Santena, terreni Masseria, Roberto Ansaldi illustra le ragioni della mozione

SANTENA – 23 giugno 2009 – Dopo la lettura, da parte di Santino Cascella – presidente del consiglio comunale – della mozione presentata dalle minoranze sulla destinazione dei terreni della Masseria, il dibattito è cominciato con l’intervento del capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc. Roberto Ansaldi ha spiegato le ragioni che hanno portato alla presentazione del documento e alla richiesta di convocazione del consiglio comunale.

Roberto Ansaldi
Roberto Ansaldi

Roberto Ansaldi ha esordito così: «Come primo firmatario della mozione mi corre l’obbligo di spiegare ai colleghi consiglieri, al presidente del consiglio, al sindaco e alla giunta comunale, le ragioni per cui abbiamo presentato questa mozione e abbiamo chiesto, subito dopo, la convocazione del consiglio comunale. Una volta le minoranze avevano lo strumento della question time che era semplice, efficace e snello, per discutere le problematiche del nostro territorio. Con un colpo di mano questa maggioranza l’ha cancellato per cui l’opposizione oggi se vuole parlare dei problemi della città o lo fa con le interpellanza, ma lì può solo parlare il primo firmatario e comunque  è una discussione limitata, oppure l’unico strumento che ci è rimasto è la mozione».

Roberto Ansaldi ha aggiunto: «La mozione non va vista come un qualcosa di stravolgente e vi spiego le ragioni par cui l’abbiamo presentata. Innanzitutto, lo diciamo già noi: è vero che non c’è alcuna richiesta protocollata in Comune, ma è altrettanto vero che qualcosa, nel nostro territorio, è successo. E’ successo che una società con 30mila euro di capitale sociale ha comprato dei terreni che l’attuale strumento urbanistico prevede a destinazione recettivo-ospedaliera.  E qui apro e chiudo una parentesi: non c’è scritto, ma l’impegno dei precedenti consigli comunali era che o si faceva questo o si tornava alla destinazione agricola. Oltre a questo ci sono stati due incontri da parte di questa società o dei loro mandanti in Comune. Inoltre chi ha comprato ha contattato i proprietari vicini a questa area, facendo loro vedere un planivolumetrico con delle abitazioni civili. L’oggetto del contendere non sono solo i 200mila metri quadrati, regolarmente acquistati con rogito notarile. C’è un professionista incaricato dalla proprietà – è lo studio Picco, figlio dell’ex sindaco di Torino – che sta redigendo un progetto. Per cui è vero che non c’è ancora una richiesta ufficiale arrivata in Comune, ma è pure vero che la macchina si è messa in moto. Ci sono cose, fatti e non solo parole. Fatti che, se permettete, inquietano e destano preoccupazione in tante persone, e ben più di quanto possiate immaginare».

«Ci è sembrato quindi logico – ha proseguito Roberto Ansaldi – che noi gruppi di opposizione chiedessero alla maggioranza quali sono le sue intenzioni quando la società presenterà un progetto. Perché lo farà, statene certi. Perché nessuno spende oltre quattro milioni di euro e fa preparare un progetto per poi non fare nulla. Quindi la domanda, molto esplicita che è sottintesa alla mozione è se l’amministrazione comunale è disponibile a fare una variante di piano regolatore, chiaramente generale – perché non può essere particolare – per soddisfare le richieste che questa proprietà o questa società farà avendo acquisito i terreni e facendo predisporre dei progetti. Nella nostra mozione non c’è nulla di anomalo, non ci sono secondi fini: vogliamo solo sapere se l’amministrazione comunale è intenzionata a dar corso, ad accogliere, ad istruire, oppure se, come prevede l’attuale strumento urbanistico, intende dire alla società – ragazzi avete fatto operazione, e non voglio entrare nel merito di quanto vi sia costata e se sia producente o no, ma la destinazione urbanistica oggi è ospedaliera-recettiva e tale deve restare».

Roberto Ansaldi ha chiuso così il suo primo intervento: «Poi mi riservo dopo di spiegare, come faranno anche i colleghi consiglieri di opposizione, le ragioni per cui diciamo noi. Non siamo preconcettualmente contro nulla – e l’abbiamo dimostrato tante volte – però crediamo che un’operazione di questo genere sia estremamente deleteria per lo sviluppo di questa città, attuale, presente e anche per le generazioni future. Io chiudo così questo primo intervento e mi riservo di intervenire successivamente, perche – almeno sul piano edilizio e urbanistico – credo di avere qualche elemento per spiegare a tutto questo consesso perché questo tipo di operazione sarebbe deleteria e dannosa per l’intera collettività».

– continua –