Santena, la Masseria resti agricola – L’intervento di Gigi Tosco all’assemblea pubblica nel salone di Villa Tana

SANTENA – 16 luglio 2009 – Di seguito l’intervento di Gigi Tosco, storico ambientalista cittadino, eseguito all’assemblea organizzata dai gruppi di minoranza il 24 giugno scorso nel salone di Villa Tana, sul tema “Un nuovo quartiere alla Masseria, un errore per sempre”.

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L'area della Masseria, allagata

«Da trent’anni abito vicino alla zona Masseria e ho già visto numerosi assalti di diverso tipo che riguardano proprio quei terreni agricoli, oggi acquistati dalla ditta Abisan 2010 – ha esordito Gigi Tosco – Questa sera sono già stata fatte vedere immagini relative all’allagamento dell’area avvenuta nello scorso aprile: abbiamo visto l’area della Masseria allagata. Voglio solo ricordare che le foto viste questa sera sono state scattate 36 ore dopo l’allagamento, quando il livello delle acque si era abbassato di molto. Durante l’emergenza legata al maltempo per pioggia abbondante la zona della Masseria, come quella della Quaglia è stata chiusa perche dalla zona giardin della Quaglia scorreva un vero e proprio torrente con direzione Masseria. La zona è stata chiusura perché esisteva il concreto rischio di venire travolti dalla massa d’acqua. Nei campi della Masseria l’acqua ci arriva in due modi: è un bacino di laminazione del Banna; inoltre lì si raccoglie l’acqua piovana che arriva dalla zona di Quaglia. Quindi oltre all’acqua che arriva dal torrente Banna, alla Masseria si raccoglie l’acqua di scorrimento della parte Nord della città, una zona fortemente antropizzata e con notevoli insediamenti artigianali».

Gigi Tosco ha aggiunto: «Un altro dato da ricordare per la zona della Masseria è che presenta una falda superficiale. In tutto il territorio di Santena per trovare l’acqua è sufficiente scavare a una profondità che va da uno a tre metri. A prova di questo ci sono i molti pozzi di captazione dell’acqua potabile disseminati sul territorio santenese».

Poi Tosco ha raccontato il seguente episodio: «Nei giorni dell’esondazione del 1994 ebbi modo di incrociare monsieur Veillet, che aveva aperto gli uffici della Sias in piazza Martiri con l’obiettivo di costruire l’Hopital du Piemont proprio sui terreni della Masseria. Lo incontrai che stava osservando il lago di acqua fuoriuscita dal Banna e arrivata sino ai terreni della Masseria. Dopo poche parole mi spiegò che nessuno l’aveva mai avvisato di questo pericolo. Era incredulo davanti a quello spettacolo. Dopo l’esondazione anche Veiilet fece fare alcuni sondaggi per rilevare il livello della falda. Arrivò agli stessi risultati ottenuti dai sondaggi effettuati dal Comitato per la difesa del territorio, sorto per difendere Santena dal pericolo dell’arrivo di una discarica di rifiuti solidi urbani. Io penso che nessuno possa contestare la superficialità della falda, tanto è vero che – proprio grazie alla poca profondità delle falde – Santena è stata esclusa come sito di un nuovo impianto di smaltimento dei rifiuti».

Gigi Tosco ha poi fatto riferimento a quanto successo in Consiglio comunale durante la discussione sul futuro dei terreni della Masseria: «Il Consiglio ha approvato una mozione che esclude la possibilità di costruire un nuovo quartiere sui terreni della Masseria. All’unanimità si è confermata l’attuale destinazione prevista in Piano regolatore. Occorre anche dire che la minoranza pur di far approvare un documento alla maggioranza ha accettato di cambiare un po’ i contenuti: in particolare è stata tolta la richiesta di ritorno a destinazione agricola per l’area della Masseria. Ricordo che, in origine, quando si sono mossi i primi passi per lo sbarco dell’Hopital du Piemont, il consiglio comunale si era espresso chiaramente; se non si fosse costruito l’ospedale francese il terreno doveva tornare agricolo».

Gigi Tosco ha continuato così: «Io oggi aggiungo che in quella zona non si dovrebbe proprio costruire: quell’area non è adatta per costruire un ospedale come non è idonea per costruire un impianto produttivo. Il buon senso dovrebbe portarci a dire che quell’area è adatta per l’agricoltura e null’altro. Occorre anche dire che a Santena, nel passato, abbiamo già visto compiere errori grossolani: come quando sono state edificate zone storicamente basse, come via De Gasperi. I risultati li abbiamo visti tutti, nel 1994: con l’esondazione quelle zone sono state allagate e le case di quella zona hanno fatto da argine alle acque. Il risultato è che sono andate a bagno altre zone della città che sino ad allora erano sempre passate indenni dalle piene del torrente Banna».

«La zona della Masseria ha terreni fertili e, secondo me – ha concluso Gigi Tosco – non ha nessun senso pensare di costruire delle case proprio in quella zona. Io penso che nei programmi elettorali delle prossime amministrative sarebbe bene scrivere che quell’area resterà com’è attualmente o, meglio ancora, ritornerà a destinazione agricola. L’origine delle tante vicissitudini di quell’area sta nei proprietari che, già più volte in questi anni, essendo alla bisogna, hanno ripetutamente tentato di vendere i terreni. A Santena, fortunatamente, non tutte le aree agricole corrono questi rischi: in città ci sono anche alcuni contadini che vivono lavorando la terra e non sono intenzionati a mollare tutto e a vendere i loro campi».