Santena, Roberto Ansaldi, «Un bilancio privo di sensibilità sociale. I nostri emendamenti sono solo una piccola pezza su un grande buco»

SANTENA – 30 aprile 2010 – Roberto Ansaldi, capogruppo Udc in consiglio comunale, commenta il bilancio di previsione 2010 approvato dalla maggioranza del sindaco Benny Nicotra.

Roberto Ansaldi, capogruppo Udc
Roberto Ansaldi, capogruppo Udc

«Il bilancio preventivo 2010 approvato lunedì 26 aprile scorso dalla maggioranza è privo di sensibilità sociale – gli emendamenti firmati anche dal sottoscritto e che sono stati approvati all’unanimità sono solo una piccola pezza su di un grande buco – non c’è alcuna scelta politica, non pianifica nulla e non decide niente».

Roberto Ansaldi inizia così il suo commento e prosegue: «Concetti inconfutabili e già espressi: ma se lo stesso bilancio l’avessero fatto coloro che oggi stanno all’opposizione? Vediamo cosa sarebbe cambiato. A ben guardare le scelte da operare non sono poi tante, ma fondamentali e decisive, e il risultato conseguente sarebbe stato all’incirca questo che, per brevità, sintetizzo in dieci punti».

Di seguito, i dieci punti.

Primo. Impostare una revisione complessiva del bilancio, eliminando il superfluo e tagliando in particolare i costi di gestione della macchina comunale – 130.000 euro sono possibili da subito.

Secondo. Razionalizzare le risorse e i contributi finalizzandoli alla reale ricaduta sociale che il territorio riceve.

Terzo. Aiutare le famiglie in difficoltà – almeno sino a quando dura la crisi – con sgravi e contributi agli affitti come fanno altri comuni vicini; oltre a sostenere chi opera con aiuti ai bisognosi, come la Caritas.

Quarto. Redigere un efficace piano quinquennale della manutenzione di strade, verde ed edifici pubblici.

Quinto. Pianificare lo sviluppo urbanistico di Santena, in modo serio e concreto, evitando nuovi e grossi agglomerati urbani – nella consapevolezza che la teoria del finanziamento degli stipendi dei dipendenti con gli oneri di urbanizzazione è una spirale malefica fine a se stessa e destinata soltanto a depauperare in modo irreversibile il nostro territorio – e con una attenzione particolare all’assetto idrogeologico ed alle scelte della grande viabilità che si stanno compiendo sulle nostre teste e sulla nostra pelle.

Sesto. Giocare fino in fondo la partita della difesa dei posti di lavoro agendo con gli altri comuni di Torino sud a livello sovra comunale e intervenendo come hanno fatto altre realtà territoriali con dei programmi di riconversione industriale quando si intravede la possibilità di perdita definitiva dei posti.

Settimo. Redigere il piano dei servizi del futuro, sapendo dove siamo, dove vogliamo arrivare e cosa c’è da modificare – esempio la raccolta rifiuti.

Ottavo. Avviare uno piano energetico che punti all’abbattimento dei costi delle utenze del comune che sono molto alti. Gli interventi sono possibili e senza investimenti diretti del comune: sostituzione delle lampadine con i led per la pubblica illuminazione o le fonti rinnovabili per gli edifici pubblici.

Nono. Realizzare pochi ma significativi investimenti che servano al futuro della città ed abbiano il solo scopo di far vivere meglio i cittadini.

Decimo. Sostenere le iniziative del 2011 ed organizzare l’accoglienza dei visitatori del prossimo anno.

Roberto Ansaldi, dopo avere elencato i dieci punti, conclude: «Questo vuol dire “programmare” le risorse e “pianificare” il futuro della città!   Tutte queste azioni – cui se ne possono aggiungere altre a completamento – sono possibilissime e realizzabili con il bilancio attuale e senza chiedere un centesimo in più ai cittadini; anzi restituendo loro una parte dei 600.000 euro che questa maggioranza ha chiesto in più – portando l’addizionale Irpef dal 2 al 7 per mille – per gli stessi servizi, che non era il caso di chiedere e che per giunta non è riuscita o non è stata capace di spendere. Basterebbero un sindaco e quattro o cinque assessori con le idee chiare e voglia di lavorare, non solo a parole, per questa Città».

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Blog: rossosantena.it

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