Ages, il consiglio comunale discute e boccia la mozione delle minoranze

SANTENA – 5 dicembre 2008 – Nella seduta di lunedì 24 novembre scorso il consiglio comunale ha discusso della situazione dell’Ages. Lo ha fatto esaminando una mozione presentata dalla minoranze. Di seguito si propone tutto il dibattito, riportato quasi integralmente. E’ lungo, ma ci potete trovare quello che pensano i nostri consiglieri in merito alla crisi occupazionale dell’Ages. Buona lettura.

Il dibattito sulla mozione dell’Ages in consiglio comunale inizia con Domenico Galizio, capogruppo di Insieme per Santena, che legge il documento firmato da sei consiglieri dei gruppi di opposizione: Roberto Ansaldi, Tommaso Elia, Bruno Ferragatta, Domenico Galizio, Ilario Martini, Cetty Siciliano.

Di seguito il testo della mozione.
Considerato che più volte i gruppi di opposizione avevano posto all’attenzione del sindaco la precaria situazione dei lavoratori dell’Ages spa e che nel mese di giugno 2008 la minoranza aveva sollecitato l’amministrazione ad assumere le iniziative volte a salvaguardare i posti di lavoro di tanti santenesi;
-visto che più volte il sindaco ha palesato ottimismo in tal senso e, in particolare, nella lettera del 31 luglio rassicurava i consiglieri di opposizione che avrebbe personalmente seguito la vicenda Ages informando tempestivamente il consiglio comunale sul suo evolversi;
-considerato altresì che la cassa integrazione speciale è scaduta il 31 ottobre 2008, ancorché la stessa non fosse ancora stata concessa dal Ministero, causa mancanza di presupposti e che ai lavoratori in questo momento non è garantito alcun ammortizzatore sociale;
-si richiede che il consiglio comunale di Santena impegni il sindaco in prima persona a:
-coinvolgere i sindaci di Cambiano, Poirino, Villastellone, Villanova d’Asti, Asti e Trofarello sulla vicenda dell’Ages di Santena e di Asti per le gravi ricadute che si avranno sui lavoratori che risiedono nei comuni succitati;
-agire con l’azienda da un lato e con le istituzioni dall’altro affinché il caso Ages assuma la rilevanza che la gravità della situazione impone al fine di attivare comunque gli ammortizzatori sociali;
-istituire immediatamente un fondo di 50.000 euro per i primi fabbisogni e le emergenze che ne deriveranno da predetta situazione nei confronti dei lavoratori privi di reddito, quali: i costi scolastici (mensa, rette, scuolabus) e i costi familiari (affitti, bollette);
-prevedere, in sede del bilancio di previsione 2009, un capitolo volto a garantire gli aiuti alle famiglie santenesi per le gravi ricadute che si avranno nel prossimo esercizio.

Dopo la lettura della mozione Domenico Galizio interviene così.
Io dico che, sicuramente, il tema che coinvolge l’Ages e i lavoratori che vi operano è un argomento di straordinaria importanza per la nostra città. Lo sarebbe in ogni caso per l’impatto che ha, lo è soprattutto nel contesto odierno. Tra le comunicazioni del sindaco c’era, in particolare, di riferire per le iniziative intraprese per l’Ages. Mi aveva fatto ben sperare che, una volta tanto, su un problema del genere, che riguarda veramente a 360 gradi tutta Santena il consiglio avesse colto l’occasione per esprimersi in maniera unitaria e senza distinguo tra maggioranza o opposizione o tra fazioni politiche. Io me lo sarei augurato.
Però di fatto, anche dalle piccole cose si nota l’importanza che si danno agli argomenti. E la piccola cosa è l’aver voluto comunque scindere quanto ha riferito il sindaco da una espressione di tutti i gruppi consiliari. Questo è già un segnale; di fatto questa sera, qui, senza una mozione delle minoranze non ci sarebbe stato dibattito su un tema che negli ultimi due mesi, ci coinvolge in maniera molto, molto seria. E questa serietà andava riconosciuta, senza fare dei distinguo.
Andando nel merito, nella mozione si dicono chiaramente i nostri intendimenti. Volevo dire che, invece, dalla comunicazione che ha fatto il sindaco in apertura di consiglio io ho visto che, di fatto, era una informativa molto dettagliata. Sarebbe stato meglio avere un testo scritto anche per non perdere i passaggi importanti. Ho dovuto segnarmi, velocemente, delle cose; era un elenco abbastanza lungo che però è molto scarno fino al 28 di ottobre. Da lì in avanti è invece densissimo, fino ad arrivare ai giorni nostri. Questa è la  testimonianza di quello che è stato il comportamento di chi ha gestito la cosa pubblica  a Santena negli ultimi anni. Di fatto, sino al 28 di ottobre, ci si è limitati a una dialettica molto scarna ed essenziale. Ad esempio lo scrivere al sindaco di Asti e accontentarsi della risposta che ad Asti l’Ages va tutto bene; e tutto finisce lì. Tra l’altro mi è sfuggito, e lo dico al sindaco che se ne ha il merito lo dico che è bene che se lo rivendichi; il sindaco tempo addietro ha fatto un viaggio a Milano, non ci è stato detto per cosa. Se era iniziativa utile per l’Ages avrei visto bene dire un po’ di più di quel viaggio; non sarebbe male visto che tutto è stato fatto con i soldi dei cittadini.
Nel merito io dico che il problema dell’Ages non va trattato con la freddezza che io ho visto qui stasera. Io mi sento personalmente coinvolto, anche se non ho mai messo piedi all’interno dell’Ages. Perché, comunque, sono tanti gli amici, i parenti, i conoscenti, moltissimi di Santena, quelli che vi lavorano adesso, ma anche le generazioni precedenti, che lì dentro hanno dato la vita. E, secondo me, questo merita un po’ di calore partecipativo e non semplicemente dire abbiamo fatto diligentemente quello che andava fatto. E quindi chiederei a questo consiglio di esprimersi in maniera unitaria in questo senso, al di là degli obblighi formali, per dare una testimonianza di questo tipo.
Per quanto mi riguarda, siccome non sono molto abile a dilungarmi con le parole, soprattutto quando gli argomenti sono cosi importanti, io penso che le parole meno sono, meglio è. Sono molto meglio i fatti; ne faccio uno mio, di cui metto a conoscenza solo adesso i colleghi del mio gruppo e  dell’opposizione. Mi collego anche al fatto che al consiglio precedente l’assessore Borgarello ha lamentato, in tema di percepimento di indennità, che anche i consiglieri di opposizione percepissero le indennità. Stamattina sono andato all’ufficio ragioneria e mi sono fatto fare un conto di quanto questo Comune mi ha elargito in questo ultimo anno, depurato di quello che lo Stato si è già preso il resto l’ho messo qui, in questa busta. Comunico che metto il tutto a disposizione del presidente del consiglio comunale e invito i colleghi che siano disponibili a fare altrettanto.
Terminato il suo intervento Galizio porta la busta a Santino Cascella.

Ha quindi chiesto la parola Roberto Ansaldi, capogruppo della lista Unione dei moderati.
Di seguito il suo intervento.

