio ecologico perché mancano nemici naturali in grado di riequilibrarne i rapporti naturali. Per ora è sensato cercare nemici originari nel territorio italiano. Questo senza farne un dogma nel caso non se ne trovassero. Ad esempio nel caso della Metcalfa e del Cinipide del castagno sono stati importati insetti che hanno superato i test di controllo e che danno buoni risultati.

3) La FCA in Italia non sta bene. La FCA (Fiat Chrysler Automobiles), nei primi sei mesi 2019, ha perso l’11,11% del mercato dell’auto in Italia. A giugno, secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 171.626 unità, il 2,08% in meno rispetto al corrispondente mese dell’anno scorso. Nei primi sei mesi del 2019 c’è stato un calo del 3,52%, con 1.082.197 registrazioni.

4) FCA perde.  Perde quote “enormi” del mercato della Penisola. Tutti era già segnato da tempo. Solo il cinismo di Sergio Marchionne fece capire agli Italiani che la stagione dell’auto nazionale era chiusa definitivamente. Il suo realismo lo portò a cercare in America nella Chrysler una dimensione in cui collocare il futuro di quella che fu la FIAT. Gli Italiani che con lo stesso cinismo e realismo, dal 1960 fino al 2010 hanno condiviso le sorti e le fortune dell’azienda nata torinese e assurta a dimensioni statali e mondiali, ormai si orientano sempre più verso altri marchi, in attesa di novità di cui andare orgogliosi. L’americanizzazione per ora va avanti inarrestabile, sull’onda del successo del modello Jeep. Mentre gli anziani faticano a prendere atto che la storica Fabbrica Italiana Automobili Torino è ormai snazionalizzata, il presente dice che FCA è alla ricerca di alleanze globali con la francese Renault e la giapponese Nissan per raggiungere numeri di prodotto, di fatturato e di innovazioni che consentano di reggere la competitività a livello mondiale. Un’operazione non facile da realizzare perché si tratta di definire chi e come avrà il governo di un’alleanza in cui sono in ballo molteplici e complessi interessi. Tra questi, i posti di lavoro negli stabilimenti sparsi per il Mondo, tra i quali sono ricompresi quelli italiani e quelli torinesi. La partita è aperta. Gli italiani possono contare sull’inventiva, sull’esperienza, su un costo del lavoro sicuramente competitivo, su una produttività potenziale assai alta. Più interessate di tutti sono le aziende torinesi e italiane che operano nell’automotive, le quali sperano nella globalizzazione dell’eventuale nuova alleanza.

5) Conservare la patata. Entro l’8 ottobre 2020 la Commissione Europea, cioè il governo dell’Europa, ha stabilito che tutti gli Stati dell’Unione Europea dovranno vietare l’impiego del principio attivo del Clorprophan. Il principio attivo è usato come anti-germogliante nello stoccaggio per evitare che sulle patate spuntino i germogli.   

6) Salute alimentare. Nel consumo degli ortaggi occorre fare attenzione, tra le altre cose, a eventuali accumuli di residui. Un cocktail tra metalli pesanti, fungicidi e insetticidi potrebbe essere molto pericoloso. Vale per i pomodori, che oggi spadroneggiano sulle tavole, così come per tutti gli altri ortaggi. Ai produttori e ai commercianti va ricordato che l’art. 5, lett. h) della Legge n. 283/62  impone il divieto di vendere, detenere per vendere o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari con residui tossici per l’uomo. Una violazione che costituisce illecito penale. L’apparato sanzionatorio prevede, per la violazione della norma in esame, la pena dell’arresto da 3 mesi a un anno o dell’ammenda da 2.582,28 euro a 46.481,12 euro. Da qui la scelta della tracciabilità della provenienza. Una scelta che alcuni produttori di Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto hanno fatto, all’insegna della responsabilità verso i consumatori finali.

Ursula von der Leyen (Photo by Monika Skolimowska/picture alliance via Getty Images)
Cristine Lagarde

7) Christine e Ursula. Per i Santenesi e per gli altri Italiani, sono più importanti di Ugo Baldi, di Chiara Appendino, di Alberto Cirio e del duo Matteo Salvini-Luigi Di Maio. Ursula Von Der Leyen è la Presidente della Commissione Europea, il Consiglio che esercita il Governo dell’Unione.  Christine Lagarde è la presidente della Banca Centrale Europea. Prende il posto del nostro Mario Draghi, Premio Camillo Cavour del 2016. All’Italia adesso spetta un posto nella Commissione e si spera in altre istituzioni dell’Unione. C’è da modificare il funzionamento dell’Europa. Da riequilibrare il ruolo della Germania sul versante della finanza. Non si può inoltre dimenticare che la Francia ha bombardato la Libia e che oggi non vuol sentire parlare di immigrati provenienti dal “Regno” di Gheddafi, che è pure azionista al 15% di Renault e che fare affari da loro è praticamente impossibile visto il forte senso nazionalista. Bisogna avere peso nelle istituzioni europee perché altrimenti Francia e Germania la faranno davvero da padroni, con nuovi e non disinteressati alleati.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 6 luglio 2019.   

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