Libera, Pino Masciari intraprenderà domani (12 maggio 2009) lo sciopero della fame e della sete

ROMA – 11 maggio 2009 – Pino Masciari, imprenditore calabrese divenuto testimone di giustizia per aver denunciato ‘ndrangheta e collusioni, intraprende domani (12 maggio) lo sciopero della fame e della sete annunciato lo scorso 26 marzo e rinviato per rispetto delle vittime in Abruzzo.

Pino Masciari
Pino Masciari

Il gesto estremo inizia davanti al Quirinale, simbolo di garanzia dei diritti costituzionali, alle 10 del mattino. Masciari si rivolge anzitutto al Capo dello Stato, ai presidenti di Senato e Camera e al presidente del Consiglio dei ministri: chiede immediato intervento, nella certezza che non sarà abbandonato e lasciato morire.
La sua vicenda non è più un fatto burocratico e giuridico: è una questione etica e morale. Da 12 anni, vive in un inferno: ha dato la sua vita allo Stato ma è sempre rimasto senza adeguata protezione, con la ‘ndrangheta in agguato.
L’imprenditore calabrese, al quale il Tar del Lazio ha riconosciuto il pieno diritto alla sicurezza e alla ripresa d’una vita normale, non ha visto riscontri concreti e immediati da parte della Commissione centrale del Ministero dell’Interno, in merito all’osservanza del provvedimento, del gennaio scorso.
Dal rinvio dello sciopero della fame, la Commissione centrale del Ministero dell’Interno non ha concesso alla famiglia Masciari le misure speciali di protezione, scorta e tutela, benché riconosciute come necessarie proprio in sede istituzionale. Né i coniugi Masciari, imprenditore e medico odontoiatra, sono stati messi nelle condizioni di lavorare.
Lo Stato, per dodici anni, li ha tenuti in esilio, privandoli della sicurezza e della dignità. Oggi, esausto, Masciari rimette la propria vita nelle mani dello stesso Stato, che deve decidere: renderla o toglierla definitivamente.
Nel caso in cui lo Stato gliela neghi, Masciari intende restituire almeno la libertà della sua famiglia dal giogo mafioso, pagando con la propria vita l’atto della denuncia. Alle ore 11 è prevista la conferenza stampa, davanti al Quirinale.

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