Aderisco all’iniziativa di Galizio, volevo proporre un’altra cosa, ma non mi sembra giusto che obblighi, sull’onda dell’emotività, tutti i consiglieri a rinunciarvi. Volevo chiedere che per le prossime tre sedute il gettone fosse destinato all’Ages; mi sembrava una iniziativa corretta. Vedremo in secondo tempo come fare.
Oggi i numeri dell’Ages, dopo un anno di ottimismo forzoso del sindaco che ha raccontato a noi e ai giornali che il problema sostanzialmente non c’era e che era colpa dei dipendenti che trovavano tutte le scuse per scioperare. Sempre il sindaco ha detto che le minoranze cercavano di strumentalizzare questo caso e che questo era scorretto. Dopo un anno di questo ottimismo forzoso del sindaco la situazione è quella che è scoppiata in maniera drammatica: su 363 dipendenti totali, 163 sono in cassa integrazione, circa il 50 per cento. La cassa coinvolte 58 famiglie santenesi. Questa situazione reale la dice lunga – e mi spiace dovere ripetere concetti che ho già detto l’altra volta; apro e chiudo una parentesi. Qui stiamo ragionando di lavoratori che hanno già fatto tre anni di cassa integrazione, l’ultimo anno non sanno ancora se dal ministero arriverà il via libera. Di fatto questi lavoratori, dal 1° novembre scorso, non hanno nessun ammortizzatore sociale. Io mi auguro che le cose vadano per il verso giusto, ma se le cose dovessero andare per il verso sbagliato a queste 59 famiglie qualcuno dovrà andarglielo a spiegare perché le cose sono andate così. Anche il sindaco ha le sue responsabilità e ora spiego.
Non è sicuramente il sindaco che ha generato questa situazione, ma il sindaco avrebbe potuto fare di più, ad esempio dando retta a qualcuno della opposizione che diceva: guardate che di strumentale qui non c’è nulla, ma c’è una realtà che preoccupa un’intera collettività. Il problema però non è solo l’Ages, che è la punta di un iceberg: in città ci sono almeno altre dieci aziende, piccole o grandi, che versano in difficoltà. Senza nulla togliere alla valenza che ha per il nostro territorio l’Ages non dimentichiamoci che ci sono altre realtà che, se non facciamo nulla come istituzione, tra qualche anno o anche solo fra qualche mese, dovremo fare un lungo elenco. E allora una amministrazione che si rispetti cosa dovrebbe fare e cosa avrebbe già dovuto fare? Fare una mappa delle difficoltà delle aziende; andare a parlare con queste aziende; addirittura coinvolgere i sindaci dei Comuni vicini e preparare una mappa delle difficoltà di tutta la zona. Perché poi a piangere quando il latte è versato siamo tutti capaci, così come a stendere gli elenchi delle  cose che si sono fatte. Prevenire costa meno che reprimere, da sempre. Questo vuol dire che, come sempre, come in altre cose, c’è una difficoltà, una incapacità – scusate se uso dei termini un po’ forti – di pianificare la vita di questa comunità. E lo si vede su tutto. Quando c’è un problema l’amministrazione cavalca un pò quell’onda, perché non ne può fare a meno. Fa qualcosina, tanto per dire, che non ha fatto nulla e poi si passa a un altro argomento. Invece, quando si è in difficoltà, ci si ferma un attimino, si ragiona e si danno delle priorità. Questo vuol dire cambiare la pianificazione, fare la mappatura delle difficoltà, dare delle priorità amministrative e impostare una pianificazione finanziaria in funzione delle priorità che si danno. Tutto questo a Santena non viene fatto e non è stato fatto. E ho la netta sensazione che non verrà fatto neanche nel prossimo futuro, ad esempio nella stesura del prossimo bilancio.
Però noi adesso abbiamo una patata bollente che sono l’Ages e alcuni altri contesti, che sono in estrema difficoltà. Allora, siccome non si è potuto, non si è voluto, svolgere quell’opera corretta e giusta, che è quella della pianificazione delle difficoltà, di andarle a vedere e parlare con gli imprenditori, ma non come  collega o ex collega, bensì come sindaco. Per capire se l’imprenditore ha delle difficoltà. Se la collettività può fare qualcosa. Se gli enti locali possono fare qualcosa. Se la politica può fare qualcosa. E vi posso garantire che qualcosa si può fare. Non è vero che non si può fare nulla. Perché se è vero, come è vero, che il sindaco di Santena non ha nessuna valenza nei confronti della Fiat è vero che la Regione Piemonte, nei confronti di Fiat, anche considerato che ci sono partite aperte, può contare su qualche valenza in più.
E allora se mettiamo un territorio a discutere con le istituzioni. E se con le istituzioni si portano argomenti, magari qualcosa si ottiene. Se per l’Ages qualcosa fosse stato fatto prima, se si fosse  mandata qualche lettera in meno e se si fosse organizzata qualche riunione in più, forse oggi non saremo in questa situazione di impasse. Ma non voglio criticare nessuno, mi interessa costruire. Andiamo a  vedere cosa capita; con questa mozione noi abbiamo chiesto che l’amministrazione si faccia carico di capire quali sono le difficoltà presenti e si discute nei tavoli giusti perché ai lavoratori di Ages vengano garantiti gli ammortizzatori sociali perché, credetemi, se così non è, sarà un dramma per tante famiglie. Non parleremo solo più di difficoltà ma parleremo di drammi. Quindi per il 4° anno di cassa bisogna fare di tutto perché sia concesso. Dopodiché arriviamo alle soluzioni. L’azienda è quello che è, in uno stato di insolvenza pesante. Credo che l’unica strada che abbia oggi l’Ages di Santena per poter stare in vita sia quella dell’amministrazione straordinaria. So che il 27 di novembre ci sarà una prima sentenza del tribunale di Asti, ma attenzione; non so se tutti i consiglieri lo sanno ma la prassi non è così fluida. C’è una richiesta di amministrazione controllata e la prassi di amministrazione straordinaria è precisa. Intanto vediamo la differenza tra amministrazione straordinaria e liquidazione coatta o, peggio, fallimento. L’amministrazione straordinaria ha finalità di conservare il patrimonio. La liquidazione coatta e il fallimento hanno finalità meramente liquidative. Il presupposto perché alle imprese sia concessa l’amministrazione straordinaria deve essere uno stato di insolvenza, e lì ci siamo; non deve avere un numero di dipendenti inferiore a 200, e anche lì ci siamo; devono avere un indebitamento complessivo almeno pari a due terzi del fatturato dell’anno precedente, e anche lì dovremo esserci. Dunque ci sarebbero tutti i presupposti per concedere questa amministrazione straordinaria. Ci sarebbe da dire la soluzione, almeno temporanea c’è. Ma non è così perché, premessi questi presupposti, il Tribunale deve prima verificare, tramite un commissario giudiziario, che esistano i presupposti per le concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico. Trenta giorni se li prende il commissario per fare la relazione e le verifiche. Altri trenta giorni servono al Tribunale per poter decidere. Quindi in teoria, spero molto meno, prima di arrivare ad una decisione definitiva passerebbero 60 giorni. Io non lo so se vi siete informati su cosa sta capitando in questi giorni all’Ages. Il sindaco avrebbe dovuto farlo. Io sono passato di lì. Non c’è più nessuno che fornisce all’Ages le prestazioni, i servizi e i materiali per una ragione molto semplice – voi mi insegnate, visto che ci sono avvocati anche all’interno della maggioranza – dal momento in cui parte l’amministrazione controllata vengono congelati i debiti pregressi.  Per cui chi fornisce oggi l’Ages o è pagato subito e ha la certezza di portare a casa i soldi, oppure è difficile che lo faccia. C’è il rischio che se viene dichiarata l’amministrazione straordinaria chi ha fornito non recupera più i soldi. C’è il rischio che oggi i lavoratori lavorino senza avere la certezza di avere poi gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto che lo sforzo che stanno facendo in questo periodo rischi di non portare  a nessun risultato concreto. Se il commissario giudiziale verifica che non ci sono concrete prospettive di recupero dell’equilibro economico e fa una relazione in tal senso il tribunale decide per le finalità liquidative. Io ho sentito un pò di gente dire, ma tanto qui arriva l’amministrazione straordinaria: non è detto.  In questa prospettiva, io credo che una amministrazione che si rispetti abbia il sacrosanto dovere di dare e di mettere come priorità – oltre a fare una mappatura anche delle altre aziende in difficoltà – di mettere un cospicuo fondo, impegnandosi in parallelo perché tutti i lavoratori Ages e non, abbiamo almeno gli ammortizzatori sociali. Occorre mettere un capitolo cospicuo per far fronte a quelle che sono le necessità, speriamo normali, delle famiglie che hanno uno o due persone in cassa e non diventino invece dei fabbisogni speciali. Perché in quel caso voglio veramente vedere come la mettiamo. E il pericolo tangibile c’è.
Chiudo qui, riservandomi di aggiungere poi qualcosa dopo. Vorrei correggere il sindaco su tre cose della relazione che ha fatto. L’Ages non è stata acquisita da Egidio di Sora nel 2004, ma il 10 gennaio 2005, data in cui  stato fatto l’atto.  E’ vero che non ci sono problemi ad Asti perché ha un prodotto che riesce a vendere bene, ma non c’è nessun brevetto: di Sora l’avrà anche affermato ma non è così. Lo posso dire perché i prodotti che oggi si producono e vendono ad Asti li ho progettati quando c’ero io. Vorrei chiudere un attimino sul discorso certificazioni con le ferrovie. Il sindaco si riempie sempre la bocca, dicendo che lui è riuscito a fare certificarel’Ages. Sfatiamo una volta per tutte questo discorso. Io non so se la certificazione c’è o meno, ma il sindaco sa benissimo che il sistema di fornitura con le ferrovie non è come la fornitura normale che si fa verso il settore dell’auto. Si entra nel sito, si vedono gli appalti e si concorre. Nel caso dell’Ages sono manufatti in gomma. Manufatti che non si fanno da soli; bisogna farli con le attrezzature, la pressa, la mescola e lo stampo. Allora l’Ages avrebbe avuto la possibilità di concorrere agli appalti delle ferrovie ma doveva poi farsi gli stampi. Ora una azienda che già è in difficoltà di suo, non credo abbia le potenzialità per realizzare gli stampi e partecipare agli appalti delle ferrovie. Qui lo dico e qui chiudo, perché mi sembra talmente banale e stupidotta la cosa, che si può capire come è andata la vicenda. Non è certo successo, come dice Nicotra, che i commerciali dell’Ages si sono dimenticati di andare a leggere gli appalti; potevano anche leggerli tre volte al giorno, ma poi non c’erano le attrezzature per poter partecipare.
Ma veniamo all’emergenza di Ages e non solo. L’abbiamo scritto nella mozione. Quando, un anno fa, abbiamo prodotto una cosa analoga, chiedendo di destinare l’un per cento del bilancio ci avete detto che facevamo politica. E va bene tutto. Quando poi l’abbiamo proposta durante questo esercizio di bilancio ci avere detto che strumentalizzavamo la cosa. Io credo che oggi siamo a una situazione generale tale e in una situazione particolare del nostro tessuto, per cui pensare di dedicare 50mila euro del nostro bilancio comunale, facendo anche qualche sacrificio, perché dobbiamo anche spiegare alle persone e ai nostri cittadini che è uno sforzo che si fa per aiutare i loro vicini di casa. Se questo viene spiegato, la gente lo capisce, anche dal punto di vista politico, e dirò di più, potrebbe anche essere più apprezzato di una festa o delle luminarie di Natale, se si sa che ci si rinuncia per aiutare chi è più in difficoltà.
Oggi parliamo della crisi Ages, domani di altre aziende. Ma se non cambiate la logica di pianificare l’attività amministrativa, lo vedrete quando parleremo di bilancio, la città non andrà da nessuna parte.  E’ la quarta volta che ve lo dico e ve lo dirò alla noia. Quando ci sono poche disponibilità occorre andare a cercare le poche che ci sono ancora, ma soprattutto darsi delle priorità. Credo che della manutenzione non ne possiamo fare a meno. Una altra priorità è quella di aiutare i più deboli o comunque coloro che sono in difficoltà e lì dentro oggi c’è una categoria anche abbastanza abbondante.

