Santena, tutta la discussione del punto 4 del consiglio comunale che ha visto andare in minoranza la coalizione del sindaco Benny Nicotra

Santena – 3 ottobre 2010 – “Verifica equilibri di gestione finanziaria 2010”: questo il punto all’ordine del giorno del consiglio di venerdì scorso 1° ottobre che ha visto la coalizione del sindaco Benny Nicotra raccogliere appena 10 voti, altri 10 consiglieri hanno invece bocciato la proposta di delibera. Il risultato è che il punto è stato respinto e per la coalizione del sindaco si è aperta la crisi. Molte altre volte il sindaco era riuscito a far votare i provvedimenti con uno scarto minimo. Venerdì scorso è successo il patatrac. Di seguito, la discussione che ha mandato in minoranza il sindaco Benny Nioctra e la sua coalizione.

Alle 21,50 di venerdì il consiglio comunale dopo una sospensione dei lavori inizia a esaminare il punto 4 all’ordine del giorno, quello relativo alla verifica degli equilibri di gestione  finanziaria 2010.  Il consiglio inizia la discussione pochi minuti dopo avere approvato la variazione al bilancio 2010. Il punto passa con i soli dieci voti dei componenti del Pdl. Undici consiglieri si astengono: ai sei consiglieri dei tre gruppi storici di opposizione – Unione centrosinistra. Insieme per Santena e Udc – si aggiungono i cinque voti del neonato gruppo Lega Nord-Progetto Santena. Quel voto è il segnale che il sindaco Benny è in forte difficoltà.

Il primo che chiede la parola è Bruno Ferragatta, capogruppo dell’Unione centrosinistra: «Presidente faccio questa dichiarazione di voto a nome dell’opposizione e in particolare dei tre gruppi dell’opposizione storica: Unione centrosinistra, Insieme per Santena e Udc. Per prima cosa vorrei sottolineare che questa sera i cittadini che masticano poco le questioni politiche avranno fatto fatica a capire  quello che sinora abbiamo discusso. Quanto meno abbiamo fatto poco per farci capire. Abbiamo usato un linguaggio ed espressioni difficili,  incomprensibili, fatto di messaggi indecifrabili».

Ferragatta ha spiegato: «Io credo che il nostro no alla delibera che stiamo votando dica no anche a questi atteggiamenti assunti dalla maggioranza o meglio dalle maggioranze. Diciamo no a qualsiasi  spettacolo gattopardiano. Diciamo no a qualsiasi trasformismo che metta in scena quella brutta politica che i cittadini criticano fortemente. Noi non vogliamo essere  responsabili di discorsi  che non hanno nulla a che vedere con la politica.  In questi anni la nostra opposizione ha dichiarato più volte il dissenso nei confronti di   questa amministrazione, di  questa maggioranza che non riteniamo all’altezza del compito che gli è stato affidato nel governo della Città. In questa aula qualcuno della maggioranza era anche entrato in crisi con la sua stessa coalizione dichiarando di aver lasciato il sindaco Nicotra perché non avrebbe soddisfatto i punti del programma e, quindi, hanno chiesto rifugio nell’opposizione».

Il capogruppo dell’Unione centrosinistra ha proseguito: «Io questa sera parlo invece a nome di chi quell’opposizione l’ha sempre fatta e che continua anche oggi.  Per noi nulla è cambiato. Questa amministrazione non la condividevamo e continuiamo a non condividerla. Questa maggioranza non la riteniamo adeguata alla città di Santena.  Non crediamo alla tattica di rilancio dell’azione dell’amministrazione cercando di trovare il modo per inserirsi al suo interno cercando qualche spazio di potere.  Dico questo perché i cittadini non ci  capiscono più; i  cittadini vogliono chiarezza. Chi siede al tavolo della maggioranza  è perché ne condivide l’operato. C’è chi invece sta all’opposizione e fa opposizione, chiara e netta. Ciò che noi  questa sera continuiamo a fare». Mentre Ferragatta prosegue il suo intervento Patrizia Borgarello raccoglie le sue cose e se ne va. Un gesto che condizionerà l’andamento di tutta la serata.

