Santena, sul ponte sventola bandiera bianca. Puntata 268

SANTENA – 23 maggio 2021 – La Repubblica di Venezia del 1848 è un esempio della partecipazione del popolo al Risorgimento. La rima, diventata ritornello della canzone “Bandiera bianca” di Franco Battiato, ricorda la storia costruita da Camillo Cavour e dai suoi contemporanei, italiani e stranieri.

Santena, la città degli asparagi. La Città di Camillo Cavour e dei suoi contemporanei. La Città del primo, secondo e terzo Risorgimento italiano nei giorni del 160° anniversario dell’Unità d’Italia e della sospetta frettolosa morte del suo Statista porge le condoglianze all’universo per la scomparsa del maestro Franco Battiato.

ROME, ITALY – NOVEMBER 16: Francesco Battiato attends the Short Films CinemaXXi during the 7th Rome Film Festival at Auditorium Parco Della Musica on November 16, 2012 in Rome, Italy. (Photo by Elisabetta Villa/Getty Images)

Di seguito sono pubblicati gli imperdibili testi di “Bandiera bianca” e de “L’ultima ora di Venezia”. 

“Sul ponte sventola bandiera bianca” è la rima ripetuta per quattro volte nella poesia “L’ultima ora di Venezia“ di Arnaldo Fusinato. Scritta nel 1849, racconta la resa della Repubblica di Venezia agli invasori austriaci. Sorta nel 1848 sull’onda della rivoluzione sfociata nella Prima guerra di Indipendenza, la Repubblica di San Marco finiva per fame, malattie e disperazione.  La poesia oggi è tragicamente dimenticata. Fino a qualche decennio fa veniva studiata a memoria nelle scuole medie. Si era ancora nel periodo felice, seguente la Liberazione dell’Italia dall’Occupazione Nazista e Fascista, in cui cresceva l’ideale europeista di cui oggi beneficiamo. L’attenzione al processo di costruzione dello stato unitario allora era considerata la base per creare un’identificazione con la società sorta prima, durante e dopo l’unificazione statale.  Oggi purtroppo non è più così. Non è un caso che, in concomitanza con il declino dell’Italia, le giovani generazioni siano deprivate dai programmi scolastici di conoscenze indispensabili per comprendere l’origine del loro essere cittadini. Delle complessità geopolitiche affrontate dai nostri antenati di sole 4 o 5 generazioni precedenti. Di come, chi, quando e su cosa si basano i doveri e diritti che regolano la convivenza tra le persone.

Nell’era del Covid il pensiero va inevitabilmente al visionario Franco Battiato. Al cantautore universale che ha ripreso la rima di Fusinato per farne il ritornello di una sua canzone “Bandiera Bianca”, pubblicata nell’album “La voce del padrone” del 1981. Una delle opere più importanti scaturita dal fantastico mondo dei cantautori italiani. Veri e propri geni della poetica moderna, sulla quale si sono formati tanti italiani di oggi.

Testo di “Bandiera bianca”

Mr Tamburino non ho voglia di scherzare
Rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare
Siamo figli delle stelle e pronipoti di sua maestà il denaro
Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare
Quei programmi demenziali con tribune elettorali
E avete voglia di mettervi profumi e deodoranti
Siete come sabbie mobili tirate giù uh
C’è chi si mette degli occhiali da sole
Per avere più carisma e sintomatico mistero
Uh com’è difficile restare padre quando i figli crescono e le mamme imbiancano
Quante squallide figure che attraversano il paese 
Com’è misera la vita negli abusi di potere

Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca

A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata
A Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie
Uh com’è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore
In quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore
Ho sentito degli spari in una via del centro 
Quante stupide galline che si azzuffano per niente

Minima immoralia
Minima immoralia
E sommersi soprattutto da immondizie musicali

Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca

Minima immoralia
Minima immoralia
Minima immoralia
Minima immoralia
The end my only friend (minima immoralia)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
This is the end my only friend (minima immoralia)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
The end my only friend (minima immoralia)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
The end my only friend (minima immoralia)
(Sul ponte sventola bandiera bianca)
Minima immoralia

Testo di “L’ultima ora di Venezia”

È fosco l’aere,
il cielo è muto;
ed io sul tacito
veron seduto,
in solitaria
malinconia
ti guardo e lagrimo,
Venezia mia !

Fra i rotti nugoli
dell’occidente
il raggio perdesi
del sol morente,
e mesto sibila
per l’aria bruna
l’ultimo gemito
della laguna.

Passa una gondola
della città:
– Ehi, della gondola,
qual novità ? –
– Il morbo infuria
il pan ci manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca ! –

No, no, non splendere
su tanti guai,
sole d’Italia,
non splender mai !
E su la veneta
spenta fortuna
si eterni il gemito
della laguna.

Venezia ! L’ultima
ora è venuta;
illustre martire,
tu sei perduta …
Il morbo infuria,
il pan ti manca,
sul ponte sventola
bandiera bianca !

Ma non le ignivome
palle roventi,
né i mille fulmini
su te stridenti,
troncâro ai liberi
tuoi dì lo stame …
Viva Venezia !
muore di fame !

Su le tue pagine
scolpisci, o storia,
l’altrui nequizie
e la sua gloria,
e grida ai posteri:
– Tre volte infame
chi vuol Venezia
morta di fame ! –

Viva Venezia !
L’ira nemica
la sua risuscita
virtude antica;
ma il morbo infuria,
ma il pan ci manca …
sul ponte sventola
bandiera bianca !

Ed ora infrangasi
qui su la pietra,
finché è libera
questa mia cetra.
A te, Venezia,
l’ultimo canto,
l’ultimo bacio,
l’ultimo pianto !

Ramingo ed esule
in suol straniero,
vivrai, Venezia,
nel mio pensiero;
vivrai nel tempio
qui del mio core
come l’immagine
del primo amore.

Ma il vento sibila
ma l’ombra è scura,
ma tutta in tenebre
è la natura:
le corde stridono,
la voce manca …
sul ponte sventola
bandiera bianca !

Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 23 maggio 2021