Santena: magari come Grinzane Cavour. Puntata 203

SANTENA – 12 gennaio 2020 ­– 40anni di ritardo. L’esempio di Grinzane potrebbe essere copiato da Santena. Nuovo“Piano Regolatore”, Castello ristrutturato, riapertura del Museo Cavouriano, sito UNESCO, Premio Camillo Cavour, Distretto del Cibo. Cogliere l’occasione delle concomitanze.

Santena, Castello Cavour, cantiere aperto, 11 gennaio 2020

Mancare l’appuntamento per trasformare la Città sarebbe un fallimento. Per chi si impegna nella vita della comunità è una bella sfida. Per chi vuole candidarsi per le prossime elezioni è ora di scendere in campo.

Il paragone Santena-Grinzane Cavour è naturale. Rinasce domenica 5 gennaio, vigilia dell’Epifania. Dopo pranzo, con due giovani parenti visitiamo il secondo luogo sacro cavouriano, dopo Santena. Troviamo antichi amici. Prima i convenevoli sulla salute e il clima. Poi si passa a discutere di lavoro. Sono soddisfatti. Lo si vede. E dire che 40anni fa, all’inizio degli anni Ottanta (del Novecento), sembrava utopia. Pochi pazzi credevano nel valore turistico delle Langhe. Pochissimi pensavano che la cultura producesse ricchezza.

Castello Grinzane Cavour

E’ un discorso ricorrente anche a Santena e nel Chierese-Carmagnolese. Intreccia le opportunità offerte dal Castello Cavour, dal paesaggio rurale, dal sito Unesco e dai prodotti orticoli e gastronomici. Anche qui troppi imprenditori e politici ne sottovalutano la portata.

Rispetto alle Langhe, il Chierese-Carmagnolese è in ritardo di 40anni, nel fare squadra.

Un mazzo di asparagi e una preziosa bottiglia di Barolo di Ceretto

Imperterriti gli amici proseguono. 40anni fa il vino era già buono. C’era tanta concorrenza sleale. Quasi nessun controllo. L’attenzione verso il consumatore era scarsa. Il valore del prodotto era poco remunerativo. Chi puntava sulla qualità veniva considerato uno che voleva blagare. Poi venne lo scandalo del vino al Metanolo. Una truffa clamorosa che ha segnato profondamente la comunità di Langhe-Roero-Monferrato. Dopo i morti e gli invalidi, i controlli sanitari furono necessariamente rinforzati. Ma più di tutti fece la cultura. L’impegno di coloro che già da tempo puntavano sulla qualità delle uve e del vino si impose. Le istituzioni diedero una buona mano. Usarono i soldi dei contribuenti, in particolare le risorse dell’Unione Europea. La Regione Piemonte, tramite il Piano di Sviluppo Rurale, ha finanziato i nuovi investimenti nell’enologia. La presenza del tartufo, il paesaggio rurale, le nocciole, la Ferrero, la Fondazione Ferrero, i prodotti agricoli del territorio hanno fatto il resto. Per Langhe-Roero e Monferrato il turismo gastronomico e culturale produce ricchezza e lavoro.

Dicono che nel 2019 nel Castello di Grinzane ci sono state 50.000 visite. Più 18%. Solo a Grinzane si parla di 125.000 presenze. Gli affari nell’Albese vanno bene. Più che bene per ristoranti, alberghi, B/B, cantine vinicole, bar, commercio. Una vera manna, se accadesse anche a Santena. Merito anche di essere sito Unesco.

L’Unesco è la ciliegina sulla torta arrivata nel 2014. Collocata alla sommità di un’avventura iniziata già nel 1961, Centenario dell’Unità d’Italia. Nelle cantine del Castello fu creata l’Enoteca Regionale di Grinzane Cavour. Operazione cresciuta nei decenni successivi, sull’onda del binomio qualità e cultura. In mezzo c’è stata la vicenda del Premio Grinzane Cavour. Anch’esso sfociato purtroppo in un clamoroso scandalo. Comunque, ha contribuito a far conoscere in Europa e nel Mondo Grinzane, le Langhe e i suoi prodotti. In particolare i vini.  

Santena potrebbe copiare il modello. Tanto più che si sta preparando il nuovo “Piano Regolatore” della Città.  Un’occasione da non perdere, nel momento in cui il Castello Cavour è stato ristrutturato e risistemato. Castello che è parte fondamentale del patrimonio Unesco delle Residenze Sabaude. In più sta crescendo l’interesse per il Distretto del Cibo della Provincia di Torino, ovvero, Città Metropolitana Torinese. Un distretto specializzato nella coltivazione di ortaggi e nella produzione di alimenti di qualità.

A questo punto bisogna affrontare il problema del paesaggio rurale di Santena, del Pianalto e della Zona Chierese-Carmagnolese della “Città Metropolitana”. Per intervenire sul paesaggio ci vuole un “Piano del Territorio” non banale e ripetitivo. Non il solito Piano edilizio senz’anima di triste memoria. Fatto per accontentamento. Oggi ci vuole un Piano che non si limiti all’abitato ma che si occupi finalmente e soprattutto della campagna. Nonostante 40anni di ritardo.

Gino Anchisi
da Santena La città di Camillo Cavour, 13 gennaio 2020.

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