Monsignor Cesare Nosiglia nuovo arcivescovo di Torino

Torino – 12 ottobre 2010 – Lunedì 11 ottobre 2010, poco dopo le 12, al Santuario della Consolata, il card. Severino Poletto ha annunciato il nome del suo successore: mons. Cesare Nosiglia, finora arcivescovo di Vicenza. Di seguito,  la biografia ufficiale del nuovo Arcivescovo di Torino, il messaggio di mons Nosiglia e il messaggio del card. Poletto. Nel suo messaggio il nuovo arcivescovo di Torino, tra le altre cose, ricorda «la prima esperienza sacerdotale, come collaboratore, nella Parrocchia di Santena, nell’estate del 1968».

Biografia S.E. Mons. Cesare Nosiglia

S.E. Mons. Cesare Nosiglia è nato il 5 ottobre 1944 a Rossiglione, nella diocesi di Acqui e provincia di Genova. Dopo aver compiuto gli studi nel Seminario di Acqui Terme è stato inviato a Roma per proseguire la sua formazione, conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e quella in Sacra Scrittura presso il Pontifico Istituto Biblico.

È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 per la diocesi di Acqui.

Gli incarichi pastorali più significativi da lui svolti sono: dal 1968 al 1975, studente a Roma e Collaboratore nella Parrocchia di San Giovanni Battista De Rossi; dal 1971 al 1983, Addetto all’Ufficio Catechistico Nazionale della C.E.I.; dal 1975 al 1991, Collaboratore nella Parrocchia di San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti; dal 1978 al 1980, Docente di Teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; dal 1983 al 1986, Vicedirettore dell’Ufficio Catechistico Nazionale C.E.I.; dal 1986 al 1991, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale della C.E.I.

Eletto alla Chiesa titolare di Vittoriana e nominato Ausiliare di Roma il 6 luglio 1991, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 settembre successivo. Durante il Sinodo di Roma ha ricoperto gli incarichi di Relatore Generale e Presidente della Commissione post-sinodale. Il 19 luglio 1996 è stato nominato Vicegerente di Roma con il titolo personale di Arcivescovo. Il 6 ottobre 2003 è stato trasferito alla diocesi di Vicenza.

A livello nazionale, è stato anche Presidente del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, Presidente dell’Organismo Internazionale dell’Educazione Cattolica (OIEC), nonché Delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la Catechesi e l’Università.

Nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana è stato Membro della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede (1992-1999), Segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica (1995-2000) e Presidente della stessa Commissione (2000-2005).

All’ultima Assemblea Generale (maggio 2010) è stato nominato Vice-Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In occasione del Grande Giubileo dell’anno 2000 gli è stata affidata la Vicepresidenza della Commissione Pastorale-Missionaria del Comitato Centrale, la Presidenza del Comitato Italiano per la Giornata Mondiale della Gioventù, come pure la Vicepresidenza del Congresso Eucaristico Internazionale. Inoltre, è stato Membro del Consiglio Internazionale per la Catechesi della Congregazione per il Clero.

(fonte: sito ufficiale della Santa Sede: www.vatican.va)

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Messaggio mons. Nosiglia

Ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose,
persone di vita consacrata e fedeli laici
dell’Arcidiocesi di Torino.

Ringrazio con voi il Santo Padre Benedetto XVI per la stima e la benevolenza che mi ha dimostrato, chiamandomi al servizio di Pastore della nostra Arcidiocesi. In comunione fedele con il suo ministero e in costante ascolto del suo Magistero, ho accolto con gioia la possibilità di camminare con voi per un tratto di strada che il Signore vorrà concederci.

La mia nomina a vostro Arcivescovo avviene nel giorno anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, avvenuta nell’ottobre del 1962. Considero questa coincidenza non puramente casuale, ma dono della Provvidenza di Dio, che vuole indicarmi la via maestra sulla quale promuovere, insieme con voi, il cammino della nostra Chiesa particolare.

Nella mente e nel cuore riemergono tanti ricordi lieti e significativi, legati ad esperienze forti vissute nell’Arcidiocesi di Torino e che hanno segnato la mia giovane vita di seminarista e di prete. Penso all’anno propedeutico alla teologia svolto nel Seminario di Rivoli, era il 1964, condiviso con una numerosa schiera di chierici provenienti dalle diocesi piemontesi; ricordo la prima esperienza sacerdotale, come collaboratore, nella Parrocchia di Santena, nell’estate del 1968, e tanti incontri con presbiteri diocesani e religiosi dell’Arcidiocesi durante gli anni del rinnovamento della catechesi promosso dalla CEI.

Anche le figure di eminenti Pastori dell’Arcidiocesi hanno accompagnato il tempo del mio sacerdozio ed episcopato, offrendomi testimonianze forti di fede e di guida sapiente del popolo di Dio. Il pensiero corre al card. Maurilio Fossati, al card. Michele Pellegrino, al card. Anastasio Alberto Ballestrero, al card. Giovanni Saldarini, fino a giungere al card. Severino Poletto, mio immediato predecessore, al quale rivolgo un fraterno saluto unito ad un sincero ringraziamento per l’opera svolta negli undici anni del suo ministero torinese. Saluto e ringrazio anche Sua Eccellenza mons. Guido Fiandino, vescovo ausiliare e vicario generale dell’Arcidiocesi.