«Abbiamo testimoniato questo anche pochi minuti fa, con la discussione sulla variazione di bilancio dove ci siamo astenuti – ha proseguito Bruno Ferragatta  – . Ci siamo astenuti, e non abbiamo votato contro,  perché  dai vostri litigi incomprensibili abbiamo ricavato un vantaggio per  la città. Mentre voi litigavate abbiamo presentato e fatto approvare una mozione.  Abbiamo fatto modificare al consiglio alcuni interventi economici che favorissero le situazioni di disagio economico per le famiglie che perdono il posto di lavoro e quindi un reddito. Eravate talmente incapaci di dettare la linea che non avete potuto sottrarvi dal votare favorevolmente, cosa che in altre occasioni avete rifiutato di fare. Questo è il lavoro che identifica l’opposizione. Secondo noi per fare queste cose non c’è bisogno di allargare o stringere la maggioranza. Alla fine il rischio è che si cambia tutto per non cambiare niente. La linea della maggioranza sappiamo qual è, l’abbiamo misurata in questi anni. Alcune componenti dell’iniziale maggioranza che ha espresso il sindaco Benny Nicotra si possono disgregare per poi  integrarsi l’uno con l’altro – Lega + Progetto Santena –, ma comunque la debolezza sta nella  linea politica generale,   quella che noi non condividiamo.  Per risolvere l’empasse politica cittadina non basta lavorare con una maggioranza  a fisarmonica. Ci vogliono idee  e proposte nuove. Ci vuole una progettualità politica che sia adeguata a Santena e ai santenesi. Quindi, per i motivi che ho detto noi voteremo contro la proposta di verifica degli equilibri di gestione finanziaria 2010, non salveremo questa maggioranza. Alla base ci sono motivazioni di merito sulle impostazioni finanziarie: noi non condividiamo la gestione impostata dalla coalizione guidata da Benny Nicotra. Ma questa sera il nostro dissenso intende esprimere anche la profonda coerenza nella modalità con cui noi ci rapportiamo rispetto all’amministrazione santenese e alla cittadinanza».

Il dibattito è proseguito con Edoardo Tamagnone: «Questa dichiarazione di voto, ricordo che da oggi non sono più capogruppo, la faccio a titolo personale, sperando di interpretare il comune sentire del nostro nuovo gruppo Lega Nord-Progetto Santena. Però nel fare questa dichiarazione rifletto su come siamo giunti a  questa maggioranza variabile. Una maggioranza come la nostra che era partita in maniera granitica. Ve lo ricorderete; nel giugno di tre anni fa questa coalizione era forte di 14 elementi e non aveva nessun problema nel portare avanti le delibere. L’opposizione era molto dura. Anche gli animi caldi della recente campagna elettorale  non sembravano in grado di scalfire la maggioranza uscita dalle urne. Tanto è vero che, per un po’ di tempo, non c’è stato nessun dialogo nei confronti dell’opposizione; una maggioranza  con una certa presunzione di autosufficienza. Poi le cose,  come sempre, hanno cominciato a incrinarsi. A mio avviso questo è successo anche  per una completa mancanza di dialogo».

«Abbiamo cominciato – ha affermato Edoardo Tamagnone – con il voler emarginare il presidente Santino Cascella. Sembrava quasi che gli avessimo fatto un piccolo regalo nell’averlo collocato sulla sedia del presidente del consiglio e quindi non aveva più titolo per fare nessuna dichiarazione. Poi io stesso sono stato cacciato dalla maggioranza. Mi sembra che nessun consigliere della maggioranza abbia detto qualcosa quando io, sostanzialmente, sono stato  messo alla porta senza tanti complimenti. Allora la coalizione guidata da Benny Nicotra ha detto, siamo in 14, uno in meno fa tredici, possiamo andare avanti lo  stesso. Poi alcuni consiglieri hanno formato un nuovo gruppo consiliare, non tanto per mettere in crisi la maggioranza di Nicotra, ma proprio per cercare di riallacciare quel dialogo che si era interrotto. Come Progetto Santena abbiamo evidenziato alcune priorità che abbiamo sottoposto a tutta la maggioranza. Niente; anche il quel caso il dialogo si è completamente arenato. E nuovamente siamo stati defenestrati dalla maggioranza».

Rivolto al sindaco Benny Nicotra e ai componenti la sua maggioranza, Edoardo Tamagnone ha proseguito: «E  anche allora avete detto, noi andiamo avanti in 11 e chi se frega di Progetto Santena, anzi voi statevene pure confinati all’opposizione. Noi con chi la pensa diversamente non ci vogliamo confrontare. E anche il consigliere Massimiliano Miano – che con tutte le buone intenzioni era andato a cercare di sostenere la maggioranza in un momento di difficoltà – sostanzialmente è stato blandito e illuso con un assessorato durato appena lo spazio di  30 giorni, poi è stato estromesso dalla Giunta. Bene, io non credo che questa sia la strada per risolvere i problemi. Senza percorrere la strada del confronto non si riuscirà a capire quali sono le reali esigenze che possono portano le altre forze. Se non ci si confronta neanche all’interno della stessa maggioranza non si fa molta strada».

