Santena, Premio Cavour 2021 a Romano Prodi. Puntata 270

SANTENA – 6 giugno 2021 – Camillo fece arrestare l’Arcivescovo Fransoni. Prodi si è limitato a disubbidire al Presidente della Cei, Ruini. Per i “distratti” si ricorda che il Premio Cavour è assegnato dall’Associazione Amici della Fondazione Cavour e dalla Fondazione Camillo Cavour. Oggi, per l’inaugurazione del Memoriale Cavouriano, c’erano Marco Boglione, presidente della Fondazione Cavour,  Gianni Ghio, presidente dell’Associazione Amici di Cavour,  insieme alla ministra Fabiana Dadone, alla sindaca di Torino Chiara Appendino e all’assessore regionale del Piemonte Maurizio Marrone.    

Oggi Marco Boglione, presidente della Fondazione Cavour, ha annunciato che il Premio Cavour 2021 sarà conferito a Romano Prodi

Camillo Cavour saprà apprezzare. Prodi gli ricorda l’Europa. E pure lo scontro tra Chiesa e Stato durante il Risorgimento. Anche stavolta l’attribuzione di quello che può ormai essere considerato uno dei più prestigiosi premi nazionali è azzeccata. Nella sua piccola grandezza Santena dimostra di essere un qualcosa di speciale sulla scena della promozione e valorizzazione dei beni culturali e della politica. Sarà per la Tomba, il Parco, il Castello, l’Archivio e la Cascina Nuova dei Benso. Per le ville, le cascine storiche, i castelli, la campagna e le coltivazioni che ne caratterizzano il paesaggio. Sarà per quella sua singolare commistione tra volontariato e professionalità. Per quella speciale integrazione tra Castello e comunità circostante. Per l’essere città a cavallo tra il Piemonte rurale e metropolitano. Sarà perché è terra di confine in cui tradizione e innovazione sono reciprocamente stimolate dalla presenza di un moderno comparto agroalimentare e dalla funzione logistica esercitata dalle infrastrutture che collegano il territorio con tutta Italia e con l’Europa. Fatto è che Santena ben rappresenta un insieme di solide identità degli Italiani. Nonché terra su cui investire nell’agricoltura 4.0.

Romano Prodi

Anche l’ottantaduenne Romano Prodi rappresenta per gli Italiani un’identità assai importante: quella monetaria ed europea. Prodi è stato tra gli artefici dell’unione monetaria nell’Euro. Un’identità che per Santena significa un ritorno alle radici. Al periodo fantastico del Medioevo. Quando, borgata di Chieri, faceva parte della terra dei Lombardi. Di coloro che, tramite un moderno sistema bancario, facevano commercio, finanza e scambiavano moneta nelle terre più ricche del Nord Europa e d’Italia.

Romano Prodi è stato Capo del Governo in due importanti fasi della storia italiana ed europea. Tra la prima –maggio 1996 e ottobre 1998- e la seconda –maggio 2006 e maggio 2008- è stato presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004. E’ uno dei più importanti politici d’Europa per aver governato l’entrata in vigore dell’Euro nel 2002 e l’allargamento dell’Unione a dieci paesi europei: Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Cipro e Malta.

Prodi a Cavour dovrebbe essere simpatico per un altro motivo. Per quella sua famosa espressione: “Sono un cattolico adulto e vado a votare”. Oddio forse Camillo avrebbe preferito che all’affermazione seguisse l’arresto e magari l’esilio del Cardinale Camillo Ruini. Cavour però sa che i tempi non sono più quelli suoi e di Garibaldi. Quando, dopo la mancata assoluzione in punto di morte del suo caro amico Pietro di Santa Rosa, nel 1850, si impegnò per l’arresto e l’incarceramento per un mese a Fenestrelle dell’Arcivescovo di Torino Luigi Fransoni. Allora i rapporti tra la società civile e la Chiesa erano differenti e molto più tesi. Quando Prodi disubbidì, si era al 9 marzo 2005. Fece scalpore semplicemente chiedendo al clero il rispetto dell’eterogeneità del laicato cattolico. Di lì a poco si sarebbe votato il referendum sulla Legge 40/2004, sulla fecondazione assistita e sulla ricerca scientifica sulle cellule staminali. La Chiesa italiana, tramite il presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) Camillo Ruini, decise di invitare gli elettori cattolici a non votare nell’intento, riuscito, di non far raggiungere il quorum del 50% degli aventi diritto al voto. Prodi e altri con orgoglio si ribellarono.

Monsignor Camillo Ruini

L’astensione era una soluzione pilatesca che ha sminuito il ruolo sociale della Chiesa. Che ha segnalato la sua difficoltà a stare al passo con i tempi. In quei frangenti riecheggiò, tra i pochi laici rimasti in Italia, l’eco delle vicende care a Camillo, a Rosmini e ai loro contemporanei che sfociarono nel riformismo cattolico e nelle Leggi Siccardi del 1850. Nella separazione dei poteri tra Stato e Chiesa e nel concetto di Libera Chiesa in libero Stato. Nell’autonomia praticata da Alcide De Gasperi verso il Vaticano. Romano Prodi, dissentendo, dimostrò di avere carattere. Lo fece probabilmente non senza rammarico. Perché con Ruini in passato i rapporti erano stati amicali. Il futuro presidente della Cei aveva addirittura celebrato il matrimonio tra Flavia Franzoni e Prodi.

Marco Boglione, presidente della Fondazione Camillo Cavour e Gianni Ghio, presidente dell’Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena danno appuntamento per la consegna dei famosi occhiali di Camillo Cavour al XX settembre prossimo: 151° anniversario della Presa di Roma e 150° di Roma Capitale d’Italia.

Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 6 giugno 2021, 160° dalla morte dello Statista.