Santena, 30 giornate piemontesi, mille quintali, 400mila euro: i numeri degli asparagi

SANTENA – 10 maggio 2010 – A pochi giorni dal clou del maggio santenese, abbiamo chiesto a Roberto Ghio, presidente dell’Associazione produttori di asparago di Santena e delle terre del Pianalto, le cose che è bene sapere sul prezioso turione che, con Camillo Benso di Cavour, è una delle poche cose in grado di dare lustro alla nostra città.

La prima domanda è d’obbligo: ma gli asparagi di Santena ci sono e quanti se ne producono nella nostra città?

«Possiamo tranquillamente affermare che i numeri sono confortanti. – spiega Roberto Ghio –. Si tratta di un risultato che è il portato di  dieci anni di lavoro realizzato dalla Provincia di Torino, assessorato all’Agricoltura, dai tecnici Coldiretti e, soprattutto, dai coltivatori santenesi. Negli anni 1994 e 1995 la Coldiretti ha realizzato un primo censimento: allora i produttori santenesi erano 4-5, con una produzione media ridotta. In seguito, nei cinque anni successivi, stimolati anche dal lavoro fatto dall’associazione produttori, nata nel 1999, con il sostegno della Provincia,  il numero dei produttori è cresciuto. Oggi l’associazione produttori asparagi di Santena e delle terre del Pianalto – che associa asparagicoltori  di Santena e dei Comuni vicini, come Poirino, Chieri, Cambiano e una parte di Carmagnola – può contare su 47 produttori iscritti, con 25 ettari coltivati ad asparagi. Tornando alla sola realtà santenese, le asparagiaie cittadine si estendono su una superficie di trenta giornate piemontesi, ovvero 11,5 ettari. Con una produzione stimata di 100 quintali per ettaro la produzione totale annua è all’incirca di mille quintali ogni stagione produttiva. Ricordo che l’asparago ha una produzione che dura due mesi, da metà aprile a metà giugno. Questi sono i numeri che ci consentono di dire che l’asparago di Santena c’è». A fronte di tali dati produttivi, ipotizzando un ricavo medio di 4 euro per chilogrammo, la produzione di asparagi cittadina ha un valore di 400mila euro.

Cosa contraddistingue gli asparagi di Santena e delle terre del Pianalto dagli altri asparagi?

«L’asparago di Santena e delle terre del Pianalto appartiene al Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino – spiega Roberto Ghio –.  I produttori devono rispettare un disciplinare di produzione che è stato redatto in collaborazione con i tecnici orticoli Coldiretti. La nostra associazione distribuisce ai produttori i bollini identificativi che garantiscono la provenienza locale dei Turioni.  Il disciplinare prevede che l’asparago, inteso di Santena e delle terre del Pianalto, sia quello tipico santenese, ovvero la varietà Precoce d’Argenteuil  e altre varietà ibride, oggi maggiormente coltivate sui nostri terreni perché hanno sviluppato una buona resistenza alle patologie che nel passato hanno limitato la produzione. Il colore differenzia l’asparago di produzione locale da tutti gli altri turioni. L’asparago di Santena ha una punta particolarmente violetta, una parte tronco-conica verde, e un fondo, fibroso, bianco, che non si viene mangiato».

Eros e Marte, Gijnlim sono gli ibridi che vanno per la maggiore, ma l’associazione ha avviato un progetto per recuperare l’antica varietà Santenese. A che punto siamo con questo progetto?

«Sempre con la Provincia, settore Agricoltura e il Crab – ricorda Roberto Ghio – abbiamo avviato un progetto per recuperare alla produzione l’antica varietà locale, quella che viene definita Santenese. Si tratta una varietà meno produttiva degli ibridi ma che consideriamo importante anche per le pregiate caratteristiche organolettiche che presenta.  SI tratta della varietà che è citata anche nei testi cavouriani. Negli anni passati abbiamo individuato alcune asparagiaie con tale varietà. I tecnici del Crab sono riusciti a produrre seme in purezza e nelle scorse settimane alcuni agricoltori hanno potuto impiantare asparagiaie con  tale varietà.  L’impianto è avvenuto in marzo: il prossimo anno saremo in grado di poter commentare i primi risultati. Sappiamo bene che si tratta di una varietà di nicchia che dovrà essere valorizzata; l’importante è essere riusciti a salvaguardare la biodiversità: per Santena, la città degli asparagi, è un risultato importante».

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