Ages, dopo 36 giorni termina il presidio davanti ai cancelli

SANTENA – 8 dicembre 2008 – Questa sera è finito il presidio dei lavoratori davanti ai cancelli dell’Ages. Tocca a Gerardo di Martino, Rsu, con un pennarello rosso, segnare la data e l’ora della chiusura del presidio: 8 dicembre, ore 22,30. La scritta è riportata nell’orologio di cartone appeso all’entrata del gazebo, che segna l’inizio del presidio, le ore 6 del 3 novembre. Dopo 36 giorni ininterrotti di mobilitazione gli operai dello stabilimento del settore gomma plastica smobilitano.

Il presidio è durato qualche ora in più degli storici 35 giorni di lotta davanti ai cancelli della Fiat: per i lavoratori dell’Ages è davvero un record, portato avanti con grande sacrifici. Dal 3 novembre scorso hanno garantito una presenza, notte e giorno, 24 ore su 24, nei giorni lavorativi come nei festivi, sotto la pioggia, il sole, il vento, il gelo e la neve. Un impegno che in molti hanno pagato con influenza e patologie respiratorie.

Gerardo di Martino, mentre con alcuni compagni sta preparando il gazebo alla chiusura, commenta: “Stasera si chiude e dopo 36 giorni di lotta torniamo a dormire nel letto di casa. Con l’arrivo del commissario e con l’estromissione della proprietà l’obiettivo di presidiare i cancelli per impedire che venisse minata la capacità produttiva dello stabilimento portando via presse o altro è venuto meno. Da questa sera torniamo a casa. Domattina, con calma, cominceremo a smontare parte di questa struttura; non smonteremo tutto. Lasceremo un gazebo, riscaldato, che farà da punto di ritrovo e riferimento per tutti i lavoratori. Nel gazebo sindacalisti e delegati continueranno a fornire informazioni ai lavoratori sul prosieguo delle iniziative di lotta. Il commissario ci ha informati che si lavorerà fino al 12 dicembre, poi ci aspetta un mese di cassa. E’ chiaro che anche nelle settimane di cassa garantiremo un punto di ritrovo per i lavoratori. Come abbiamo fatto per tutta la mobilitazione i delegati informeranno i lavoratori su tutto quello che succede in fabbrica e come prosegue il lavoro del commissario”.

Di Martino continua: “L’arrivo del commissario e l’estromissione della proprietà rappresentano un buon segnale per noi ma la lotta non è certo finita e siamo preoccupati. Per novembre non riceveremo il salario ma potremo solo fare una richiesta che il tribunale discuterà a marzo, assieme a tutte le altre spettanze. Per il mese di dicembre il commissario ha garantito il pagamento dei giorni lavorati e il versamento di un dodicesimo della tredicesima. Il gazebo vicino ai cancelli servirà anche per coordinare le iniziative di solidarietà che saranno promosse per aiutare i lavoratori maggiormente in difficoltà. Lasciamo un punto di riferimento perché i lavoratori dell’Ages possano ritrovarsi e confrontarsi: la discussione e il confronto serviranno anche a combattere la depressione che può arrivare quando si è senza lavoro e senza salario. E’ importante che i lavoratori non restino soli con i loro problemi all’interno delle mura di casa. Parlare e condividere i problemi aiuta ad affrontarli e vincerli”.
Enrico de Paolo, Filcem Cgil, uno dei tanti che ha pagato in salute i 36 giorni di presidio, aggiunge: “Per prima cosa ci auguriamo che il buco nei conti del gruppo Ages non continui a lievitare perché questo minerebbe la possibilità di un buon esisto della gestione commissariale. Sempre con un occhio di riguardo verso i debiti ci auguriamo che il terzo anno di cassa venga concesso, altrimenti i conti dell’Ages peggiorerebbero ulteriormente”.


Da Enrico de Paolo e dalle Rsu arriva un sentito ringraziamento “a tutti lavoratori che hanno permesso questi 36 giorni ininterrotti di presidio. Senza l’unità e il contributo di tutti non sarebbe stato possibile assicurare continuità a questo metodo di lotta. Un sentito ringraziamento va rivolto anche ai cittadini e commercianti che, dal 3 novembre, hanno portato al presidio generi alimentari e la legna servita ad alimentare le stufe all’interno del gazebo e davanti ai cancelli. Sono da segnalare anche i contributi economici di tante persone che, in modo anonimo, sono passati al presidio e hanno lasciato un obolo. Il contributo di tutti ha consentito questo risultato che non bisogna avere remore a definire eccezionale. L’esito delle iniziative di lotta non era così scontato. Avere messo fuori dai cancelli l’attuale proprietà è stata comunque una vittoria storica. Insieme, stando sempre uniti, ci apprestiamo ad affrontare anche tutte le difficoltà che ci porteranno i prossimi giorni”.

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