Santena, il covid-19 non ferma la solidarietà

SANTENA – 21 febbraio 2021 – Il covid-19 non ferma la solidarietà. Dalla parrocchia arrivano buone notizie.  Sono andate bene la raccolta delle offerte per la Giornata mondiale dei malati di lebbra organizzata in città dal Mio e l’iniziativa una primula per la vita nascente, organizzata dal locale Centro di aiuto alla vita. Ne sa di più il parroco don Beppe Zorzan che aggiorna sulla vita della parrocchia ai tempi del coronavirus.

Santena, chiesa parrocchiale, 29 marzo 2020

IL COVID NON FERMA LA SOLIDARIETA’ Dalla comunità cristiana cittadina, in tema di solidarietà, arrivano due buone notizie. La prima è che la raccolta fra i frequentatori delle messe in occasione della giornata mondiale dei malati di lebbra ha visto donare 1.600 euro. Le messe cittadine sono state animate dai volontari dell’Associazione Mio, Moriondo insieme ovunque.  La seconda buona notizie riguarda l’iniziativa una primula per la vita, organizzata dal locale Centro di aiuto alla vita. In questo caso i santenesi che si sono portati a casa una o più primule colorate hanno donato 2.220 euro. Fondi che i volontari del Centro aiuto alla vita impiegheranno per aiutare le mamme a portare a temine la gravidanza e sostenerle nei primi anni di vita dei bambini. Don Beppe Zorzan, parroco di Santena, commenta: «Si tratta di due raccolte che sono andate molto bene, addirittura meglio degli anni precedenti. Questa solidarietà mi sembra davvero un buon segnale. I santenesi, anche in tempo di pandemia, si sono dimostrati sensibili nel contribuire a favore di queste ormai tradizionali iniziative cittadine di solidarietà».

Volontrai di ReciprocaMensa

150 NUCLEI FAMIGLIARI FANNO FATICA Il parroco aggiunge: «L’emergenza coronavirus vede sempre più santenesi che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Arrivano in parrocchia per chiedere aiuto santenesi che hanno perso il lavoro, persone sotto sfratto e nuclei familiari, più o meno numerosi, che hanno problemi economici ad arrivare a fine mese anche solo per comprare gli alimenti. In queste settimane continua a crescere il numero di persone che si rivolgono alla Caritas e a ReciprocaMensa per chiedere cibo fresco e alimenti a lunga conservazione. In tutto i nuclei famigliari assistiti oggi sono circa centocinquanta».  

Cesta della solidarietà in grotta parrocchiale

CESTA DELLA SOLIDARIETA’ PERMANENTE Da mesi c’è la cesta della solidarietà, posata a lato dell’altare della grotta al piano terra della chiesa parrocchiale. I santenesi possono depositare alimenti a lunga conservazione che sono donati alle famiglie meno abbienti. Il parroco spiega: «La cesta della solidarietà è un’altra bella iniziativa. In questi mesi i santenesi hanno depositato tanti alimenti a lunga conservazione. Sino a qualche anno fa la cesta veniva messa solo in Avvento e Quaresima. Ora, sin dall’emergenza coronavirus, la cesta della solidarietà è presente tutto l’anno. E in Quaresima donare alimenti a chi, per problemi economici, non riesce nemmeno ad apparecchiare la tavola, mi sembra una buona iniziativa».

SITI PARROCCHIALI AGGIORNATI Ai tempi del covid le tre parrocchie stanno aggiornando i siti web. Grazie al lavoro gratuito dell’esperto informatico Daniele Cera i siti sono stati rivisti e ottimizzati dal punto di vista grafico come dei contenuti. In ogni parrocchia c’è un gruppo, spesso numericamente molto ridotto, che si occupa di alimentare e aggiornare i siti parrocchiali.

IN PARROCCHIA SERVONO VOLONTARI Don Beppe Zorzan chiude con un appello che ripete da alcuni mesi: «In parrocchia c’è bisogno di volontari.  Servono persone per tenere pulito e all’onore del mondo l’oratorio San Luigi, così come la chiesa e le strutture parrocchiali. Ricordo che in tempi di pandemia la chiesa viene sanificata prima e al termine delle funzioni religiose».

RIPRESA DELLE ATTIVITA’ PASTORALI A livello di attività pastorale il parroco ricorda: «Sono riprese le attività del catechismo. Stiamo lavorando per celebrare le prime comunioni a giugno, se pur con qualche slittamento. Sono ripartiti anche i matrimoni, in gran parte si tratta di promessi sposi che l’anno scorso hanno dovuto rinviare il giorno del sì. L’incertezza non riguarda tanto la funzione religiosa che si riesce a tenere nel rispetto delle regole a contrasto del covid-19, quanto i festeggiamenti successivi e segnatamente il pranzo nuziale. Per coloro che si sposano nel pomeriggio il coprifuoco che arriva alle 22 è un altro problema».