Edoardo Tamagnone ha continuato: «Di fronte a una delibera come questa di stasera, la verifica degli equilibri di bilancio, che sostanzialmente è il contraltare del bilancio – un atto che deve essere approvato entro il 30 settembre – mi sembra che nessuno sia venuto a  chiederci se potevamo garantire il sostegno a questa delibera per consentire alla coalizione di proseguire il mandato e dare un nuovo futuro a questa amministrazione. Voi ritenete di essere autosufficienti: anche quando la nostra capogruppo è andata a proporvi il sostegno del nostro gruppo per far ripartire questa maggioranza – lo sappiamo tutti che siete arenati – avete risposto picche. L’azione amministrativa è ferma da mesi: già mesi fa con Progetto Santena avevamo evidenziato la necessità di cambiare passo. A maggiore ragione un cambio di passo lo chiediamo oggi con il gruppo Lega Nord-Progetto Santena. Aumentando anche le nostre forze in campo; a noi si è unito anche Massimiliano Miano. Voi ci siete detti autosufficienti. Non avete bisogno del nostro sostegno: non ce lo avete neanche chiesto. Noi non siamo tenuti a sostenervi a scatola chiusa. A queste condizioni non siamo disposti a concedervi deleghe in bianco, anche perché non ci avete consultati su nulla. A questo punto noi ne traiamo le conseguenze e vi lasciamo andare avanti da soli».

Il confronto è proseguito con l’intervento del sindaco Benny Nicotra: «Io ho fatto diversi mandati in questa città. I primi li ho fatti con gente con una maturità amministrativa e politica di un certo livello. Ci si arrabbiava e ci si scannava, ma tutto restava chiuso nelle stanze. Pensate, mi chiamavano l’arrogante, il prepotente. il presuntoso e il dittatore. Me ne dicevano di tutti i colori, ma noi allora amministravamo la città e portavamo avanti molti progetti e  tante cose. E dall’ufficio del sindaco Nicotra usciva solo quello che volevamo far uscire».

«Stasera ho ascoltato con attenzione quanto ha detto Bruno Ferragatta – ha detto Benny Nicotra – lui è un mastino politico. Ha una preparazione politica di un certo livello. Ha toccato tutti i tasti giusti. Io in questa città non ho mai fatto politica. Ho solo amministrato. A prescindere dalle battute e dalle illazioni di qualcuno a questa città ho solo portato soldi e niente altro. In questo mio terzo mandato alcuni hanno approfittato di questa mia maggioranza composta da giovani. Giovani non solo come età, ma anche come esperienze amministrative. Alcuni componenti la mia maggioranza hanno giocato duro e hanno avuto la possibilità di strumentalizzare la mia squadra. Alcuni dei componenti la mia iniziale maggioranza si sono dimenticati che se sono seduti in consiglio comunale è solo perché hanno corso con Benny Nicotra, se no non sarebbero mai arrivati sin qui. Oggi cantano vittoria, additano vendetta. Fanno discorsi empirici».

Poi tanto per levare ogni dubbio sulle persone che il sindaco Nicotra ritiene responsabili, il primo cittadino ha fatto nome e cognome: «Gente come Edoardo Tamagnone, si è rovinato politicamente. Uno che poteva avere spazi notevoli e oggi, politicamente parlando – poverino, quasi non lo accetta più nessuno. Gli dicevo sempre di fare attenzione: la politica è una strana cosa, ti porta alle stelle e domattina ti porta alle stalle». Il sindaco ha poi cambiato obiettivo: «La signora Patrizia Borgarello è stata eletta con questa compagine. Prima non era nessuno. Quando io l’ho inserita in lista il mio amico Roberto Cota – lo dico così rimane registrato – mi disse che non dovevo mettere quell’elemento nella mia compagine. Io, invece, ho fatto l’esatto contrario, è una ragazza che ha lavorato tantissimo e io sono un meritocratico, l’ho messa in lista.  E per me quello è stato il secondo sbaglio».

