Santena, aglio, olio e peperoncino. Immigrati e Castello. Tangenziale e Virus. Puntata 183

SANTENA – 4 agosto 2019 – Per il Casello Trofarello-Santena, adesso o mai più. Il sistema Castello Cavour. L’ENI e i ricordi Prodit. Libia oltre Dublino. Zucchine, peperoni, pomodori attenti ai virus. Crediti deteriorati.

1) Pasta Aglio, Olio e Peperoncino. Fondamentale il rapporto spazio-tempo. Lo spirito, l’attesa e la compagnia sono gli altri indispensabili ingredienti. Per prima cosa s’indossa un ampio grembiule. Per la quantità dell’aglio si va ad occhio. Magari uno spicchio intero a testa. A parte si mettono a bollire gli spaghettoni. Contemporaneamente si fa friggere l’aglio, attenzione: intero! nell’olio. Anche per l’olio si va a stima. Quando l’aglio frigge e s’indora si aggiunge velocemente il peperoncino tritato e subito si spegne. Attenzione: la pasta deve già essere pronta per essere impiattata. Quindi si spande rapidamente il pecorino stagionato di Artena versandoci sopra l’olio caldissimo. Una mescolata rapidissima e via.

Tangenziale, il casello Santena Trofarello

2) Concessioni autostradali e Casello. Il rinnovo delle concessioni autostradali è importante perché riguarda non solo le autostrade ma l’intero sistema della mobilità del Chierese-Carmagnolese e della Provincia. Regione e Città Metropolitana intanto elaborano. Finalmente, forse, si entra nel vivo dei problemi della viabilità. Tra questi c’è l’eliminazione del Casello della Tangenziale tra Trofarello e Santena. A Roma, al Governo, entro settembre, devono pervenire indirizzi e proposte a livello piemontese. Intanto emerge una preoccupazione. Dovesse saltare la concessione all’Ativa, alla Città Metropolitana verrebbero a mancare i dividendi che la società partecipata versa per la manutenzione e il miglioramento della viabilità provinciale. Per questo motivo il Consiglio Metropolitano propone alla Regione e allo Stato di scorporare la concessione della Tangenziale (ATIVA) da quella della Torino-Piacenza (SATAP), entrambe controllate dal Gruppo Gavio (SIAS). A questo punto vanno chiarite le conseguenze tra lo scorporo delle concessioni e la soppressione del Casello.

3)L’ENI in Libia fa quello che l’Italia dovrebbe fare. Dopo la vicenda Prodit, Santena segue con grande attenzione cosa succede sul fronte libico. L’ENI, figlia di Enrico Mattei, si dà da fare mantenendo relazioni con i due contendenti Sarraj e Haftar. La sua forza viene dal fornire il 45% del gas e del petrolio prodotti in Libia e usati dalle famiglie libiche organizzate in tribù. Ecco il motivo per cui nessuno dei due contendenti può mettersi contro la nostra azienda. Nonostante nel 2011 si sia partecipato ad una guerra contro i nostri stessi interessi, l’Eni mantiene solide  posizioni sociali e politiche nel Paese del fu Gheddafi. L’Italia è pure l’unico paese dell’Occidente a tenere aperta l’ambasciata. Un elemento di orgoglio, una base solida, per una risoluzione del conflitto. Risoluzione che però ha bisogno di un forte supporto a livello europeo e internazionale.

