La Regione fa i Distretti del Cibo. Puntata 235

SANTENA – 20 settembre 2020 – Dalla Fattoria alla Tavola e l’European Green Deal sono un’opportunità per l’agricoltura e l’orticoltura della Città Metropolitana Torinese. Il Distretto del Cibo è l’occasione perché alle aziende agricole e al comparto agroalimentare sia riconosciuto il giusto valore.

La Giunta Cirio ha preparato il Regolamento regionale recante: “Individuazione e disciplina dei distretti del cibo. Articolo 43 della legge regionale 22 gennaio 2019, n. 1 (Riordino delle norme in materia di agricoltura e di sviluppo rurale). Per ora è una bozza su cui, entro mercoledì 23 settembre, si possono far pervenire osservazioni e modifiche.

Il regolamento ricalca la normativa nazionale e il Distretto del Chierese-Carmagnolese ricade tra le casistiche previste. Alla luce di quanto sopra e tenuto conto della specificità rappresentata dal Distretto è evidente che la Regione, la Città Metropolitana, i Comuni, le Fondazioni Bancarie e gli Istituti di Credito, debbano sostenerlo con la stessa determinazione impiegata nel passato nel caso del vino e della carne bovina. Si tratta, infatti, di un’ operazione che ha l’ambizione di consolidare le aziende agricole-orticole, le imprese alimentari e la produzione e l’accesso al cibo fresco, naturale e salutare da parte delle persone che vivono nell’area metropolitana torinese.

Immagine di Archivio: da sinistra, Domenico Tuninetti, presidente Consorzio del peperone di Carmagnola; Ivana Gaveglio, sindaca di Carmagnola; Gian Luigi Surra, assessore Agricoltura di Carmagnola

La Zona Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana è la green zone di Torino e provincia, all’avanguardia anche nella produzione di carni e latticini di qualità, nonchè di prezioso concime organico naturale fondamentale per l’orticoltura. Un’area in cui da anni già si pratica la nuova strategia Farm to Fork, quella “dal campo alla forchetta, dalla fattoria alla tavola” che esalta il cibo pulito e salutare, la tutela degli ecosistemi, l’accorciamento delle filiere, l’agrobiodiversità, l’innovazione tecnologica, la ricerca scientifica e il valore del prodotto del lavoro. Con questa strategia,l’Unione Europea, insieme agli Stati e alle Regioni, punta fra l’altro a mettere in diretto collegamento il produttore col consumatore, al fine di contenere le distorsioni del mercato. Una decisione che ben si presta all’orticoltura e frutticoltura della zona, dove da secoli si pratica la vendita diretta in cascina di peperoni, asparagi, ciliegie, zucchine, piselli, insalate, cavoli e altri ortaggi, coltivati in quella che è la green zone, la zona verde, per eccellenza di Torino e della Città Metropolitana.

 Il Distretto del Cibo è il punto di partenza per inserire le aziende e la comunità del Chierese-Carmagnolese nelle nuove politiche agricole-rurali-ambientali dell’Unione Europea, dell’Italia e del Piemonte nel periodo di pianificazione del PSR 2021-2030.

Asparagi

Fondamentale sarà il ruolo delle aziende agricole, dell’agroalimentare, dell’agroindustria, dell’associazionismo aziendale, delle rappresentanze sindacali, dei Comuni, della Città Metropolitana e della Regione Piemonte. Oltre alla vasta rete delle aziende agricole produttrici, altri punti di forza della comunità su cui contare sono la logistica, lungo la direttrice ferroviaria e autostradale, la presenza di imprese che operano nell’agroalimentare e nell’agroindustria, l’integrazione con il mercato metropolitano e regionale.

Il Distretto del Cibo inoltre è l’occasione per favorire la riconversione di parte delle coltivazioni e delle aziende del territorio e per incrementare la biodiversità coltivando prodotti più consoni al clima, ai terreni e alle risorse idriche del territorio.

Il modello da copiare è quello che ha sostenuto la riconversione del vino e della carne, dopo la vicenda del metanolo e di mucca pazza.

Avere una politica agricola e della biodiversità per la Città Metropolitana e il Piemonte significa ragionare sulla crescita economica e sociale di una comunità di oltre due milioni di persone, duramente colpita dalla crisi industriale. Crescita sociale che ha le sue basi nella tutela ambientale, nel paesaggio rurale, nella sostenibilità, nel corretto utilizzo del suolo e delle colture, nella riduzione dell’inquinamento, nel fare orticoltura pulita e sostenibile, nel ringiovanimento degli imprenditori e lavoratori agricoli, nella ricerca e soprattutto nel garantire redditività alle aziende agricole.

Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, vigilia del 20 settembre 2020. Presa di Porta Pia.