Santena, un operaio e un componente della Rsu dell'Ages raccontano i riflessi dell'amministrazione straordinaria nella vita quotidiana

SANTENA – 24 gennaio 2010 – Un po’ di giorni fa, il 14 gennaio scorso, questo blog ha riportato una intervista a Enrico De Paolo, della Filcem Cgil, sulla pubblicazione dell’invito a manifestare interesse per l’acquisto dell’Ages. Il sindacalista ricordava il ruolo positivo che potrà giocare la Fiat per il futuro dell’Ages, continuando ad assicurare commesse. Di seguito due commenti arrivati a seguito di quella intervista, si tratta di due riflessioni sulla situazione dell’azienda in amministrazione straordinaria e sui riflessi che comporta sui lavoratori.

30 ottobre 2008, operai Ages davanti al palazzo della Regione Piemonte
30 ottobre 2008, operai Ages davanti al palazzo della Regione Piemonte

Il 18 gennaio 2010 koala.1501 ha scritto così al blog.

Ciao a tutti,

era da un po’ che volevo commentare la situazione attuale dell’Ages.
Ovviamente sono un lavoratore di questo Stabilimento, che crede – anzi spera – che si possa uscire da questa situazione straziante.

E’ veramente deprimente andare al lavoro, quando si viene chiamato naturalmente e dover far finta di niente. Nessuno sa niente. Il malumore aumenta giorno dopo giorno. La situazione lavorativa è agghiacciante: macchine che cadono a pezzi; poca manutenzione – visto il numero di persone rimaste; pezzi di ricambio che non ci sono più.In più, quando ti presenti al lavoro, devi far finta di niente, ti dicono che ti devi impegnare perché più di questo non possiamo fare.

Vorrei vedere loro guadagnare una miseria e poi lavorare un mese ogni tre, oppure due giorni la settimana, e far finta che vada tutto bene. Non si può.

A fine mese i soldi mancano e non si vede una via d’uscita.

Secondo me, non ci comprerà nessuno, a maggio ci sarà il fallimento e poi?

UN ALTRO PUNTO INTERROGATIVO SU DI NOI.

ODIO ANDARE ALLE RIUNIONI E NON SENTIRE MAI NIENTE DI CONCRETO, ANZI LE SOLITE PERSONE CHE PARLANO PERCHE’ MAGARI E’ DA UN PO’ CHE NON SI VEDONO.

Gente che fa battute, che ride mentre tutta l’AGES STA ANDANDO A ROTOLI.

Le stesse persone che tra breve piangeranno perché non avranno un lavoro come me.

Ma va bene così perché alcuni di essi se lo meritano, le vere persone si vedono nei fatti non come qualcuno che parla, parla, e poi basta.

Vorrei credere in questa azienda ma troppi dubbi mi turbano.

Chi pagherà i debiti accumulati?

Se arrivassero nuovi proprietari non cambierebbero tutti i lavorati per i loro? Se non arrivano nuove commesse la musica non cambia.

Scusate lo sfogo.

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Nei giorni scorsi è arrivato un secondo commento.

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Volevo rispondere a koala

Ovviamente anch’io lavoro all’Ages e sono un delegato .

Non capisco con chi tu ce l’abbia, se con i colleghi di lavoro, con l’azienda o con noi delegati/sindacato.

Comprendo il tuo sfogo personale per la situazione dell’azienda e per la situazione economica e devo dire che dopo un anno di amministrazione straordinaria a 600 euro al mese la vita delle persone cambia. Cambia tutto; dalle rinunce economiche a cui non eravamo abituati, alla inattività forzata a cui tutti noi siamo costretti. Dopo anni dove le giornate erano scandite da orari e con i turni, ora ci troviamo a non sapere più cosa fare in attesa che l’azienda ci chiami per lavorare per qualche giorno.

Se poi l’azienda ci chiama a lavorare nelle nostre menti ci sono i più svariati pensieri perché vivendo così alla giornata non si sa cosa succederà.

Io penso che bisogna cercare di tenersi impegnati e fare qualcosa. Occorre trovare qualche cosa, qualsiasi cosa che serva a far passare il tempo e che faccia trovare degli stimoli per far passare nel migliore dei modi questo periodo di inattività forzata.

Volevo cercare qualcosa di positivo in tutta questa vicenda disastrosa; riesco soltanto a dire di come – giorno dopo giorno – si impara a sopravvivere con le risorse economiche che si abbassano sempre di più. E questo è importante per chi non è abituato a rinunciare mai a niente perché ti fortifica dentro e ti permette di sopravvivere.

Tornando a quello che dici sulle riunioni e a quello che qualcuno si merita, non devi farci caso anche se da fastidio; le persone sono responsabili in maniera diversa, l’importante e che poi non si pensi che tutto è dovuto, quando ognuno di noi non ci mette del suo.

Posso assicurarti che noi delegati con i nostri operatori esterni abbiamo e stiamo facendo il possibile per cercare di salvare l’Ages, ma purtroppo non dipende da noi come dice anche l’intervista rilasciata da Enrico De Paolo che hai letto e commentato.

Penso che i fatti che sono successi testimoniano che quando è stata l’ora di bloccare l’azienda in maniera drastica lo abbiamo fatto – con altri delegati e operatori non so cosa si sarebbe fatto…

Abbiamo cercato di fare tutto l’iter burocratico con le varie denunce dopo che siamo entrati in amministrazione straordinaria. E non è stato facile perché nessuno di noi sapeva e aveva mai vissuto esperienze come questa.

Il futuro – dicevo – nessuno lo conosce; il passato però lo conosciamo e non  dobbiamo dimenticarci con chi abbiamo avuto a che fare. Se ci è capitato questo casino con persone che di certo non abbiamo cercato, ma ci siamo trovate,  nessuno può accusarci di qualcosa, quindi spero che il tuo sfogo non si riferisse a noi. Se mi sbaglio ti invito a discuterne.

Ps. Comunque l’Ages, anche se è malata, è ancora viva. Questo abbiamo e dobbiamo cercare tutti assieme di farla continuare a esistere.

AH!

MI ERO DIMENTICATO, SONO CONIGLIO ILARIO. NON C E’ BISOGNO DI NICKNAME PER ME.

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