4) Italia, Francia Libia e Tunisia oltre Dublino. Ai funerali del Presidente tunisino Essesbi ha partecipato il nostro ministro degli Esteri mentre per la Francia era presente il Presidente Macron.Un errore di sottovalutazione che la dice lunga sui nostri ritardi rispetto all’attivismo e alla spregiudicatezza degli altri, tra cui i cugini francesi. La Tunisia è importante. Migliaia di migranti libici infatti si stanno spostando con tutti i mezzi su Tunisi. Tra i due paesi del Nord Africa si gioca, in questo momento la partita sulla migrazione dal continente africano verso l’Europa. Ecco perché la stabilizzazione della Libia è altrettanto importante quanto la migrazione e la lotta alla criminalità organizzata dei traffici di esseri umani. Se blindare le nostre coste è una giusta risposta all’indifferenza europea, è evidente che stabilizzare la Libia è fondamentale, andando oltre all’offerta di solidarietà tra stati europei. Vista la situazione è evidente che occorre rivedere il regolamento di Dublino.

5) I virus questi sconosciuti. Quest’anno sono pericolosi. Colpiscono duro negli orti dei professionisti e degli hobbisti. Si chiamano Tomato Yellow Leaf Curl Virus, New Delhi Virus e Pepper Vein Yellows Virus. In Spagna, nel 2018, hanno causato enormi danni alle colture di pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, angurie e in particolare zucchine. Poi sono sbarcati in Sicilia. Adesso sono passati da noi.  I danni per le aziende orticole sono enormi. Le varietà di virus finora conosciute sono solo 5.000. C’è chi stima siano almeno due milioni. Da essi dipende, in un gioco di equilibri stabiliti dal tempo, il ciclo della vita di batteri, funghi, piante, animali e delle persone. Nel caso delle piante i virus si trasmettono attraverso l’innesto, il contatto fogliare, il contatto radicale, il taleaggio o tramite vettori come acari, insetti, nematodi, funghi e piante parassite. L’evoluzione delle specie ha fatto sì che nel tempo la natura abbia selezionato genotipi resistenti che sono quelli che fino a ieri hanno fatto la storia dell’alimentazione. I nuovi ibridi, meno evoluti, lasciano aperte finestre in cui i virus dannosi trovano più spazi di quelli benefici.

Castello Cavour

6) Il Castello è un sistema. La ristrutturazione è il frutto di un lavoro d’insieme durato anni, realizzato non da una singola persona o da una sola organizzazione. Un miracolo, frutto di un sistema a rete, che ha reso possibile realizzare un’operazione da molti considerata impossibile e utopica. E’ il simbolo di un riscatto non solo di Santena, ma della storia e delle memorie di generazioni che hanno saputo costruire uno Stato nuovo unitario nel cuore del Mediterraneo e dell’Europa. Un’eredità che le generazioni presenti, usufruttuarie dei vantaggi dell’Unità d’Italia ed europea hanno il dovere di conservare, di custodire, di promuovere e di valorizzare, considerato l’alto valore patriottico e continentale.

7) UBI e Crediti Deteriorati. I Crediti deteriorati in mano alle banche italiane sommano a 350 miliardi di euro. Dietro ci sono drammi famigliari e soprattutto di imprese che hanno chiuso o sono fallite. Si tratta di crediti difficili da esigere che per le banche comportano complesse e costose gestioni. Specie quando si tratta di immobili o di aziende oberate di mutui e ancor più di contratti di leasing. Un mondo poco conosciuto, esploso dopo la crisi del 2008 sull’onda di un periodo in cui si sono dati crediti senza consolidate garanzie di solidità di investimento. La crisi ha riportato alle banche patrimoni difficili da gestire, molto costosi da amministrare e via via in erosione di valore.  Ubi Banca in questi mesi ha ceduto un monte crediti factoring in contenzioso per € 157 milioni, oggetto di deconsolidamento. Inoltre è stata accolta l’offerta di Credito Fondiario per la cessione di un portafoglio leasing classificato a sofferenza, per un ammontare di € 740 milioni lordi. Le operazioni ricadono nella categoria delle cessioni opportunistiche, consentendo la dismissione economica di portafogli particolarmente complessi e agevolando la gestione interna del recupero crediti, fulcro della NPLS della banca.

Gino Anchisi
da Santena la città di Camillo Cavour, 4 agosto 2019.

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