E’ quindi intervenuto Santino Cascella, presidente del consiglio comunale.
Se permettete vorrei anche dire qualcosa io. Non nascondo che questa sera sono molto in difficoltà, perché indubbiamente i problemi sono reali, c’è una crisi economica a livello mondiale e non soltanto qui a Santena. E, naturalmente, mi si propone di fare una colletta che, per l’amor di Dio, se si stratta di lavare la coscienza con 50 euro io non mi tiro certamente indietro. Però non capisco qual è la soluzione di questo problema. Certamente noi possiamo anche come amministrazione mettere a disposizione un fondo a favore delle aziende in difficoltà. Ma sappiate una cosa; le aziende in difficoltà crescono dall’oggi al domani. Faccio anche io attività commerciale, frequento molte aziende e, credetemi, sono davvero tutte in crisi. Allora mi chiedo quale possibilità reale noi abbiamo di risolvere questo problema. Certamente possiamo discutere fino a domani. Ansaldi ha messo il suo accento che ci sono altre aziende in crisi e che continueranno ad andare in crisi. Effettivamente è un problema molto grave, non semplice da risolvere perché quando c’è una crisi economica in atto, c’è una deflazione in atto, non è una cosa semplice. Tutte le attività soffrono in questo momento. In questo momenti siamo tutti più poveri. Per cui, insomma, a me è piaciuto l’intervento. Ho fatto attenzione, ho fatto eccezione perché gli interventi dovevano essere più brevi, ma vista l’importanza del problema meritava naturalmente ascoltare queste cose. Però, onestamente non vedo la soluzione. Io posso adesso adempiere al mio dovere, metto 50 euro e quindi vado in paradiso. Sono tranquillo perché ho risolto il problema. Certamente però il problema non è risolto e neanche l’amministrazione lo può fare. Quando l’amministrazione mette 50mila euro per dare un contributo, è far vedere che c’è la buona volontà, però i problemi non si risolvono così. Si risolvono dando incentivi alle attività industriali; facendo in modo che possano riprendere le attività, le produzioni, i loro clienti. Perché se non c’è la domanda evidentemente l’offerta si ferma lì. Il problema è molto serio, io onestamente non so darvi la soluzione, non sono in grado. Posso aderire alla richiesta di dare questo contributo che mi mette parecchio in difficoltà, perché tra l’altro è una colletta. Mi pare di dare anche una elemosina a queste persone e si raccoglierà ben poco. A Santena abbiamo 60 famiglie, ho saputo che molti dipendenti Ages non solo perdono il posto loro, ma molti hanno anche la moglie che lavora presso la stessa azienda. Allora mi chiedo, se vogliamo discutere parliamo fino a  domani mattina e se ci sentiamo tranquilli soltanto perché abbiamo discusso allora va benissimo, ma onestamente non è quella la soluzione. Certamente ci sono enti che possono intervenire per questi aiuti umanitari, certamente non possiamo neanche impoverire il bilancio di una amministrazione comunale, già esiguo, perché poi naturalmente dobbiamo sottrarre fondi  a quello che può essere la manutenzione. E guardate cosa è successo nelle scuole a Rivoli, dove a volte non si riesce a fare manutenzione, poi capitano i disastri come è successo, con un morto, un altro ragazzo che ha riportato una invalidità gravissima. Non è che si possano dirottare i quattrini da una parte all’altra. Noi qui in comune non facciamo azienda, non facciamo industria, noi facciamo amministrazione. Dobbiamo fare amministrazione essendo ligi a  quelli  che sono i costi. Dobbiamo limare tutti gli sprechi; e su questo siamo d’accordo. E io l’ho sempre detto. E’ due anni che lo predico: tagliamo gli sprechi che ci sono. Non entriamo nell’argomento specifico però, onestamente, non ho capito come possiamo risolvere a livello di amministrazione comunale questo problema. Credo che comunque il governo a livello centrale prenderà delle iniziative, mi pare di avere sentito che lo farà. Da parte nostra che cosa possiamo fare, dare un contributo? Va bene, io metto il mio contributo e con questo credo di avere assolto il mio dovere secondo quanto mi viene richiesto. Chi vuole partecipare è libero di dare il proprio contributo.

A fine discorso Cascella prende 50 euro e li mette nella busta. A questo punto interviene il segretario comunale Calogero Pirriatore e chiede chi gestirà queste risorse? Cascella spiega che darà la busta a Galizio.

La discussione prosegue con Bruno Ferragatta, capogruppo Unione centrosinistra.
Condivido gli interventi che mi hanno preceduto e aggiungerò alcuni contributi personali. So che gli operai si stanno organizzando per cercare di far fronte alle difficoltà. Anche gli stessi operai che sono davanti ai cancelli, ci proporranno delle iniziative, a cui personalmente parteciperò. In questo momento, in questa situazione, davanti ai lavoratori stessi che sono qui seduti in consiglio, che sono coinvolti, quello che sta succedendo qui in consiglio mi sembra non sufficientemente rispettoso della situazione. Vi voglio proporre un ragionamento diverso. Non voglio entrare nel merito, come ha fatto Ansaldi, che conosce molto bene la materia interna di Ages. Io non la conosco così bene perché non faccio quel lavoro, ma conosco la situazione generale che si sta vivendo in Provincia,  una situazione particolarmente difficile  per i prossimi anni. C’è uno scenario generale  di tipo economico finanziario e c’è una crisi di tipo industriale, legata in particolare ad un settore come l’auto. Un settore che, dalla General Motors fino ad arrivare alla Fiat, geme in un quadro che, poco per volta, fa cadere qua e là dei pezzi. E quando gli imprenditori sono imprenditori di scarso rilievo, come nel caso dell’Ages allora sig. Sindaco la situazione mi preoccupa ancora di più. Mi preoccupano le risposte  che ho sentito in Regione. Vorrei che nel caso specifico fosse chiaro che si giustifica  solo con la questione generale, ma in questo caso in più c’è l’incapacità di gestione da parte di chi dovrebbe  amministrare una azienda. Sappiamo bene che non sono stati soltanto  i problemi burocratici che hanno bloccato il terzo anno di cassa; abbiamo ascoltato  l’assessore regionale e gli uffici regionali a questo proposito dire: –voi dovevate fare delle cose per ottenere il terzo anno che non avete fatto. Il quarto anno di cassa  probabilmente non si avrà. Questo è stato detto all’imprenditore: –ti sei impegnato a  fare e a metter in piedi certi provvedimenti interni all’azienda, come ristrutturazione e altro e poi non l’hai fatto. Lui ha detto che ad agosto avrebbe presentato i documenti chiesti. Ma si vedeva benissimo che, dietro a  tutto questo, veniva a mancare il vero senso di responsabilità che un imprenditore, oltre al suo portafoglio,  dovrebbe assumere sia nei confronti del tessuto sociale in cui opera e sia nei confronti dei lavoratori occupati nella sua azienda. Ecco, questo ho visto quel giorno. Là non ho parlato: qui posso farlo e lo faccio. E credo che forse anche noi, sig. Sindaco, avremmo dovuto essere un pochino più severi con questo imprenditore. E’ vero che il sindaco ha chiesto all’imprenditore di pagare con urgenza il famoso 30 per cento, però è anche vero che Lei ha perorato verso la Regione la causa del terzo anno, sostenendo la  richiesta dell’imprenditore stesso. Tutto questo quando tutti sapevamo che quella non sarebbe stata la soluzione, quella soluzione  non dava prospettiva, segnava l’ assistenzialismo. O meglio, ben vengano gli ammortizzatori sociali, segno di una società capace di pensare ai suoi cittadini lavoratori. Ma un imprenditore dovrebbe garantire ben altro come la capacità di dare prospettiva concreta all’Azienda.
Ora mi auguro che il discorso di amministrazione controllata, scelta che di solito viene fatta per vendere l’azienda, possa dare qualche beneficio rispetto al quadro generale. Ecco, questa è la fotografia di Ages, che si inserisce in un quadro molto fosco, perché é legato alla difficoltà che oggi vive Torino e la Provincia, come tutta la Regione Piemonte e tante altre zone d’Italia.
Io immagino che conosciate i numeri che vi consegno. Sappiamo che i Comuni italiani oggi si trovano a dover chiudere i bilanci con una riduzione di fondi pari a un miliardo e 340 milioni di euro ed hanno una riduzione di un fondo ordinario pari a 2 milioni di euro; hanno, solo per  l’Ici, minori entrate per 2.864 milioni per il 2008 e per il 2009 la situazione è simile. E sapete che cosa significa in termini pratici; significa una mancanza di fondi destinati alle attività dei Comuni perché, che se ne dica, questi sono i conti che arriveranno ai Comuni, tanto di destra come di sinistra. I sindaci hanno fatto questi calcoli: 55milioni mancanti per le politiche giovanili; 23milioni  mancanti per l’edilizia scolastica, altro che Rivoli; 37milioni mancanti per trasporto pubblico;  275milioni mancanti per fondo politiche sociali; 100milioni per inclusione sociale e 100milioni per fondo unico per lo spettacolo in meno. Questi sono i bilanci che i comuni si apprestano a gestire per il prossimo anno. E noi siamo dentro questo contesto. E allora che cosa fare? Io sono convinto – al di là delle cose che diciamo, delle giuste osservazioni che vengono fatte davanti ai cancelli, e in questo consiglio da noi amministratori –  sono convinto, e lo dico senza timore, che noi a livello comunale non possiamo trovare rimedio a   tutto questo, pena la bancarotta. Noi non possiamo convertire i nostri interventi in assistenzialismo.  Anche perché non ce la si fa, obiettivamente non si riesce, servirebbero miracoli. A meno che il sindaco, in qualche suo  viaggio a Roma, riceva qualche benedizione speciale.
Ma parliamo seriamente, la mozione che abbiamo sottoscritto consapevolmente ci mette di fronte ad una situazione, credo, di emergenza. Guardate che tra le richieste che i Comuni stanno facendo allo stato probabilmente vi sarà quella di far slittare il bilancio dopo il 31 dicembre. Si chiede una proroga perché nessuno sa ancora quanti sono i fondi che verranno destinati dal centro verso la periferia e quindi, quando non sai questo, che bilancio chiudi? Il tema è molto serio, è molto grande: in Italia si parla di 400mila precari che, a dicembre, smetteranno di lavorare. E immaginate poi, legato a  questo, cosa vorrà dire che la Fiat per la prima volta farà cassa dal 15 dicembre fino a  metà gennaio; cose che non si vedono  da anni. E questo sapete cosa vuol dire per tutto quello che sta intorno  a una azienda come questa.
Io credo che a noi competa qualche iniziativa. Noi non possiamo soltanto stare lì a guardare. La sera stessa che mi ero recato davanti ai cancelli dell’Ages ho scritto una lettera che il sindaco ha citato. La lettera è stata una risposta spontanea. Ero talmente afflitto da quella situazione che si stava presentando che, mi sono detto, voglio dire al sindaco: datti subito da fare. Noi ci siamo. Diamo una mano. Cerchiamo di fare qualcosa. E mi sarei aspettato, signor sindaco, che oggi, non voglio polemizzare, che oggi lei si fosse presentato qui con la sua giunta in un modo più propositivo. Di fronte ad una situazione di emergenza, io capisco che noi dobbiamo chiedere di cambiare i tetti di accesso ai servizi sociali, dobbiamo abbassare il costo del servizio mensa o altri costi fondamentali che le famiglie devono sostenere e in questo modo. Io capisco che tutto questo è da fare. Credo che però saremo dovuti arrivare qui con qualche cosa in più. Che cosa significa prendere atto che queste 58 famiglie  di Santena molto probabilmente non percepiranno nessuno stipendio a  novembre? Perché, diciamola tutta, questa sarà la realtà. Credo che l’amministrazione abbia tutti gli strumenti per poter stabilire quanto valga la cifra di intervento del genere. Vede, signor sindaco, qualche settimana fa noi in consiglio comunale abbiamo rettificato il bilancio, abbiamo votato quel provvedimento che si chiama variazione di bilancio. L’abbiamo fatta a pochi mesi dalla chiusura dell’anno, con un valore inserito che si aggirava intorno ai  44 mila euro  destinati ad aumentare i compensi legati al primo cittadino. Una variazione di bilancio significativa, il volume complessivo era ben più alto. Voglio soltanto dire che abbiamo avuto il momento  dove abbiamo fatto una variazione di bilancio, dove abbiamo destinato dei fondi, qui e là, in vari capitoli, aggiungendoli a quelli già esistenti. Ora, so benissimo che, tecnicamente non possiamo più toccare quella decisione. Ma sappiamo che la volontà politica ci può far fare di tutto, basta che stiamo nei parametri generali. Possiamo fare tante cose. Non è vero che non possiamo. Se abbiamo questa situazione di emergenza che coglierà queste famiglie tra novembre e dicembre, secondo me domani o comunque fra poche ora, voi maggioranza dovete essere in grado di stabilire, attraverso il fondo di riserva, o attraverso l’avanzo di amministrazione, una  somma da destinare a questa emergenza. Qui ci sono gli assessori, Sindaco si faccia mettere sul piatto l’avanzo di ogni assessorato, chiuda gli interventi che non sono più necessari e quello che avanza nei vari capitoli lo metta in un fondo speciale. E io suggerisco di utilizzare anche il coinvolgimento di altri attori sociali. Perché per trovare qualche risposta significativa, che significa bollette da pagare e altre cose, occorre concretamente potere mettere a disposizione delle somme. E’ importante dare una cifra, perché altrimenti si resta nel vago.

