Una pausa per lo spirito – proposte di riflessione per i giorni dal 13 al 19 giugno 2010

Santena – 13 giugno 2010 – Di seguito, le proposte di riflessione per  i  giorni dal 13 al 19 giugno 2010.

Domenica 13 giugno 2010

Sono perdonati i suoi peccati, perché ha molto amato

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Lc 7,36-50

Il vero miracolo è riconoscersi peccatori

E’ un brano che rivela la misericordia di Dio narrata da Gesù Cristo: attraverso la remissione dei peccati l’amore di Dio raggiunge l’uomo nelle valli di morte in cui egli si perde, e diviene per lui perdono, forza capace di riaprire un futuro a chi è senza speranza.

Gesù amava la comunione della tavola e accettava gli inviti che gli venivano rivolti senza fare distinzione di persone, perché desiderava annunciare a tutti la buona notizia del Vangelo: egli si recava a casa di noti peccatori (cf. Lc 5,29), così come presso i farisei, «uomini religiosi», pur sapendo che essi dicevano di lui: «È un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori» (Lc 7,34). Mentre Gesù è a pranzo da un fariseo di nome Simone, «una peccatrice di quella città viene con un vasetto di olio profumato, si rannicchia ai piedi di Gesù, li bagna di lacrime, li asciuga con i suoi capelli, li bacia e li cosparge di olio profumato». Gesù accetta questo comportamento di una prostituta, comportamento «sconveniente» ma mosso da un amore gratuito, comportamento che lo rende impuro, e così si espone al rimprovero del suo ospite che mormora tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe che specie di donna è colei che lo tocca: è una nota peccatrice!»… Da osservatore attento qual è Gesù si accorge del disappunto di Simone, e gli racconta la parabola di un creditore che condona a due debitori rispettivamente cinquecento e cinquanta denari. Ad essa fa seguire la domanda: «Chi dei due lo amerà di più?». L’altro ammette: «Quello a cui ha condonato di più». A questo punto Gesù, «volgendosi verso la donna», ossia restituendole la dignità di essere umano, espone nuovamente a Simone i gesti di amore da lei compiuti e li commenta con una parola straordinaria: «Siccome ha molto amato, le sono rimessi i suoi molti peccati». Ecco di cosa è capace chi sa riconoscersi peccatore; «ma colui al quale si perdona poco, ama poco». Siamo di fronte a un insegnamento capitale di Gesù, che dovrebbe darci un altro sguardo, il suo sguardo – che è quello di Dio – sugli eventi quotidiani. L’agire di Gesù mostra sempre che Dio ama i peccatori, soprattutto i peccatori riconosciuti tali dagli uomini: ma qual è il motivo della preferenza di Gesù per la compagnia dei peccatori manifesti? Chi pecca di nascosto non è mai spronato alla conversione da un rimprovero altrui, perché continua a essere stimato per ciò che di lui appare all’esterno; chi invece è un peccatore pubblico si vede costantemente esposto al biasimo, e in tal modo è indotto a un desiderio di cambiamento. Nel pentimento che nasce da un «cuore spezzato» (cf. Sal 51,19) può dunque divenire sensibile alla presenza di Dio, il quale non desidera la morte del peccatore, ma che si converta e viva (cf. Ez 18,23). Ecco perché Gesù ha dichiarato: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori» (Mc 2,17); e anche: «I pubblicani e le prostitute vi precedono nel Regno di Dio» (Mt 21,31). Egli prende di mira quanti si credono giusti e non si sentono solidali con gli altri uomini, ma giungono fino a vantarsi di tale «separazione». Come il fariseo raffigurato in un’altra parabola (cf. Lc 18,9-14), essi ringraziano Dio per la propria giustizia, mentre disprezzano gli altri uomini, solo perché non vogliono riconoscersi peccatori come loro… È quello che fa Simone il fariseo, e che anche noi come lui siamo sempre tentati di fare! Infine Gesù dice alla donna: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». All’udire ciò, i commensali si scandalizzano: «Chi è costui che perdona anche i peccati?»; è la reazione già mostrata da scribi e farisei (cf. Lc 5,21), è l’atteggiamento di quanti non vogliono riconoscere in Gesù l’inviato di Dio, colui che con una vita capace di sconvolgere i loro schemi ha narrato in modo unico e definitivo Dio… Ma egli, incurante della loro durezza di cuore, conclude rivolto ancora alla donna: «La tua fede ti ha salvata, va’ in pace!». Gesù discerne chi si avvicina a lui con fede sincera, una fede che è amore, e risponde offrendo gratuitamente un segno di salvezza e di pienezza di vita…

Ha affermato un padre della chiesa: «Chi conosce il proprio peccato è più grande di chi risuscita i morti». Il vero miracolo è riconoscersi peccatori: allora comprenderemo che è un’inutile fatica quella di nascondere agli altri il proprio peccato; basterebbe riconoscerlo per scoprire che Dio ci chiede solo di accettare che egli lo ricopra con la sua misericordia.
Enzo Bianchi

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Lunedì 14 giugno 2010

Da’ a chi ti chiede

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Mt 5,38-42

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Martedì 15 giugno 2010

Amate i vostri nemici

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Mt 5,43-48

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Mercoledì 16 giugno 2010

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Mt 6,1-6.16-18

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Giovedì 17 giugno 2010

Pregando, non sprecate parole

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Mt 6,7-15

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Venerdì 18 giugno 2010

Accumulate tesori in cielo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
Mt 6,19-23

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Sabato 19 giugno 2010

Cercate il regno di Dio e la sua giustizia

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
Mt 6,24-34

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