Santena un po’ ebrea. Puntata 206

SANTENA – 1° febbraio 2020 – Giorni della Memoria e del Ricordo. Presentazione del volume “Oltre i cancelli”. Domenica, 2 febbraio, in municipio, alle ore 11. La comunità santenese è invitata alla cerimonia. L’ingresso è libero e gratuito. Organizza il Comune di Santena, con il Circolo culturale Europa.

“OLTRE I CANCELLI. La comunità ebraica e il ghetto di Chieri dal ‘400 al ‘900: storia, arte e protagonisti” -curato da Corrado Terranova con Mariacristina Colli, edizioni Gaidano&Matta- è da leggere. Riguarda anche Santena.

Il volume è ampio. Ben 400 pagine. La dimensione culturale dei contenuti supera i confini attuali di Chieri. Della “piccola” Chieri umiliata, in ultimo, dalla perdita di Santena, la sua borgata più importante. La proiezione è piemontese, padana, peninsulare.  

Il libro racconta la presenza e l’azione di una minoranza, evidenziandone le doti di adattabilità e di relazione. La mobilità territoriale era un elemento di forza di questo popolo perseguitato da secoli. Normalmente avveniva per matrimonio e nel caso dei maschi per motivi scolastici, lavorativi e professionali. Altra caratteristica fu l’attitudine a integrarsi in nuove comunità in cui gli interessi delle categorie sociali erano in evoluzione. Condizione che favoriva l’inserimento di questi nuovi immigrati che arricchivano l’offerta di servizi e di attività socialmente utili, in particolare quelle legate alla finanza e all’attività bancaria. Ciò avveniva in centri urbani di un certo livello come Chieri. Caratterizzati da dinamicità economica e imprenditoriale.

Nel caso di Santena, allora elemento costitutivo della Comunità chierese, l’esempio è lampante. A metà Ottocento, nel pieno della rivoluzione sfociata nella nascita dello Stato unitario, gli Ebrei hanno contribuito a cambiare gli assetti sociali della città che ha la fortuna di ospitare la Casa e la Tomba di Camillo Cavour. Constatazione confermata dagli studi e dalle ricerche condotte dallo storico Carlo Smeriglio. La formazione delle attuali proprietà agricole fu in parte gestita da banchieri e intermediari ebrei. Specialisti nell’acquistare le terre agricole della nobiltà –interessata a investire nell’industria nascente e nell’edilizia delle grandi città – per rivenderle possibilmente ai piccoli e medi particolari-proprietari confinanti. Il caso più eclatante riguarda le famiglie Sacerdote e Levi, titolari della Banca Cugini Levi e Sacerdote.        

“OLTRE I CANCELLI” non parla direttamente delle persecuzioni, dei pregiudizi, delle restrizioni cui erano sottoposti i “Giudei”. Queste emergono, tra le righe, senza prevalere sul ricco racconto. Gli autori non hanno puntato sulla drammatizzazione. Piuttosto hanno insistito su una normalità che lascia trasparire l’enormità dell’ingiustizia e delle disparità verso una minoranza religiosa, linguistica ed etnica.

Il libro aiuta a comprendere come si è formata e come è cresciuta una cattiva mentalità tra i non Ebrei. Racconta di una quotidianità “quasi” normale. In cui le accuse di Deicidio e di Usura si sono sommate. Nonostante le Chiese fossero colme di figure ebraiche. Nonostante l’evidenza che erano i governanti –Re, Duchi e Comuni– a imporre agli Ebrei le modalità con cui esercitare il prestito di danaro e i tassi d’interesse da applicare alle categorie emergenti.

Il lettore pian piano si rende conto di quanto profonde siano le radici del male. Che non è sufficiente parlare degli orrori dei campi di concentramento per prevenire il ripetersi dei soprusi a sfondo religioso e razziale. Che le origini cristiane, cattoliche e laiche dell’antiebraismo hanno formato i pregiudizi sfociati nelle leggi razziali e quindi nella soluzione finale.

Soluzione concepita e realizzata in Germania. Considerata all’inizio del Novecento la nazione più istruita del Globo. Nazione collocata al centro della “progredita” Europa. Un continente intriso di antisemitismo dalla Russia al Portogallo. Dal Mediterraneo alla Scandinavia. Compresa la razzista Italia che ancor oggi porta sulle spalle, con sospetta indifferenza, la vergogna delle leggi “per la difesa della Razza” del 1938.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 1 febbraio 2020.

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