Il sindaco ha proseguito: «Il mio non è uno sfogo, ma la determinazione di un uomo che – nonostante tutto – non ha mai smesso di lavorare per questa città.  Non ha mai smesso di controllare determinati atteggiamenti. Facendo a volte anche lo stupido pur di andare avanti per il bene della città. Ho accettato certe situazioni che non auguro a nessuno. E in tanti mi dicevano, ma chi te lo fa fare? L’ho fatto semplicemente per amore di questa città. Ho sempre dato tanto. Ho continuato a dare tanto. Sono stato ripagato in un modo completamente diverso. Ma, come mi dicono molti cittadini, noi il risultato te lo diamo poi quando andiamo a votare, perché ce ne freghiamo di quello che dicono di te. Noi guardiamo la realtà dei fatti».

«Oggi voi giocate sul bilancio. Non lo volete approvare? Nessun problema – ha proseguito il sindaco –.  La signora Borgarello è uscita e ha abbandonato l’aula consiliare, perché aveva da fare.  Io ho fatto politica ben fatta prima di lei.  Quando si esce dall’aula non si ha la responsabilità del ruolo che si detiene. Lei nella mia Giunta è assessore e in provincia è capogruppo del Carroccio. Un ruolo molto elevato. Glielo già detto, fai attenzione Patrizia: si cade molto più velocemente di come si sale.  Gli ho dato semplici consigli politici; io non faccio parte del suo gruppo politico però conosco i dirigenti politici della Lega. E mi spiace  parlare così anche perché lei qui non c’è. Oggi alcuni consilieri non voteranno questa delibera: alla base del non voto ci sono dei ricatti. Tutti si sentono parte del gruppo di maggioranza, ma tutti vogliono una sedia in Giunta o addirittura quella di sindaco. Vogliono la mia sedia pur sapendo che di soldi per amministrare ce ne saranno sempre meno. E qui ci va una amministrazione con gente che abbia veramente le … per farlo. Se il punto in discussione non passa sarà ripresentato. Nel frattempo io posso anche decidere cosa fare nel frattempo. Non c’è più la maggioranza; e dove sta il problema? Io ho anche altre ambizioni. Qui a Santena  avevo un risultato da conseguire; mettere in sicurezza la città rispetto al Banna e portare  alla città determinate risorse. Queste cose le ho dette da sempre».

Il sindaco ha proseguito: «In questi ultimi tempi ho solo subito. Di tutto. Questa sera tutti fanno i moralisti. Mi sembra di essere al  bar quando ti offrono il caffè poi, guarda caso, al momento di pagare gli squilla il telefono e il caffè lo devi pagare tu. Questa mia esternazione di oggi arriva con l’amarezza di avervi ascoltato di avervi conosciuto. E dico, fate  attenzione al domani. Ve lo dico con estrema franchezza, perché fino a prova contraria il responsabile di questa città sono io e non siete voi. Noi siamo il consiglio comunale  della città di Santena. In tutti questi anni non mi avete mai sentito come mi conoscevate: io aspetto di confrontarmi con le piazze. Aspetto di poter confrontarmi con la gente. Molte volte sinora non ho esternato quello che avevo dentro; mi sono frenato per amore del gruppo, per l’amore che ho verso tutti. Molti in consiglio elencano progetti e tutto finisce lì, ma le cose si portano avanti con i risultati e non con le parole. Spesso parliamo di cose delicate. In questa città non è in crisi solo l’Ages o la Laria. Invece di esser propositivi, invece di proporre nuove opportunità per la masturbazione mentale di tutti noi abbiamo perso 700 posti di lavoro, bocciando il progetto outlet. Molti hanno detto di no perché forse il sindaco aveva qualche intrallazzo con qualcuno… Scatta sempre un cattivo pensiero. L’outlet non era una cosa da ridere, erano 80 milioni di investimenti…».

