Una pausa per lo spirito – riflessioni dal 12 al 18 aprile 2009

SANTENA – 11 aprile 2009 – Di seguito le proposte di riflessione per i giorni dal 12 al 18 aprile 2009.

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Domenica 12 aprile 2009

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Gv 20,1-9

Commento

Maria di Magdala va al sepolcro quando era ancora buio. È il buio di questo mondo. Il buio, poi, in realtà entra facilmente anche nei cuori degli uomini, li rende opachi, così poco luminosi di vita! Nel mondo vince la violenza, tanto che sembra essere indispensabile; vince la spada; vince la prudente neutralità di Pilato, che capisce tutto, che non vuole uccidere Gesù, in qualche modo vorrebbe anche salvargli la vita, ma che non sceglie di difenderlo (come i nostri buoni sentimenti, quando non si schierano da una parte, quella dell’amore; o quando restano nani, non li facciamo crescere, non ne accettiamo le conseguenze, il prezzo!). Nel mondo vincono i trenta denari di Giuda, il desiderio di possedere, l’idolatria delle cose anche se questi fanno vendere quello che abbiamo di più bello ed alla fine conducono alla disperazione. Vince la facile violenza dei soldati, brutale, senza prezzo, facile come il pregiudizio; vince la violenza assassina della folla, anonima, terribile, senza volto. In fondo vincono i discepoli che hanno salvato se stessi. Gesù è uno sconfitto. Nel buio ognuno deve salvarsi da solo, come avvenne nella notte dell’arresto di Gesù, l’ora delle tenebre. È il buio profondo che avvolge chi è nella notte della guerra; che incombe come una minaccia, che sembra rendere impossibile la convivenza tra gli uomini, che cancella la vita di interi paesi, nutrito dagli interessi di chi si arricchisce con le armi. È il buio che spegne la debole luce dei bambini malati di AIDS in Africa; è il buio che smorza il lucignolo fumigante dei vecchi abbandonati e precipitati nell’abisso del cronicario da cui sembra impossibile risalire. È anche il buio del nostro cuore, spento dalla rassegnazione, che non trova perdono.
Appena giunta al sepolcro ella vede che la pietra posta sull’ingresso, pesante come lo è la morte, è stata ribaltata. Corre subito da Pietro e da Giovanni: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro!”. E aggiunge con tristezza: “Non sappiamo dove l’abbiano messo”. La speranza sembra del tutto smarrita, inghiottita dal nulla. È la vittoria completa del male. È la disperazione di tante donne che non possono nemmeno piangere il corpo del figlio. È lei a muovere Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava. Anche loro “corrono” immediatamente verso il sepolcro vuoto. È una corsa che esprime bene l’ansia di ogni discepolo, di ogni comunità, del mondo intero che ha bisogno del Signore, di futuro, di eternità, di qualcosa che non deluda e non finisca.
Tutto cambia con la resurrezione. Il cuore inizia a correre, i sentimenti ritrovano forza. Anche noi possiamo riprendere a correre! Possiamo andare di nuovo incontro all’altro. La vita non è finita! La speranza non è nel passato! Non vincono la nostalgia, il cinismo, il disperato salvarsi da soli. La felicità della pasqua non è senza il dolore della croce: è la vittoria su quel dolore! La felicità non è una vita senza pianto, ma sono le lacrime asciugate dall’amore! Per questo la Pasqua è anche fretta: l’amore ha fretta di raggiungere l’amato. Giunge per primo alla tomba Giovanni, il discepolo bambino, dell’amore. Entra Pietro nel sepolcro e poi anche l’altro discepolo. “Vide e credette”. Fino ad allora, infatti “non avevano ancora compreso la Scrittura, che egli doveva risuscitare dai morti”. Questa è spesso la nostra vita: la fatica credere che la vita può risorgere. È facile per noi rassegnarci di fronte al male, alla logica della violenza, così evidente e terribile nella vicenda di Gesù. La Pasqua viene ad aprire le porte del cuore, che si chiudono nella tristezza, nel senso di fallimento, di delusione.
Quando un po’ del buio del male viene vinto, quando la disperazione dell’angoscia trova una piccola luce d’amore, quando le lacrime vengono asciugate e la solitudine trova compagnia; quando un estraneo diviene fratello; quando viene la pace; quando un debole è consolato; quando chi muore è accompagnato dall’affetto e si affida alle mani di Dio, ecco che il mondo risorge. “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora vivo trionfa. Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu Re vittorioso portaci la tua salvezza”. Se credessimo di più nella forza dell’amore che ha vinto il male! Non abbiamo paura! Cristo è risorto e non muore più! È la nostra forza, la nostra gioia, il nostro futuro.
Comunità di  Sant’Egidio

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Lunedì 13 aprile 2009

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annunzio ai suoi discepoli. Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: “Salute a voi”. Ed esse, avvicinatesi, gli strinsero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: “Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
Mt 28,8-10

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Martedì 14 aprile 2009

In quel tempo, Maria stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: “Donna, perché piangi?”. Rispose loro: “Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto”.
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: “Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo”. Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro! Gesù le disse: “Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”.
Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore” e anche ciò che le aveva detto.
Gv 20,11-18

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Mercoledì 15 aprile 2009

Nello stesso primo giorno della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Èmmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: “Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?”. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Cleopa, gli disse: “Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?”. Domandò: “Che cosa?”. Gli risposero: “Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto”.
Ed egli disse loro: “Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?”. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”.
E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”.

Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Lc 24,13-35

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Giovedì 16 aprile 2009

In quel tempo, i discepoli [di Èmmaus] riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho”. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: “Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”.
Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: “Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni”.
Lc 24,35-48

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Venerdì 17 aprile 2009

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Gv 21,1-14

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Sabato 18 aprile 2009

Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni. Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
Alla fine apparve agli Undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. Gesù disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”.
Mc 16,9-15