Santino Cascella invita Ferragatta a chiudere: “Concluda per favore, quello che sta dicendo è politichese”.

Bruno Ferragatta continua in questo modo.
Chiudo precisando di avere fatto una proposta molto tecnica, non è politichese e chi capisce sa benissimo cosa voglio dire. Chiedo che si faccia la seguente operazione. Occorre discutere con gli assessorati, si chiamano gli assessori e si ferma la spesa, togliamo il 10 o 20 per cento di quello che rimane, perché sicuramente ci sono questi fondi. Diamo così un segnale forte, al di là di quello che ognuno di noi metterà dalla sua tasca; quelli sono problemi nostri personali e di essi risponderemo alla nostra coscienza e secondo la nostra morale. Qui siamo chiamati a vedere cosa si può fare come amministrazione. Perché qualcosa in questi giorni mi sarei aspettato. E’ ovvio che 50mila euro sono una cifra simbolica, ma per dire andiamo a vedere nelle maglie dell’amministrazione cosa si può recuperare perché il momento di emergenza richiede interventi di emergenza. Non possiamo passarci la palla della responsabilità, noi abbiamo il dovere di essere vicini a  queste famiglie. Allora diamo delle risposte a chi ha dei problemi, ma diamo anche i numeri di questo intervento, perché altrimenti soltanto con le parole la gente non mangerà.

A seguire c’è stato un nuovo intervento di Santino Cascella.
Io l’ho ascoltata con molta attenzione, mi aspettavo delle soluzioni reali. E però ho sentito tanto bla bla bla, ma alla fine dei conti non mi pare che siamo giunti ad una soluzione. Il discorso è che in questo paese occorre parlare di moralizzazione. Se oggi siamo al livello in cui siamo è perché molti hanno rubato; molti hanno amministrato male, e parlo di aziende, a livello pubblico e privato. Noi non è che possiamo addossarci tutte le responsabilità e gli errori fatti da terzi. Noi siamo amministrazione comunale,  possiamo dare un segnale, un piccolo contributo, ma penso che questo l’abbiamo sempre fatto. Certamente non è una soluzione. Io mi aspettavo che una soluzione questa sera saltasse fuori, visto che abbiamo tanta voglia di parlare delle soluzioni reali che naturalmente risolvano questo problema perché questi signori, da domani, saranno a  casa e non lavoreranno più. Io gli ho già messo 50 euro. Bene, ho risolto il mio problema ma non mi pare questa la soluzione. Per cui non facciamo discorsi lunghi e  prolissi che in definitiva servono a  poco. Tu Ferragatta sei un bravissimo oratore e puoi parlare tutta la notte, noi ti ascoltiamo ma alla fine hai detto le stesse cose ripetitive, all’infinito. Mi riferisco a lei e ad altri che questa sera hanno fatto dei lunghi interventi, ma in essi non ho trovato una soluzione e tanto meno ritengo che noi possiamo avere quella capacità di poter realmente risolvere questi problemi. E allora, chiedo scusa, io vi ascolto volentieri, ho sempre da apprendere, ma devo dire che stasera ho appreso proprio nulla.

Bruno Ferragatta replica: “Io non ho bisogno di qualcuno che giudichi le cose che dico”.

Santino Cascella, ribatte: “Ho cercato di capire ma non ho capito nulla”.

Bruno Ferragatta: “E allora questo è un suo problema”.

Ancora Bruno Ferragatta: “Ho chiesto all’assessore al Bilancio Paolo Mosso di usare il fondo di riserva per questa emergenza. Ho chiesto cose concrete”

La discussione prosegue con il contributo di Cetty Siciliano, consigliera della lista Unione centrosinistra.
Volevo solo dire una cosa breve. Sarò velocissima, così lasciamo spazi agli altri. Però, insomma, il discorso è che c’è questo stato di fatto, ci sono queste famiglie dell’Ages e sono in estrema difficoltà. Io avevo letto anche dai media, in questi giorni, prima di sentire le dichiarazioni del sindaco, che ci possono essere questi sconti su mensa e scuolabus. A parte che già la parola sconti mi piace poco. Dove ci sono due genitori che non lavorano secono me non si deve parlare di sconti ma di esenzione. Se a casa ci sono problemi serissimi i bambini hanno diritto a mangiare e avere un pasto concreto. Io parlerei di esenzione dal pagamento del servizio mensa quando ci sono casi veramente critici e anche per lo scuolabus. E poi, è vero, bisogna anche considerare che non abbiamo ancora capito l’ammontare di queste cifre, sicuramente dal bilancio comunale si po’ tagliare tutto il superfluo, come le serate che possono essere piacevoli come miss o mister Santena, però avete il dovere di dirlo ai cittadini che la serata non si fa perché stiamo aiutando chi è in difficoltà. E io penso che la gente assolutamente apprezzerebbe questo aiuto e la solidarietà. E poi al posto della serata si può fare una bicchierata, per stare insieme. Il momento non è quello adatto per fare festa: abbiamo delle persone che sono in situazioni gravissime. E poi, pensiamo che, a parte scuolabus e mensa, ci sono 60 nuclei con marito o la moglie in cassa integrazione: occorre vedere se entrambi sono in cassa e se devono anche pagare affitto e bollette, come faranno, non possono restare al freddo e al buio. E allora, una ultima cosa, questa sera il consigliere Galizio ha proposto questa colletta, che io non chiamo assolutamente elemosina, perché allora al mondo ci sono associazioni che chiedono elemosina, si tratta di solidarietà. Il volontariato va avanti con la solidarietà che è cosa diversa. E siccome voi tutti, come me, avete visto questo fuoco davanti all’Ages che inizia quasi a spegnersi perché non c’è più legna da bruciare per riscaldarsi, allora se questi mille euro – sono 50 euro a testa e per tutto il consiglio fa mille euro – e mi dispiace che l’assessore Borgarello non c’è, ma  può dare lo stesso il suo contributo. Questi soldi servono a  comprare la legna, non è nessuna elemosina, si parla di 15-20 giorni ancora di durata del presidio. Fa un gran freddo, io nel caldo del mio letto ho pensato a queste persone: stanno l’intera notte lì fuori. E allora se può servire a scaldarsi nessuno di voi si deve sentire offeso dal gesto.