A questo punto il consigliere Domenico Galizio interviene e afferma: «Quello che sta dicendo è una menzogna». Benny Nicotra replica: «Galizio lei mi lasci parlare, io non l’ho mai interrotto. Lei che fa tanto il moralista dia qualche suo alloggio a qualche povero disgraziato…», poi il sindaco ha continuato: «Per cui con l’outlet abbiamo perso una opportunità. In questi giorni sono passato nelle zone della Laria e mi piangeva il cuore  vedere una situazione così disastrosa solo perché in tanti non si voleva che lì sorgesse l’outlet con tanto di 2,5 milioni di auto previste in arrivo ogni anno. Questa è una esternazione che mi sento di esprimere. Qui accanto ho il dossier sull’outlet, è tutto scritto qui. Non sono menzogne come dice lei Galizio; sono fatti. Io la responsabilità di questa città ce l’ho e me la prendo tutta e voterò il punto che oggi è in discussione. Voi prendetevi le vostre responsabilità. Vi conosco da tanti anni. Questa sera se il punto non passerà non si tratterà di un rinvio di 20 giorni per tacconare le cose. Io sono stufo. Pagliacciate così non le ho mai viste. In passato ricordo l’esempio che mi arriva da Cosimo Curiale, che è presente in sala: nelle stanze del palazzo ci si arrabbiava, si urlava ma quando si usciva dalle stanze della riunione tutti gli amministratori  costruivano e non distruggevano. La mia non è una dichiarazione di voto; è una esternazione di una persona che ne ha le scatole piene».

La parola è passata a Francesco Migliore, capogruppo del Pdl: «Io, ovviamente mi associo in tutto e  per tutto a quello che ha appena detto il sindaco Benny Nicotra.  Io sono nuovo di amministrazione. In questi tre anni ho cercato di fare il meglio, compatibilmente con i miei impegni di lavoro. Non ho mai percepito uno stipendio e quindi mi sento pienamente legittimato a parlare con pieno merito. Questa sera ho avuto una grande delusione e mi spiace per la Lega Nord che è un partito con cui, a livello nazionale c’è una grande intesa, tra noi del Pdl e la Lega Nord. Mi spiace che questa sera la capogruppo della Lega Nord in consiglio provinciale si sia, per combinazione, assentata al momento della votazione del documento più importante: quello che avrebbe permesso alla nostra maggioranza di andare avanti. A questo punto non so nemmeno più se possiamo parlare solo di Lega Nord, stiamo parlando ovviamente del nuovo gruppo, della federazione Lega Nord–Progetto Santena».

«La mia delusione – ha aggiunto Francesco Migliore – non è per l’opposizione storica che, giustamente fa il proprio mestiere, e qualcuno questa sera l’ha fatto sicuramente bene. Bruno Ferragatta ha detto dose che approvo, in pieno. Mi spiace, come ha detto il sindaco, per coloro che erano con noi e se ne sono andati a cercare chissà che cosa. E penso che non troveranno più nulla, ma probabilmente ognuno dovrà seguire la propria strada. Credo anche che i cittadini di Santena sapranno valutare. L’ho detto più volte di fronte ad altri momenti di difficoltà: i cittadini sapranno valutare adeguatamente molte persone che, purtroppo hanno condiviso una parte del nostro cammino amministrativo. Alcune non sono di Santena, altre lo sono diventate poco prima del voto. Una di queste poco prima del voto questa sera ci ha abbandonati e, lo ripeto, mi spiace per la Lega. Questa sera siamo qui a celebrare un momento tristissimo per la città».

«Questa sera viene meno una coalizione che fino a  poco tempo  fa era costituita da Pdl e Lega Nord – ha detto Migliore –. Siamo qui a celebrare la sconfitta di una coalizione che si sosteneva tramite la Lega Nord, sino a poco tempo fa fedele alleato, a livello locale come a livello nazionale. E’ successo questo sicuramente non per causa del partito della Lega Nord, ma per causa del rappresentante della Lega presente qui in consiglio. Spiace anche a me parlare perché è assente, ma evidentemente non ha avuto il coraggio di essere qui presente. E non capisco perché. Preferisco che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Io ho degli ideali politici: tutti conoscono il mio orientamento politico. Io credo che l’onore e la propria parola siano la cosa fondamentale quando si è in politica. Purtroppo molte persone questo onore non ce l’hanno. Purtroppo devo dire che a livello locale il rappresentante della Lega Nord questa sera ha fatto fare una figura bruttissima alla Lega. E di questo mi spiace molto perché – pur non essendo io leghista – molte battaglie del carroccio le condivido.  Diciamo che non mi aspettavo davvero che questa sera in consiglio finisse in questo modo. Quindi l’amarezza del sindaco è anche tutta la mia amarezza. Come capogruppo del Pdl, prima di chiudere il mio intervento, volevo manifestare la mia solidarietà al sindaco, a tutti i consiglieri del Pdl, naturalmente quelli rimasti fedeli e non chi è andato a cercare gloria da una altra parte. Io credo che quando non si è più d’accordo con una azione amministrativa – questo è plausibile e legittimo – il mio codice morale mi impone  di dimettermi e non di andare a mettere i bastoni tra le ruote all’azione amministrativa che prima condividevo. Credo che in questa vicenda in alcuni componenti di questo consiglio comunale sia mancata un po’ di moralità. Moralità politica beninteso. Questa sera, mi spiace ripeterlo, è mancata la moralità anche in un nostro fedele alleato. Io rinnovo la mia fiducia al sindaco. Sposo in pieno le parole del sindaco. Speriamo di poter continuare a impegnarci per Santena. Io sono di Santena e voglio bene a Santena. Mi spiace che qualcuno non voglia bene  a Santena, ma sono convintissimo che i santenesi, per come li conosco, sapranno giudicare molto presto le persone che in questa occasione non hanno voluto bene a Santena».

