Santena: Caffè Vergnano e Coca Cola. Puntata 274

SANTENA – 3 luglio 2021 – Nel Chierese-Carmagnolese la crescita dell’agro-alimentare spinge in favore del Distretto del Cibo. Qualità degli alimenti, paesaggio, clima, logistica e infrastrutture sono la forza del territorio da cui Cavour e i suoi contemporanei hanno operato inserendo l’Italia nel contesto europeo. Da una parte la vicenda Embraco, dall’altra investimenti nell’agro-industria.       

E’ la più antica torrefazione italiana del caffè.  E’ nata a Chieri nel 1882.  La Caffè Vergnano ha iniziato l’attività 21 anni dopo la morte di Camillo Cavour (1810-1861), 11 anni dopo la proclamazione di Roma Capitale (1871).  Da allora è sempre stata in crescita. Oggi è presente in 90 Paesi e occupa duecento dipendenti. La direzione è saldamente in mano alla famiglia. Presidente, Carlo Vergnano; CEO, Franco Vergnano; Tecnical Manager, Pietro Vergnano; Comm. Manager, Enrico Vergnano; Coffee Buyer, Pietro Vergnano; International, Carolina Vergnano. Con l’accordo qualcosa cambierà. Nel cda entreranno quelli di Coca Cola Hbc. Poi si vedrà.

La sede oggi è Santena, ex borgata di Chieri. La Caffè Vergnano è un’impresa tipica della cultura dei luoghi, con le radici ben piantate nel territorio, capace di proiettarsi verso orizzonti globali. Il Chierese e Santena, dai tempi dei Romani e dal Medioevo, per non parlare del Rinascimento, del Risorgimento e della Ricostruzione, hanno sempre avuto, grazie alla posizione geopolitica, una proiezione internazionale in grado di stare al passo con i tempi. Nell’accordo probabilmente è contato anche il valore logistico degli impianti. L’azienda, con sede e magazzini a Santena, dopo aver guardato al territorio del poirinese, sta costruendo un nuovo stabilimento nella vicina Valfenera, sul confine con il Distretto del Cibo. Vicino all’ingresso di Villanova dell’autostrada Torino-Piacenza. Un ulteriore investimento con nuovi posti di lavoro nell’agroalimentare, dopo la Dolcerialba di Santena, 200 addetti e la Fiorentini di Trofarello, 250 dipendenti, nella terra dove langue la vicenda Embraco. 

Camillo Cavour

Per la sua dimensione l’operazione Coca Cola-Vergnano avrebbe suscitato la curiosità del mezzo-svizzero, per parte di madre, Camillo Cavour. Così come oggi desta interesse tra coloro che s’interrogano sul futuro della Comunità. Un aroma più intenso percorre il Distretto del Cibo metropolitano. E’ un misto di odori di campagna, di traffico internazionale, con aggiunta di caffeina, di ortofrutta e altro ancora. Di spirito glocale, frutto dalla combinazione tra locale e globale. Di innovazione logistica e infrastrutture. Di prodotti sostenibili e di qualità. Di investimenti di prossimità che creano lavoro e ricchezza. Di voglia di costruire una rete in cui possano operare piccole, medie e grandi aziende del settore agro-alimentare-industriale e lavoratori specializzati nella coltivazione e lavorazione di cibo sano e gustoso.

La Caffè Vergnano in questi giorni ha ceduto alla Coca Cola il 30 per cento. Più precisamente alla Coca Cola Hbc (Hellenic bottling company). Società d’origine greca, con sede in Svizzera, con 6 miliardi di fatturato annuo. Partecipata al 25% dalla casa madre Coca Cola Company di Atlanta, Georgia, USA, la Hbc è un’imbottigliatrice dello sciroppo a base di caffeina, più famoso e segreto al Mondo, che distribuisce in 28 Stati: in Italia, nell’Europa dell’Est, fino in Nigeria. Quanto ammonti il 30% versato nelle casse della Vergnano non è dato sapere, per ora.

Per la comunità del nascente Distretto del Cibo metropolitano questa per ora è la più importante e significativa operazione di livello globale del dopo COVID. Un periodo caratterizzato dalla ricerca di nuovi equilibri strategici a livello mondiale e da cali di fatturato e di profitti, pur in presenza di volumi di consumi in crescita. Situazione che fa presagire profonde ristrutturazioni nei vari comparti dei beni alimentari a livello europeo e mondiale, sull’onda della crescente attenzione alla qualità e sostenibilità dei prodotti.

La Hbc non è nuova negli investimenti nel Sud Piemonte. Nel settembre 2019, poco prima dello scoppio della pandemia, ha acquisito per 88 milioni la Lurisia di Roccaforte di Mondovì. La storica azienda cuneese, produttrice di acque minerali e di bibite di proprietà di Eataly di Oscar Farinetti e della famiglia Invernizzi. Fino ad allora partner di Slow Food, l’associazione fondata dal Premio Nazionale Camillo Cavour 2012, Carlin Petrini. L’interesse della Coca Cola Hbc per il territorio del Sud Piemonte è evidente. Che la sua attenzione si sia rivolta alla Caffè Vergnano indica che accanto al buon caffè e al marchio hanno contato altri due fattori. La nuova domanda mondiale di cibo e di bevande di qualità. E la collocazione geografica e logistica dell’Azienda.

L’operazione Caffè Vergnano-Coca Cola Hbc è più vasta e più strategica di quel che appare. Il tutto infatti è integrato in una rete che conta sulle economie di scala e sulle sinergie di commercializzazione e di distribuzione, favorite da un sistema logistico collocato su uno dei più dinamici snodi delle infrastrutture trasportistiche di livello mondiale: l’asse Moncalieri- Santena-Poirino-Villanova. Un asse cavouriano che collega la Pianura Padana al Mediterraneo, al Nord e all’Est Europa, al Nord Africa e al Medio Oriente.

Gino Anchisi da Santena, la città di Camillo Cavour, 3 luglio 2021

Santena, nelle immagini stabilimento e magazzini della ditta Caffè Vergnano, 3 luglio 2021