La parola passa a Benny Nicotra, sindaco.
Volevo soltanto precisare che io non ho parlato di sconti su questi servizi. Perché ho qui il verbale della riunione. Non ho parlato di sconti e leggo: Il sindaco ritiene che non si debbano erogare somme ma aiutare indirettamente, per esempio con interventi riguardanti i servizi di mensa, scuolabus e altri servizi. Per cui non ho parlato di sconti.

Subito dopo prende la parola Domenico Trimboli, vicesindaco e assessore alle Fasce deboli
Parlo come assessore al Sociale. Intanto con tutto il mio rispetto personale ai lavoratori dell’Ages e la mia solidarietà che posso dare che tanto a loro non serve la mia solidarietà perché hanno bisogno di qualcosa di pratico. Io come amministratore non faccio l’obolo dei 50 euro, perché è già abbastanza umiliante fare quello che stanno facendo per alcuni di loro e non voglio aumentare la loro umiliazione. Io come amministratore devo fare altro. Non ho, come diceva Cascella, la bacchetta magica perché non è un problema di sola Ages. È un problema di una comunità intera direi. E io ho l’obbligo verso i cittadini santenesi di occuparmi di tutti quei casi che vengono definiti sociali, ma qui ci dobbiamo metter in mezzo l’anziano che stenta a vivere con la pensione mensile di 500 euro, dobbiamo, devo vedere, i casi con problemi sociali all’interno delle famiglie, con tutti i disagi vari. Quindi io, come amministratore, darò il mio contributo a questo, e lo diremo al prossimo consiglio comunale. Non darò oggi delle cifre perché Ferragatta vuole delle cifre ma io, per ora, non posso darle, queste cifre. Darò quello che riesco a dare. Non mi sembra poi corretto prendere altri soldi per aiutare questi lavoratori. Vi ricordo che ve ne sono altri di lavoratori più o meno in crisi e, ripeto, con tutto il rispetto di questi, diventa difficile per una amministrazione dare qualcosa ai lavoratori perché poi devi scegliere sulle persone; o si danno a pioggia o si va a scegliere sui casi che poi diventano casi sociali.
Per rispondere ad Ansaldi che per l’ennesima volta, ogni volta che si parla di argomenti delicati tira fuori che non abbiamo fatto nulla.  Non è vero che il Comune di Santena non fa nulla per i cittadini che vivono nel disagio. E adesso riporto delle cifre: Santena spende 350mila euro l’anno per i suoi cittadini che hanno svariati disagi, che vanno, come ho detto prima, dall’anziano che ha la retta da pagare, all’alcolizzato, al drogato, a tutto quello che volete. Io ho pensato molto – come la signora Siciliano che non dorme di notte – che cosa potremo fare come amministrazione per andare incontro a  tutti i cittadini santenesi senza lavoro, e sono tanti. Non sono solo queste 60 famiglie che stasera stiamo portando avanti perché parliamo dell’Ages. Sarebbe interessante che portassimo avanti il discorso di tutte le famiglie santenesi con questo problema e, ripeto, ce ne sono moltissime. Per quello che riusciamo, come amministrazione, li aiutiamo e li stiamo aiutando. Oltre a questi 350mila euro, che offriamo nei vari servizi, ci sono poi altre cifre indirette che possono essere i cantieri di lavoro, che partiranno adesso e che valgono 90mila euro. Anche questi sono soldi comunali, non è che arrivano da chissà dove; sono altre dieci persone che lavorano, magari per un periodo breve, ma questo è quello che riusciamo a  fare.
C’è un altro problema che forse stasera non viene fuori. Oltre ai lavoratori noi abbiamo una situazione di commercio a Santena che, cari miei, quando scoppierà questa altra bomba sarà una cosa che non so proprio come riusciremo a  gestirla. Anche a Santena i negozi, con tutti problemi esistenti nel mondo del lavoro e per la crisi occupazionale, hanno dei serissimi problemi. Vendono poco e  hanno tante spese vive, che ognuno di noi conosciamo. Io credo che quello che è stato fatto per l’Ages come amministrazione, e il sindaco ne ha dato una chiara lettura, manifesti la chiara volontà da parte nostra di fare tutto quello che riusciremo a fare. Però non abbiamo la bacchetta magica. Dicevate prima di aiutare le famiglie con questi bisogni nel pagare l’affitto e il riscaldamento. Io potrei anche fare una proposta ai proprietari di alloggi: di rinunciare a una o due o tre o quattro mesi di affitto. potrebbe essere un altro segnale che si da verso la solidarietà. Quindi, secondo me, qui noi dobbiamo affrontare, oltre il discorso di Ages, dobbiamo affrontare il discorso sociale in generale sulla città perché noi abbiamo l’obbligo di rappresentare tutti i cittadini.

La discussione continua con Roberto Ansaldi.
Sono proprio contento che Trimboli, dopo che pochi consigli comunali fa ci avesse detto che facevamo delle stumentalizzazioni politiche, oggi  si sia reso conto che la situazione di Santena non è quella che la maggioranza ci ha raccontato nelle precedenti sedute. E mi fa anche piacere, mi spiace che non abbia ascoltato bene il mio intervento, che sia sulle tesi che ho detto prima: io non ho detto che il problema di oggi è l’Ages. Ho fatto riferimento alla vostra incapacità di pianificare: oggi il sindaco ci ha fatto una relazione sull’Ages ma il problema non è solo dell’Ages. Il problema è di tante realtà industriali, artigianali e commerciali che sono oggi in estrema difficoltà. Vedrete che poi il medesimo argomento ce lo troveremo quando parleremo di usura , un dibattito che faremo nella prossima seduta del consiglio. Perché c’è una correlazione indiretta tra la crisi occupazionale e l’usura.
Io ho stima del presidente del consiglio, però trovo strano che mi venga a dire che questa sera ha sentito gente che parlava politichese. Così come trovo strano che l’assessore al Sociale ci venga a dire che l’amministrazione non ha la bacchetta magica.  So bene che cosa vuol dire, per otto anni ho fatto assessore al bilancio: certo l’amministrazione di oggi sta facendo, ma opera in una condizione necessaria ma non sufficiente ad aiutare la gente. Io vi faccio una domanda molto semplice. Non più tardi di un mese fa questo consiglio chiedeva l’approvazione per trovare 72mila euro, in quota parte, per pagare i contributi al sindaco. Se quei 72mila euro allora li avevate trovati per pagare i contributi al sindaco, metteteli ora per aiutare la gente che ne ha bisogno. Lì i 72mila euro c’erano e ora siete in difficoltà e non avete la bacchetta magica per aiutare la gente. Ma non avete un po’ di vergogna; guardate che c’è il limite anche alla vergogna. Pensateci. Perché 72mila euro per pagare i contributi al sindaco si trovavano e invece per aiutare la gente venite a parlare di bacchetta magica che non avete: usate la stessa bacchetta magica. La proposta concreta c’è; se volete prenderla in esame la prendete, se volete votare contro, votate contro. Noi chiediamo di agire con l’Ages e con l’azienda, domani con il commissario e con le istituzioni perché si porti in Regione il problema degli ammortizzatori sociali; non inviando lettere ma andando in Regione con altri Comuni. Chiediamo di istituire un fondo di 50mila euro, che servirà – e se volete vi dico anche dove trovarli – per aiutare chi è in difficoltà. Ma soprattutto occorre entrare nell’ottica che non avete fatto tutto il possibile. E che nel bilancio del prossimo hanno dovete pensate che, oltre  fare tutto quello che si è fatto questo anno per le persone in difficoltà, occorre anche farsi carico,  se siamo in una società civile, dei santenesi che sono più in difficoltà. E nel bilancio del prossimo anno non bocciate più tutte le iniziative che vi porta l’opposizione, anzi, se foste una amministrazione seria dovreste già farle voi queste iniziative. In una riunione dei tre gruppi di opposizione, subito dopo l’incontro pubblico davanti all’Ages, mi hanno detto che il sindaco si stava attivando per intervenire. Io ho pensato: se il sindaco è una persona seria, se l’amministrazione ha a cuore la cosa, al prossimo consiglio ci porta una variazione di bilancio, perché questo è quello che si doveva fare, se foste stati seri.

Il dibattito prosegue con le parole di Giuseppe Falcocchio, assessore allo Sviluppo economico, e capogruppo di Alleanza nazionale.
Io vorrei iniziare con il dare la mia solidarietà ovviamente ai lavoratori dell’Ages, ma come faceva notare prima il vicesindaco Trimboli, va data a tutte le attività economiche che, è bene ricordarlo, oltre ai loro problemi di budget familiare, hanno gli obblighi fiscali ineludibili, che sono molto più gravi. Detto questo devo dire che sono veramente deluso di questa serata e dal tono che ha preso la discussione di questa mozione. Per me, come l’ho vista io, mi è sembrata una recita, e forse proprio per questo ho capito perché non sarebbe bastata un’ora per discutere tutte e due le mozioni. E una recita che si rispetta ha i vari personaggi. Io ho visto interpretare chi la parte del moralizzatore, chi la parte del cronista, chi della solidarietà a effetto e chi dell’accusatore del governo, che non penso che centrasse poi tanto con l’Ages. Ho visto anche che qualcuno ha fatto lezioni di bilancio comunale, e neanche questo penso che sia da correlare alle difficoltà dell’Ages. Qualcun altro ha fatto le statistiche sui precari. A questo punto un’ora non basterà, abbiamo già superato e non so se la recita è già finita, però di proposte concrete non ne sono state fatte. Per quanto riguarda i 50mila euro io mi sarei aspettato di entrare più nel dettaglio e la motivazione per cui noi all’inizio del consiglio non abbiamo preso in considerazione la anticipazione della discussione della mozione era semplice ed elementare, però qualcuno non ha capito o ha preferito non capire. Si chiedevano quattro cose: il consiglio comunale impegna il sindaco a coinvolgere i sindaci vicini e questo il sindaco l’ha fatto l’altro giorno. Meglio tardi che mai, l’ha fatto anche grazie al vostro intervento. Il secondo punto che si chiedeva era di agire con l’azienda e con le Istituzioni, e mi sembra che anche questo il nostro sindaco l’ha fatto; l’avrà fatto grazie a voi, non vedo niente di male. Chiedete poi di istituire immediatamente un fondo di 50mila euro per i primi fabbisogni di emergenza: qui mi riallaccio all’intervento del vicesindaco. Noi in questo anno di euro ne abbiamo impegnati oltre 300mila euro e non solo per i lavoratori dell’Ages, perché ovviamente un amministrazione guarda tutti i suoi concittadini, indipendentemente da dove lavorano e questo mi sembra corretto. E’ ovvio che oggi questa cosa dell’Ages ci fa effetto e ci addolora: in un colpo solo una sessantina di famiglie sono coinvolte.  Però, messe insieme a tutta la cittadinanza, le famiglie in difficoltà sono molte di più e quindi 50mila euro non si possono mettere solo per un determinato settore  o per un determinato gruppo di famiglie. Come si farebbe a motivare un fondo di 50mila solo per i lavoratori di Ages e poi, per le altre attività economiche che chiudono magari ne riparleremo quando gli farà piacere all’opposizione. La mia impressione è che questa sera, questa ora e più, non dico che sia stata sprecata, ma è servita in massima parte a mettersi in mostra.