E’ quindi intervenuto Domenico Galizio, capogruppo di Insieme per Santena: «Siccome il sindaco ha toccato ancora una volta la questione dei 700 posti di lavoro che sarebbero andati persi per colpa dell’opposizione e siccome sono mesi che chiedo di parlare dell’argomento, siccome anche questa sera, nonostante ci sia un preciso ordine del giorno sull’argomento non ci sarà possibilità di discutere della vicenda, io con questo mio breve intervento voglio assolutamente negare qualsiasi responsabilità all’opposizione.Se ci sarà dato modo di discutere il punto lo faremo anche vedere, nero su bianco».

Il microfono è passato a Roberto Ansaldi, capogruppo Udc: «Sono letteralmente basito. Ho ascoltato la filippica del sindaco Benny Nicotra. Era chiaramente lo sfogo di una persona amareggiata rispetto a quanto successo questa sera. Volevo solo puntualizzare che le sue esternazioni non coinvolgano i tre gruppi di opposizione presenti dall’inizio del mandato amministrativo. Perché io credo che l’opposizione che abbiamo fatto sia una opposizione seria e perché i cittadini ci hanno assegnato il ruolo di stare all’opposizione. Una opposizione responsabile che ha sempre cercato di dare un contributo propositivo, così come  abbiamo fatto anche stasera. Le nostre posizioni non hanno mai nulla di preconcetto. Molte volte siamo stati presi a calci negli stinchi dalla maggioranza. Molte volte abbiamo offerto collaborazione per il  bene della città, che non sempre è stata accettata. Questa sera abbiamo visto gli effetti di questa gestione. Le cause ci sono tutte e non è che si sono materializzate soltanto stasera. Da due anni a  questa parte ci sono state sei variazioni nella composizione della Giunta. Ci sono state sette variazioni dei gruppi consiliari: tutti avvenuti all’interno della maggioranza».

Roberto Ansaldi ha proseguito: «Dopodiché io non so quanto hanno capito i cittadini da quanto è successo e sta succedendo questa sera in consiglio. Sicuramente hanno capito una cosa: questa amministrazione non funziona. Hanno anche capito che le ragioni vanno cercate tutte all’interno della compagine che ha vinto le elezioni. Vendette, rivalse, battaglia per le sedie: è da due anni che il balletto va avanti. Nulla a che vedere con quello che dovrebbe essere una sana amministrazione della città. Questo volevo precisare perché io non mi sento assolutamente coinvolto, anzi credo che l’opposizione in questi anni abbia dimostrato serietà».

Il consiglio passa alla votazione. Il parlamentino era chiamato a votare la verifica degli equilibri della gestione finanziaria 2010. Ecco come hanno risposto i consiglieri alla chiama scandita dal segretario Calogero Pirriatore: Santino Cascella, ha votato no; Benny Nicotra, sì, Paolo Mosso, sì; Gianni Giacone, sì; Domenico Trimboli, sì; Edoardo Tamagnone, no; Pino Falcocchio sì; Ezio Gaude sì; Giovanni Bergoglio, sì; Walter Mastrogiovanni, no; Beppe Maggio, sì; Borgarello era assente; Francesco Migliore, sì; Mariuccia Elia, sì; Bruno Ferragatta no; Cetty Siciliano, no; Ilario Martini, no; Roberto Ansaldi, no; Massimiliano Miano, no; Domenico Galizio, no; Elia Tommaso, no.

