Santena, Ages, altre precisazioni del sindacato nei confronti delle affermazioni del sindaco

SANTENA – 13 settembre 2010 – Enrico de Paolo, Filctem Cgil interviene per precisare alcuni aspetti dell’attuale vicenda Ages.  Sotto la lente alcune affermazioni del sindaco.  «Non mi interessa la polemica – spiega De Paolo – ciò che conta è non creare false aspettative nei lavoratori». Di seguito, le dichiarazioni dell’esponente sindacale.

«Ho letto sia l’intervento del sindaco, tenuto il giorno della festa patronale, sia  la successiva intervista al blog – afferma Enrico de Paolo della segreteria Filctem Cgil –. Da molte sue dichiarazioni emerge che, evidentemente, il primo cittadino non ha una conoscenza molto approfondita della norma prevista dall’amministrazione straordinaria. Intervengo con alcune puntualizzazioni non per spirito di polemica, ma per chiarire una vicenda che non ha bisogno di zone d’ombra o di spazi di ambiguità. Il sindaco afferma che con il vicesindaco della città di Torino avrebbe cercato di far slittare la dichiarazione fallimento che era inizialmente prevista per il giorno 7 agosto 2010.  E’ una cosa che si può anche affermare durante un comizio, ma ben difficilmente è avvenuta. Mi sembra davvero strano che un giudice possa arrivare a subire una pressione da parte di un sindaco chiunque. Anzi, secondo me non esiste proprio. Io penso invece che il giudice, solo dopo avere letto una relazione del commissario straordinario, a fronte di un determinato progetto o prospettiva possa emettere dichiarazione di rinvio. Lo ripeto, senza polemica alcuna, il sindaco semplicemente è andato un po’ fuori strada perché forse non conosce bene la normativa. E poi, diciamola tutta, io non credo che nella vicenda Ages un giudice abbia potuto subire pressioni. Anzi, direi che non esiste proprio; tra l’altro sarebbe anche una roba un tantino pericolosa».

Enrico de Paolo prosegue: «Sempre con l’intento di chiarire la vicenda, aggiungo che non ha molto senso che il sindaco affermi che è in attesa della convocazione del tavolo regionale per poter presentare una sua proposta. La proposta del sindaco Nicotra, se esiste, va presentata al Commissario. Il tavolo in Regione serve per altro: per vedere quali risorse la Provincia e la Regione possono mettere in campo per incentivare un eventuale investitore a interessarsi del sito santenese. A quel tavolo, lavoratori e sindacato, vorranno capire se la Regione Piemonte è intenzionata a rendere disponibili risorse come è avvenuto in occasione della crisi Pinifarina.  La Provincia ha già detto che potrà preparare un piano di formazione per i dipendenti. Dopo il tavolo, quando saranno portati allo scoperto gli impegni di Regione Piemonte e della Provincia, gli imprenditori  potranno essere messi nelle condizioni di presentare una proposta per Ages Santena che verrà valutata dal commissario straordinario. Commissario e ministero, successivamente, sottoporranno la proposta a noi sindacato che diremo se la riteniamo positiva o no».

«Queste sono le regole; questa è la prassi che normalmente si segue – aggiunge Enrico de Paolo –. Per tutto questo dico che non ha molto senso che il sindaco affermi che ha un progetto da presentare al tavolo che abbiamo chiesto in Regione con tutti gli interlocutori della vicenda.  Quello che ci preoccupa dell’ipotesi del sindaco è la trasformazione dell’area da produttiva in commerciale. Il primo cittadino fa cenno alla possibilità di ottenere un cambio di destinazione d’uso per rendere più appetibile l’investimento.Ricordo al sindaco che lui si era pubblicamente impegnato a non variare la destinazione d’uso dell’area per evitare speculazioni.Aggiungo che normalmente una variazione di destinazione d’uso di un’area estesa come quella dell’Ages, dovrebbe richiedere tempi non brevi e deve essere approvata in consiglio comunale».

Da ultimo – conclude Enrico de Paolo – contesto le affermazioni del sindaco quando dice che un eventuale imprenditore interessato al sito santenese debba necessariamente mantenere l’attuale livello occupazionale. Non è così. Bisogna essere chiari su questo, anche per non far illudere i lavoratori. L’imprenditore che manifesta interessa potrà presentare una proposta che non è affatto detto debba garantire lavoro a tutti gli attuali 380 lavoratori. Mi spiego con un esempio: chi ha acquisto Ages Asti ha presentato un progetto che prevedeva l’impiego di 120 persone, anche se il sito astigiano aveva in carico 160 persone. Il progetto è stato approvato, l’acquisizione è avvenuta e una quarantina di persone sono rimaste fuori dalla fabbrica e ora sono in carico a Santena. Dunque non è vero che chi acquisisce dovrà mantenere l’attuale livello di occupazione».

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