Ha quindi preso la parola Paolo Mosso, Forza Italia, assessore al Bilancio
Io innanzitutto vorrei rassicurare il consiglio comunale che il sindaco mi ha convocato nel suo ufficio per far fronte al problema sociale che si stava creando e vorrei parlare di problema sociale e non parlare solo di Ages. Capisco la situazione, sono intervenuto con il sindaco davanti ai cancelli di Ages per capire le varie problematiche perché essendo al di fuori non ne ero a conoscenza. Il discorso sociale va affrontato a livello più ampio: come diceva il vicesindaco Trimboli occorre considerare dalle persone con lavori precari che non permettono di pagare l’affitto, a chi magari ha in famiglia portatori di handicap, a chi ha anziani o ha difficoltà di tipo economico perché è disoccupato o in cassa integrazione. Il  problema sociale è molto ampio. Nell’ultimo anno, per diverse volte in consiglio comunale abbiamo parlato di sociale. Abbiamo riportato i dati del nostro bilancio destinati al sociale. L’assessore Ansaldi per diversi anni ha gestito il bilancio e sa che questa amministrazione ha sempre puntato e  ha sempre investito una grossa parte per il sociale. Il sindaco dopo gli eventi dell’Ages mi ha convocato nel suo ufficio e mi ha dato disposizione di sentire subito l’assessorato al sociale per cercare di trovare soluzioni e non solo per i lavoratori e famiglie di Ages. Per il bilancio 2008, con quello che avremo a  disposizione, che in questo momento non saprei dire, andremo sull’ultima variazione di bilancio, a fine anno, per vedere cosa si è avanzato nei vari capitoli e quello che avremo disponibile sul fondo di riserva.  Per il bilancio 2009 il sindaco mi ha già dato indicazione di vedere i dati e di puntare su un discorso sociale. Comunque l’amministrazione si rende conto che c’è una crisi economica, come si è detto già prima, non solo legata al territorio di Santena, ma allargata su tutto il pianeta. Una crisi economica, che io che vivo nel settore economico, mi rendo conto che in questo momento le famiglie non hanno potere di acquisto, potere che si è perso negli ultimi anni. E devo dire che, comunque nel momento in cui si è avuto l’euro c’è stata una euforia da parte dei consumatori. Ma non si rendevano  conto che una bottiglia di olio a sette euro erano 14mila lire e che comprare una bottiglia di vino a sei euro erano 12mila lire. Nell’euforia dell’euro si è praticamente speso. Nei primi anni, l’avvento dell’euro ha dato uno sviluppo di tipo economico non indifferente. In questo momento qui il consumatore si trova in grosse difficoltà, perché ha un potere di acquisto molto limitato e  comincia a rinunciare al settore alimentare e ai settori che non sono di necessità primaria, tipo l’abbigliamento, il mondo dell’auto. Quindi devo dire che, comunque come già detto il sindaco, la volontà da parte dell’amministrazione di prestare attenzione al sociale c’è. E non solo in questo bilancio del 2008, ma ci sarà e lo affronteremo in sede di commissione già la prossima settimana. Gli uffici stanno tirando fuori i primi dati per il bilancio 2009: come già annunciato in precedenza voglio incontrare le minoranze per cercare di predisporre con loro delle strategie comuni anche se come amministrazione abbiamo già fatto una valutazione per il bilancio del 2009.

La discussione continua con Domenico Galizio.
Prima ho fatto un intervento brevissimo. L’ho fatto perché ritenevo che sull’argomento era bene non dilungarsi in tante parole. L’ho fatto anche per cercare di contenere una esuberanza che mi porta ad andare oltre o dentro le cose in maniera netta, perché questa sera avevo invitato tutti a cercare una concordia del consiglio comunale. Noto che si è persa l’ennesima occasione per farlo: ancora una volta si sono innalzate le barricate. Questa sera si è praticato in lungo e in largo lo sport nazionale del benaltrismo: dato un problema ci potrebbe essere una soluzione, ma non la si applica perché c’è ben altro. E intanto non si affronta nulla, non si risolve nulla e non si analizza il problema, perché, appunto, c’è ben altro e intanto non si fa nulla, neanche quel poco.
Vedo che anche stasera non si vuole un confronto serio su questi argomenti. In consiglio un confronto non lo si è voluto fare perché su un argomento del genere l’amministrazione poteva convocare la commissione che ha competenze per la gestione del sociale, chiedendo anche un coinvolgimento delle opposizioni. Quantomeno una discussione in commissione  poteva servire ad avere l’appoggio di tutti su questi problemi. Noi questa sera si parla di Ages. E’ ovvio che si parla di Ages e lo so che ci sono tanti altri problemi, questa sera ci avete detto che ci sono tante altre cose ma poi non si prendono decisioni, di nessun tipo. Caro presidente del consiglio, lei mi ha un pochino deluso e le spiego anche perché. Lei ha tacciato e liquidato per elemosina un mio gesto, che poteva essere condiviso o meno, ma che andava rispettato. Io non ho fatto l’elemosina, semmai ho fatto un gesto di solidarietà, mettendo a disposizione di un qualunque progetto tutti i miei emolumenti derivanti dagli impegni in Comune nel corso di tutto il 2008. Tutto questo non piace; non viene condiviso: pazienza però non è elemosina, è solidarietà. E se qualcuno mi avesse seguito, su questo tipo di spesa, andremo ben oltre – non bel altro – i 100mila euro ogni anno.  Visto che ci sono difficoltà a trovarne 50mila, far ricorso a quanto spetta agli amministratori poteva essere una bella risorsa da destinare a un fondo per chi è in difficoltà. Non volete farlo, non fatelo. Io ho cercato di farlo e poi, non avendo altri strumenti che l’intervento in consiglio non posso che mettermi a disposizione, come gruppo di opposizione, nel dare supporto alle azioni che l’amministrazione vorrà intraprendere, ma mi sembra che questa sera siamo sulla strada sbagliata.

Santino Cascella, replica: “Galizio anche io mi sono messo dalla sua parte e ho dato il mio contributo, tenga presente che il contributo deve soddisfare 300 famiglie, per cui ritengo che sia veramente difficile risolvere i problemi di tutte queste famiglie. Ma se si tratta soltanto di dare un atto di dimostrazione questo l’ho fatto”.

Nella discussione partecipa anche Gianni Giacone, consigliere comunale, in quota a Forza Italia.
Io sono amareggiato perché, in effetti, andiamo sempre a cercare lo scontro. Stasera noi dobbiamo parlare dei dipendenti Ages, dei lavoratori Ages, che sono senza lavoro, che non hanno la possibilità di avere un lavoro sicuro. Personalmente sono convintissimo che l’amministrazione cercherà di fare qualcosa per andare incontro  a questa situazione ma il problema non è questo. Io sono stato dipendente Ages quando c’erano la vacche grasse. A me l’Ages mi ha creato, mi ha dato l’opportunità di migliorarmi e mi dispiace sentire che l’Ages debba chiudere. Professionalmente, ma anche moralmente mi ha creato; mi ha dato la possibilità di continuare a vivere in questa città. Io vorrei chiedere questo, riallacciandomi al discorso che ha fatto Ansaldi. Quante possibilità ha questa industria di sopravvivere? Qual è la possibilità che ha di continuare a portare avanti il discorso per questi operai? Quando lavoravo io ero in manutenzione, avevamo una manutenzione attrezzatissima, dove c’erano tecnici, disegnatori e si creava lo stampo per fare il particolare. Se oggi è vero ciò che ha detto Ansaldi, che non si può accedere alle commesse perché occorre avere tutta una serie di cose  che in quella fabbrica non ci sono più mi chiedo che cosa possiamo fare noi qui oggi, in consiglio comunale per salvare questa fabbrica? Se l’Ages non ha la possibilità di produrre queste cose per concorrere agli appalti, dove può andare a finire? Io chiedo ad Ansaldi, visto che lui è stato anche un dirigente, se veramente è così l’Ages che possibilità ha di poter andare ancora avanti. Noi cercheremo di aiutare questi dipendenti ma l’Ages che possibilità ha di continuare a vivere se la situazione all’interno è questa. Bisogna dire a questo imprenditore che sicuramente non è venuto a Santena per buttare i soldi, non è mica venuto per chiudere la ditta. Lui ha parecchie industrie e se si è dato da fare sino ad ora non l’ha fatto per divertirsi:  interveniamo dall’interno. Bisogna che tutti insieme interveniamo. Anche gli operai devono intervenire per salvare la fabbrica.