Terminato il voto, il segretario ha eseguito la conta e poi ha passato un foglietto al presidente Santino Cascella che,  alle ore 22,25 ha affermato: «L’esito della votazione è il seguente; favorevoli 10, contrari 10, assente uno». Qualche consigliere chiede conto del risultato: «L’esito del voto è negativo o positivo?». Il primo a intervenire è il segretario comunale: «Mi viene da ridere. Ho iniziato la mia attività  32 anni fa, a Moriondo Torinese. Nel mio primo consiglio ho registrato una votazione in pareggio. Questa sera è il mio ultimo consiglio prima della pensione ed ecco che arriva un altro pareggio. Il regolamento nostro nulla dice in merito, non è né approvata né respinta, si potrà ripresentare».

Il primo che replica è Bruno Ferragatta: «Io non ho la pretesa di insegnarle ad arrampicarsi, ma una delibera o si attua perché è  stata votata o non si attua perchè non è passata. E questa delibera non è attuabile perché non ha avuto la maggioranza di voti. In consiglio non c’è pari e patta. La delibera è tecnicamente bocciata».

Roberto Ansaldi, regolamento alla mano legge il comma 7 dell’articolo 52: «Salvo i casi di maggioranza qualificata previste dalla legge, le proposte sono approvate solo se ottengono il voto favorevole della maggioranza assoluta dei votanti. Quindi, siccome non ha ottenuto la maggioranza, la delibera non è approvata».

A questo punto arriva il verdetto del presidente del consiglio comunale Santino Cascella: «Mi pare che, secondo il regolamento, la proposta non è approvata». Mancano una manciata di secondi alle 22,30 di venerdì 1° ottobre 2010, la Giunta guidata da Benny Nicotra non è riuscita a far approvare la verifica degli equilibri della gestione finanziaria 2010. In consiglio c’è il pubblico delle grandi occasioni. Il sindaco Benny Nicotra e i suoi hanno un momento di sbandamento. Qualcuno si alza e lascia la sala.

Roberto Ansaldi afferma: «Mi pare di cogliere nelle fila della maggioranza la voglia di abbandonare il consiglio e di riaggiornarlo tra qualche settimana. E’ una facoltà che avete, ma dovete fare richiesta e dobbiamo votarla. Ricordo al sindaco, capisco tutta la sua amarezza, che ci sono dei punti che varrebbe la pena discutere questa sera, ad esempio l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport. Chiederei di discutere almeno questo punto».

Il sindaco Benny Nicotra ha replicato: «Apprezzo sempre il buon senso che, come diceva la mia povera mamma, lo deve mettere chi ce l’ha. Ansaldi amministrativamente parlando ti rispetto. Vorrei solo ricordare che la responsabilità avrebbe dovuto esserci anche sul bilancio della città. Non avere approvato la delibera significherà tenere bloccato tutto. Questa sera il senso di responsabilità non l’ha certamente mostrato il ragazzino Tamagnone. Non l’ha certamente mostrato Miano perché non gli è stato dato l’assessorato. Chi è seduto in consiglio dovrebbe sempre mostrare il senso di responsabilità e non solo quando gli conviene».

E’ quindi intervenuto Edoardo Tamagnone: «Ascoltando gli interventi del sindaco e poi del capogruppo Migliore appare evidente che non hanno ascoltato quello che ho detto o non hanno capito niente. Migliore se vuoi toglierti qualche sassolino dalla scarpa fai pure noi non siamo preoccupati: però ti abbiamo  detto più volte che ci si doveva confrontare. Invece tu vuoi fare l’uomo solo al comando. Tu sei libero di fare quello che vuoi ma non venire in consiglio a farci la paternale sul nostro senso di responsabilità. Quel senso ce lo devi avere tu, in tutti i 365 giorni dell’anno e non chiederlo a noi solo quando c’è il consiglio e  si vota il bilancio. Tu non coinvolgi nessuno, non parli con nessuno, non dialoghi con nessuno e poi ti aspetti che, un giorno all’anno, noi ti facciamo un bel regalo per permettere alla maggioranza di andare avanti. Noi diciamo che così non si può andare avanti. Noi chiediamo di decidere tutti insieme, tutta la maggioranza, tutto il consiglio, perché questa è la democrazia. Senza alcun confronto ti abbiamo detto che se vuoi comunque andare avanti le delibere ve le votate da soli. Tu non vuoi capire che per amministrare una città non ci vuole una dittatura di una maggioranza, ma serve un confronto tra le persone civili che sono qui in consiglio  per amministrare bene questa città».

E’ nuovamente intervenuto il sindaco Benny Nicotra: «Ora sono proprio sconcertato e schifato. Ma non vi preoccupate, nei prossimi giorni prenderò alcune decisioni. Sarà una decisione solo mia. Andiamo pure avanti con le delibere. A breve convocheremo un nuovo consiglio e vedremo chi è che ce l’ha più dura».

La parola è passata a Giovanni Giacone: «Ma io vorrei solo dire due parole all’amico Tamagnone. Lo reputo ancora un amico; io non sono abituato a portare rancori verso la gente. Proprio tu che oggi ci vieni a dire che tra di noi non c’era dialogo sei stato il primo a cominciare a sgretolare la maggioranza che tu stesso sostenevi, che poteva andare avanti per tanto tempo. Quando il signor sindaco ha chiesto al Comune quei malaugurati euro per la parte previdenziale tu, che sulla vicenda eri informato prima di noi,  non sei venuto in maggioranza a chiedere chiarimenti, ma  sei stato il primo  a buttare fango su tutta l’amministrazione. Hai mandato il sindaco sui giornali e non sei certo venuto da noi per vedere se questo problema si poteva chiarire. Noi eravamo andati dal segretario per sincerarsi che questa manovra fosse del tutto regolare. Tu non sei venuto  discutere di questa vicenda: se fossi venuto molto probabilmente il signor Nicotra, che non è certo una persona stupida come pensi tu, forse capiva che era bene soprassedere e oggi magari non saremo qui a discutere di che fine ha fatto la nostra maggioranza».

Giovanni Giacone ha proseguito: «Oltre a te Tamagnone, voglio qui riferirmi anche ad altre persone che sono delle cavallette. Saltano da una parte all’altra; non sanno dove cavolo vogliono andare. Con queste persone qua, cosa vuoi amministrare. Noi ci dobbiamo vergognare per lo spettacolo che stiamo dando questa sera. Ci dobbiamo solo vergognare. Già i nostri capi a Roma danno un brutto esempio. Anche qui questa sera siamo scesi sui difetti personali, vogliamo vendetta. Io penso invece che noi dovremo lavorare per i cittadini. Io sono qui per lavorare, non per fare politica. Ti voglio solo dire caro Tamagnone: non puoi pensare che tutti gli altri siano sempre peggiori di te. In amministrazione si parla, si discute, ci si confronta e alla fine si arriva sempre a concludere qualcosa di buono. In questi tre anni con i nostri comportamenti sbagliati siamo riusciti a sgretolare tutto quello che di buono abbiamo fatto. Io come tutti gli altri della nostra maggioranza non siamo venuti per fregare qualcuno. Noi siamo mossi da buone intenzioni. Allora sarebbe bene che la smettessi di andare in giro a dire che ci siamo comportati male o che abbiamo rubato qualcosa. Ti ricordo anche che proprio tu sei stato il primo che ha iniziato a  sgretolare questa nostra maggioranza. E dopo di te sono arrivati altri che ti hanno seguito a ruota. Uno voleva l’assessorato di qualcun altro. Qualcun altro saltava di qua e di là pur di sistemarsi. Tamagnone io ti sono sempre amico: queste cose te l’ho dette perché io sono qui per lavorare. Aggiungo anche che il signor Nicotra non è certo qui per rubare. Non penso neanche che abbia bisogno di rubare dei soldi a Santena; ne ha portati tanti e se lui se ne va non so un domani chi potrà riuscire a fare quello che ha fatto lui per la nostra città».

Il microfono è quindi passato a Santino Cascella: «Il sindaco ha molte attenuanti. In Giunta ci sono persone che non hanno mai aiutato il sindaco a svolgere la propria attività. Il sindaco è spesso stato ostaggio dei partiti. In questa amministrazione ho sempre detto che i partiti dovrebbero state fuori. In Giunta abbiamo assessori sfiduciati dal consiglio e ripresi perché il partito ha voluto così. Ci sono consiglieri che erano di Progetto Santena e poi sono passati in altri gruppi. Tutti questi giochetti non sono stati fatti dall’opposizione. E il sindaco è stato sempre ostaggio di questi giochetti. Oggi mi sembra un po’ inutile che tanti facciano i moralisti. Qui le colpe sono di molti, le colpe sono di tutti».

A questo punto Bruno Ferragatta ha affermato: «Stiamo riducendo il consiglio comunale a una  sorta di resa dei conti.  Qui l’agire amministrativo non c’entra davvero più nulla.  Ora noi usciamo dall’aula, quando riterrete che si possa proseguire con l’ordine del giorno noi rientreremo».

Sin qui le parole sentite in consiglio comunale venerdì 1° ottobre scorso.

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