Il consiglio ha visto un altro intervento di Bruno Ferragatta.
Solo una cosa.  Gerardo di Martino, quella domenica che il sindaco è intervenuto nell’assemblea davanti ai cancelli sventolava un foglio dove era scritto –dicci l’impegno che ti prendi. E lo ripeto è un impegno straordinario. Caro Trimboli non è che tutte le volte dovete difendere l’operato del comune e tirate fuori che tanto avete già fatto molto. Oggi dobbiamo fare qualcosa di più, ce lo richiede la situazione storica. Ho fatto una domanda all’assessore al bilancio e ora la rivolgo al sindaco: possiamo pensare che in questo fine anno si possa fare una riunione con il bilancio in mano per poter vedere se dal fondo di riserva e se dagli avanzi di amministrazione possiamo ricavare, non i soldi per elemosina, ma alcuni fondi per le situazioni  di emergenza legate alla crisi occupazionale dell’Ages. Lo sappiamo che questi fondi non saranno sufficienti per risolvere tutti i problemi ma, intanto, serviranno per fare fronte alle emergenze. Io chiedo che quanto prima sia convocata una riunione dove si capisca se è vero che da questo bilancio attuale non si possa rosicchiare qualcosa. Se non saranno 50mila euro saranno 20 o 30mila, comunque potranno essere poi tradotti in aiuti non solo per i lavoratori di Ages ma per tutti i santenesi in difficoltà. E’ chiaro che oggi, loro, i lavoratori dell’Ages, sono un simbolo di quello che sta capitando. Poi io so che su certe questioni di carattere urbanistico c’è un canale aperto con Fiat, proviamo a capire se anche da lì può venire viene fuori qualcosa di utile per la situazione. E poi, sul tavolo che è avviato con alcuni sindaci è importante che non sia solo riunito ogni tanto ma che diventi un tavolo permanente, perché la situazione occupazionale non è destinata a migliorare. Occorre lavorare nel tempo, continuando a vederci come sindaci e confrontarci. In questo modo si lavora in rete, perché senza una rete Santena è sola. Mettiamo Santena in rete, così facendo riusciremo a capire cosa fanno gli altri e potremo anche confrontarci con la Provincia e gli enti superiori: occorre formare una unione di Comuni, rappresentativa di questa zona e dialogare con il presidente della Provincia, con i vertici regionali. E cerchiamo anche di fare pesare un pochino anche tutto il nostro territorio. Chiedo tre cose, molto concrete che si possono fare.

Il sindaco Benny Nicotra, ha quindi preso la parola.
Io ho parlato, vi ho spiegato tutto quello che ho fatto. Poi se uno parla e spiega viene anche additato. Galizio dice che solo a partire da settembre, ottobre e novembre, il sindaco ha raggruppato tutti gli impegni, tutte le riunioni: forse era dovuto, forse c’erano dei problemi più delicati, più impellenti. Questo modo di agire, di alcuni volantinaggi da parte di alcuni della minoranza. E rispetto moltissimo il comportamento politico professionale, soprattutto maturo, di Ferragatta, che è stato l’unico a collaborare con questa maggioranza sotto un profilo di una attenzione, di una situazione molto delicata, nei riguardi dell’Ages e di altre situazioni che si sono verificate in questo anno e mezzo che noi amministriamo. Questo vostro modo di fare, di nuovo stasera ho sentito per ennesima volta la quarta o quinta puntata, e mi auguro che i giornali non la facciano, ha portato persone dell’Ages che mi hanno messo le mani sulla faccia, scritte di cui ho avuto la solidarietà di persone sedute dall’altra parte, che criminalizzano questa maggioranza, con addirittura situazioni delicate nei riguardi di un consigliere, qui seduto, Migliore Francesco, in una situazione molto delicata che era bloccato per la strada… Ragazzi, voi state giocando in una situazione molto delicata, sulla pelle di gente che è disperata. Il signor Ansaldi che ha lavorato tanti anni all’interno di quella struttura… Nella discussione ho detto che mettevo a disposizione anche una relazione del dottor di Sora. Io avevo detto che se volevate leggerla. Di Sora ha dichiarato che lei Ansaldi come amministratore l’ha portata a un certo livello. Lei a Santena ha dichiarato, più volte, che l’azienda Ages era in stato fallimentare già nel 2005 e che l’azienda non avrebbe avuto più sentore di esistere.  Per lei è troppo facile parlare del sindaco. Per prima cosa la mia natura è di essere un ottimista, perché se uno è ottimista vuol dire che vede un futuro più roseo; se siamo pessimisti non facciamo gli amministratori e i titolari, ma facciamo altri tipo di lavori. Io parto da un presupposto, che qui per l’Ages è stato fatto tantissimo e tanto continua a essere fatto, ma le cose non bisogna enunciarle ai giornali o volantinarle, bisogna farli e basta. Perché dico questo; perché il giorno successivo l’assemblea davanti all’Ages io mi sono adoperato e quando Ferragatta mi ha telefono io avevo già parlato con l’assessore alle finanze chiedendogli di fare modifiche al bilancio.  L’indomani ci siamo trovato con la ragioneria e il segretario generale, ma mica c’era da dirlo a nessun giornale, non ho dato alcuna notizia. Neanche alla riunione dei sindaci, a parte Tesio che era venuto alla riunione e  ha potuto ascoltare tranquillamente. Non si approfitta delle situazioni per fare strumentalizzazioni, qui non siamo a battaglia navale con la gente che dice affondato, colpito e cose simili. Ma a cosa state giocando? Per costruire occorre farlo insieme,  non polemizzando, non facendo strumentalizzazione, non facendo politica. Noi sappiamo che Ferragatta è candidato per le elezioni amministrative provinciali. Io lo so io ed è giusto che lui fa questo lavoro, ma lo fa anche bene costruttivamente. Io gli ho chiesto collaborazione nei riguardi della Provincia che è un suo ente. Ma in quella riunione in Regione c’eravamo io e lui, a discutere con l’assessore regionale, quando ho chiesto alla Regione per il terzo anno di cassa. Se si chiudeva all’interno della Regione oggi quei ragazzi avrebbero avuto il terzo anno e anche il quarto anno di cassa. Se l’azienda viene commissariata è la fine; invece del 70 per cento dello stipendio avranno zero e zero significa nulla. E io non sono capace  a dividere la miseria; la miseria e indivisibile. Anche lei Ansaldi si è messo in aspettativa; non buttiamo pietre e fango sulle persone perché non deve essere una battaglia Ansaldi contro Nicotra. Qui si sta approfittando della buona fede della brava gente.E approfittando anche della situazione di alcuni che non sanno; guarda caso Il Corriere di Chieri non scrive bene di Nicotra. E’ più facile dare improperie a Nicotra e oggi Nicotra deve viaggiare in un determinato modo, si trova la macchina tagliata. Nicotra si trova beffato. Ma ormai Santena, in tanti anni ci conosce tutti e ci ha pesato tutti; non c’è bisogno di fare né i docenti universitari e tanto meno fare delle elucubrazioni mentali. Qui bisogna concretizzare e la concretezza è portata dal fatto che l’amministrazione si muoverà per tutto ciò. Questo è il fare. Questo è un Paese di grande monocultura; tutto gira attorno alla Fiat. Queste sono cose che ho detto già altre volte; anche il panettiere venderà meno pane se la Fiat non lavora e con la Fiat il panettiere direttamente non c’entra nulla. Per costruire si costruisce insieme, non facendo gioco individuale. Vediamo se si riesce andare a gol se si continua solo a criminalizzare qualcuno. Perché ce ne sarebbe da dire anche su di lei Andaldi, alla grande, ma nell’insieme io resto bravo, zitto, silenzioso. Nell’insieme se si vuole costruire, se si parla di collaborazione occorre poi farla vedere, in questa sede, non attraverso volantini e giornali. E lei aveva dichiarato la colpirò in un modo aggressivo sui giornali, l’ha dichiaro qui dentro, ma non si fa così. Si deve costruire e per costruire occorre costruire insieme; io non ho mai chiuso la porta a nessuno.
Voi state sempre a sentire i pettegolezzi di piazza, a quello che si dice sotto i portici. E i giornali delle volte scrivono le cose sentite sotto i portici, ma, ragazzi… la città non è i portici. La città è la solidarietà, è comprendere e aiutare chi ha bisogno. Io posso capire e comprendere il gesto di Galizio, però mi fate ritornare a ricordare la situazione dell’alluvione del 1994 quando ai colleghi sindaci chiesi di non mandarmi dei soldi, perché mi avrebbero messo in difficoltà. Dissi loro mandatemi dei beni di prima necessità: abbiamo riempito di due capannoni di reti di materassi, deumidificatori, e questo non lo dimenticherò mai. In quel modo abbiamo aiutato tanta gente; con il denaro non si aiuta la gente. Col denaro si incominciano a creare situazioni molto delicate.
Noi amministratori abbiamo diritto al dieci per cento di aumento, imposto dalla Corte dei conti, come assessori e sindaco. Questo aumento non è stato dato. Chiederò alla giunta di ribaltarlo per questa situazione: è il dieci per cento che in un anno di amministrazione vale 8-9mila euro. che andranno ad aggiungersi. Ma questo lo chiederò alla giunta nei luoghi e nei tempi dovuti. lo sto dicendo qua. non lo sapeva nessuno è una cosa che mi sono confrontato con la parte giuridica per capire se è possibile farlo. L’amministrazione pubblica non è casa nostra, che facciamo quello che ci pare e piace, dobbiamo rendere conto. Quando sono andato a Milano, Galizio sono andato per accompagnare quel professionista incaricato dal dottor di Sora per prendere due assegni che quei signori sanno che era l’acconto che era riuscito a vendere i capannoni: ok? e a lui servivano per poter pagare gli stipendi. Oggi, a  distanza di tempo glielo posso anche dire a cosa era servito il viaggio di Nicotra; non ero andato a spese del Comune a farmela bene. Io non ho mai approfittato di questo Comune, mai. Me ne hanno dette di tutti i colori ma io amministro e me ne vado a casa mia. Lei non mi ha visto a casa di nessuno a pranzo o a cena, tranne qualche collega e qualche amico che è con me in amministrazione. Se vado a pranzi e cene, vado a momenti pubblici, per non discriminare nessuno. Scusatemi questa mia esternazione, perché ho sentito di tutto. Ho sentito di tutto. Una squadra va in rete se la squadra tutta funziona e non è maggioranza o opposizione: qui non c’è colore politico, ha ragione chi mi ha preceduto. Quando c’è una situazione così delicata che non è solo nei riguardi di Ages. La situazione è talmente delicata che non ci sono delle ricette. Ne parlavo prima, durante la pausa del consiglio comunale, con il consigliere Tommy Elia, qui per l’Ages non c’è una ricetta, visto che lui fa il medico. C’è soltanto da cercare come potere trovare una via di uscita. Questo problema dell’occupazione l’hanno tutte le città di Italia, se non tutto il mondo. Tutti leggiamo i giornali e  vediamo la tv: la situazione è delicatissima.

Lo sfogo del sindaco viene interrotto da Bruno Ferragatta che  dice: “Vorrei capire se dopo tutta questa discussione riusciamo o meno a organizzare una seduta della commissione per capire cosa possiamo fare con il bilancio, se no qui ce la contiamo solo…“

Il sindaco Benny replica: “Ho detto che l’assessore al bilancio ha già messo mano alla situazione, ti ho già annunciato che cosa faremo”.

Ferragatta aggiunge: “Parlando di variazione di bilancio, ho chiesto di poter capire se si farà qualcosa per questa situazione concreta dell’Ages. Ho chiesto al sindaco un impegno. Vorrei solo capire se vi impegnate ad andare a vedere nel bilancio e a dare una risposta a breve su queste cose, tutto qui”.

Santino Cascella, ha fretta: “Bene, io direi di chiuderla lì con questa mozione, perché gli interventi li abbiamo fatti tutti”.

Paolo Mosso, assessore al Bilancio, replica: “Subito dopo l’incontro domenicale all’Ages il sindaco mi ha chiamato nel suo ufficio e  mi ha detto di verificare con i vari assessorati quali erano le disponibilità per verificare il fondo di riserva, dopo di che, nell’ultima variazione di bilancio, che porteremo in consigli a metà dicembre, avremo i dati da poter applicare sul sociale”.

Sono quasi le undici di sera e la situazione sfugge un po’ di mano al presidente: molti si mettono a  discutere fuori microfono.

Santino Cascella interviene ancora.
Guardate io la chiuderei qui e, se mi permettete direi soltanto due cose e poi andiamo alla votazione. Per favore non intervenite fuori microfono. Io volevo soltanto fare una riflessione. Questo Paese è diventato una grande nazione, perché è stato capace di fare impresa. Dal dopoguerra questo Paese ha fatto impresa, ha trasformato delle materie prime non nostre perché ha avuto la capacità di fare questo. Ora l’impresa ha la filosofia del fare e non del dire. La cosa grave è che oggi nelle imprese è entrata la politica; si fa troppa politica: guardiamo i sindacati, guardiamo i parlamentari, i senatori che non hanno la capacità del fare, ma soltanto la capacità del dire. E l’impresa non si crea con il dire, si crea con fare. Adesso abbiamo un momento a rischio perché, naturalmente, c’è una crisi economica mondiale, molto, molto seria, in questo momento. Io credo che ci sarà una grossa selezione delle imprese perché tutti coloro che non sono capaci di fare impresa rimarranno a  casa, ma quello che a me spiace è che questi signori che rimarranno a  casa non pagheranno loro gli errori che hanno commesso. Questi diventeranno tutti ricchi, naturalmente diventerà povero chi è dipendente. Allora io dico lasciamo fare le imprese a chi è capace. Anche molti gli impresari oggi anziché fare impresa fanno politica e quindi non si capisce più nulla. C’è una confusione tale che ci sta portando a questa situazione gravissima perché naturalmente anziché svolgere il proprio compito cerchiamo di svolgere quello degli altri. Facciamo autocritica. Facciamo pure le collette, mettiamo a disposizione dei fondi, ma io vorrei che in questo Paese si ripartisse  a fare impresa, che è una cosa diversa. Detto questo la chiuderei lì e passiamo alla votazione.

Si aprono le dichiarazioni di voto.

La prima è di Roberto Ansaldi.
Credo che, come sempre, quando si dicono le cose come stanno e non fanno piacere, per difendersi si va nel personale: ormai ci ho fatto l’abitudine  e non mi provoca  fastidio. Credo che oggi questo consiglio comunale non abbia perso del tempo. Forse è la prima volta, magari in maniera un po’ cruda ma non ha importanza, che ci si confronta in maniera serie sulle difficoltà della gente. Le altere volte così non era stato. Si erano liquidate le cose in maniera più frettolosa e il discorso era stato molto meno approfondito. Prendo atto che la maggioranza si rende conto che bisogna fare qualcosa, magari non si concorda su come, ma riconosce che bisogna fare qualcosa. Arriviamo da un percorso aziendale che ha davanti almeno due anni, ultimamente aggravato da questa crisi mondiale che c’è e in particolare a Santena. E qui è tutta la nostra località con la più grossa azienda del nostro territorio, dove se non si trova una soluzione, c’è il rischio che parecchie persone non abbiano più un posto di lavoro. Perché sarà anche vero che tutte le aziende sono in difficoltà, ma c’è difficoltà e difficoltà. La maggior parte della aziende ha difficoltà momentanee, per calo di volumi e per minor consumi, ma ci sono anche difficoltà diverse e l’Ages ne è un esempio. Noi questa sera, come opposizione, perché vedete è molto facile – e io ci sono stato anche dall’altra parte – di fronte ad una proposta della opposizione dire che la cosa è strumentale. Credetemi, di strumentale non c’era assolutamente niente. Anche perché strumentalizzare le lacrime della gente o le difficoltà della gente sarebbe veramente bieco. Rendetevi anche conto che l’opposizione, se vuole fare qualcosa, l’unico strumento che ha è quello di venire in consiglio comunale,  di prendere carta e penna, e di fare una proposta: sarebbe già importante che imparaste a prenderla in considerazione. Poi, il sindaco chiede di lavorare tutti insieme; mai noi non ci siamo mai tirati indietro per lavorare insieme per questa comunità. Semmai quando l’abbiamo proposto, ci avete detto che non era il caso e che questo non era opportuno. Va bene, mi fa piacere che abbiate capito che se si lavora insieme, forse, si ottengono dei risultati migliori. Noi siamo disponibili a farlo.  Questa sera la nostra proposta dice agiamo con l’azienda con le istituzioni e con gli altri Comuni per portare una proposta a un tavolo: su questo io non ho sentito delle riposte, degli impegni. Rispetto alla proposta di istituire un fondo per l’emergenza, ho sentito un impegno a farlo, non si sa di quale entità, per dicembre. Vedo che c’è l’impegno di aprire per il bilancio del 2009, un capitolo a  favore delle gente in difficoltà. Io voto a favore di questa mozione; mi piacerebbe che gli altri gruppi si esprimessero in merito a quali impegni intendono far fronte. Così almeno chi ci sente ha un quadro chiaro della situazione e gli stessi media sanno chi è favorevole o no alla mozione. Ripeto, su due punti ho visto la vostra disponibilità; vorrei sapere se il sindaco se la sente di coinvolgere gli altri Comuni e relazioni a questo consiglio perché porti alle istituzioni la necessità di avere, per l’Ages come per altre aziende, gli ammortizzatori sociali.

La discussione sull’Ages la chiude Giuseppe Falcocchio, capogruppo di Alleanza nazionale, che fa una dichiarazione di voto a nome della maggioranza: “I capigruppo hanno deciso che non parteciperanno all’approvazione di questa mozione per un motivo molto semplice: perché ritengono che i punti chiave chiesti nella mozione siano stati già tutti adempiuti. Riteniamo che i punti chiesti l’amministrazione li abbia già esplicitati. Ovviamente questo non vuol dire che l’amministrazione si fermerà qui che non andrà avanti nell’approfondire la questione.

Santino Cascella mette ai voti la mozione delle opposizioni e il segretario  comunale registra i voti. Votano no: Santino Cascella; Benny Nicotra; Paolo Mosso;  Gianni Giacone;  Domenico Trimboli; Edoardo Tamagnone; Pino Falcocchio; Ezio Gaude; Gianni Bergoglio; Valter Mastrogiovanni; Gianni Tosco; Beppe Maggio e Francesco Migliore. Votano sì alla mozione: Bruno Ferragatta; Cetty Siciliano; Ilario Martini; Roberto Ansaldi; Domenico Galizio. Si astiene Massimiliano Miano, in polemica con i componenti della minoranza che hanno presentato la mozione senza avvisarlo. Sono assenti i consilieri Patrizia Borgarello e Tommaso Elia.

Il presidente del parlamentino cittadino Santino Cascella chiude la seduta del consiglio comunale con queste parole: “Allora, l’esito della votazione è la seguente: contrari tredici, favorevoli sei; assenti due, un astenuto. La mozione passa”.  Il segretario Calogero Pirriatore ha un sussulto e subìto corregge Cascella: “No, ovviamente la mozione non passa”. Cascella puntualizza: “No la mozione non passa, anzi è bocciata”.

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