Inserirmi in questa scia luminosa di Pastori, mi conforta e, nello stesso tempo, mi fa sentire bisognoso di imparare da ciascuno di loro le vie più adeguate a servire una Chiesa, com’è quella che oggi il Santo Padre mi affida, così ricca di tradizione cristiana, vivace e creativa nelle sue intuizioni pastorali e protesa ad un costante rinnovamento spirituale, grazie all’influsso tuttora vivo di grandi perso-nalità di santi e testimoni di fede e di carità, che ne hanno caratterizzato la storia.

Il presbiterio, composto da numerosi sacerdoti diocesani e religiosi, rap-presenta la mia nuova famiglia, nella quale intendo inserirmi con umiltà ed aper-tura all’ascolto, all’incontro e alla reciproca accoglienza, per vivere insieme la comunione e l’unità fraterna nel quotidiano impegno pastorale. Considero il rap-porto con ogni presbitero il primo impegno del Vescovo e ad esso dedicherò tem-po e risorse umane e spirituali, in quanto ho sperimentato, prima a Roma e poi a Vicenza, che la comunione e la fraternità tra il Vescovo e i suoi presbiteri sono una scelta feconda di grazia, per il cammino ecclesiale e missionario della Chiesa.

A questo impegno è strettamente collegato il problema delle vocazioni al sacerdozio, che sollecita la nostra Chiesa locale, in tutte le sue componenti, a la-vorare insieme ai giovani, per aprire vie nuove alla chiamata del Signore. Le vo-cazioni al sacerdozio e alla vita consacrata rivelano la temperatura spirituale di una comunità e ne testimoniano l’amore a Cristo e il servizio agli uomini. Anche la vocazione al Matrimonio e alla famiglia rappresenta oggi un obiettivo educati-vo di grande rilevanza per la Chiesa e la società.

Fin da ragazzo, alla scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ho imparato ad amare S. Giovanni Bosco, padre, maestro, amico e patrono dei giovani e, in se-guito, la vicinanza assidua, per 12 anni, con Giovanni Paolo II, mi ha condotto ad apprezzare ogni giovane e ad accoglierne le domande, le aspirazioni e i progetti. A voi, cari giovani, rivolgo, pertanto, il mio pensiero ed apro il mio cuore per en-trare in sintonia con ciascuno. Faccio mie le parole rivoltevi da Papa Benedetto XVI, in occasione della sua visita, lo scorso 2 maggio, per l’ostensione della Sin-done: “Siate testimoni di Cristo in questo nostro tempo! La sacra Sindone sia in modo del tutto particolare per voi un invito ad imprimere nel vostro spirito il vol-to dell’amore di Dio, per essere voi stessi, nei vostri ambienti, con i vostri coeta-nei un’espressione credibile del volto di Cristo”.

So bene quanto si lavori nelle parrocchie, in particolare, che rappresentano il luogo fondamentale per la formazione della coscienza credente, per la comuni-cazione del Vangelo, per l’incontro con Cristo risorto, vivente oggi nell’Eucaristia e nei sacramenti e per intense esperienze di carità. Esse, infatti, sono le realtà più vicine alla gente, perché accessibili a tutti, ogni giorno ed in ogni momento. Rin-grazio e saluto i parroci e gli altri sacerdoti, i diaconi permanenti, la schiera di o-peratori pastorali, le associazioni, i movimenti e gruppi ecclesiali, che servono con impegno la comunità e ne orientano il cammino missionario.

Insieme alle parrocchie, numerose realtà di vita consacrata, istituti religiosi maschili e femminili, monasteri, istituti secolari, l’ordo virginum, offrono all’Arcidiocesi una testimonianza di vita evangelica ed un servizio generoso in di-versi ambiti della sua vita e della sua missione, qui nella nostra terra come in tanti Paesi, dove operano con frutto i missionari torinesi.

Con viva riconoscenza, saluto le diverse aggregazioni laicali attivamente presenti nell’Arcidiocesi nel campo dell’educazione e della scuola, in quello della solidarietà verso i malati, i poveri, i sofferenti, gli emarginati e i nomadi; nella formazione cristiana, civile e professionale di giovani, adulti e famiglie; nella promozione e difesa della vita di ogni persona umana, dal primo istante del suo concepimento al momento del suo naturale tramonto; nella lotta all’illegalità dif-fusa nella società; nell’impegno culturale e politico per il bene comune; nella promozione della pace; nell’accoglienza agli immigrati e nel sostegno alle comu-nità etniche cattoliche e cristiane, che arricchiscono il tessuto ecclesiale e civile dell’Arcidiocesi. Alcune di queste presenze significative sono frutto dell’opera di grandi santi torinesi, che hanno inciso profondamente nella mentalità e nella sen-sibilità della gente, negli ambiti della carità e dell’integrale promozione della per-sona. I nomi di S. Giuseppe Cottolengo e di S. Giovanni Bosco sono noti in tutto il mondo, dove la loro testimonianza ha lasciato segni profondi. Non posso dimen-ticare le figure di S. Giuseppe Cafasso, di S. Leonardo Murialdo, dei beati France-sco Faà di Bruno, Giuseppe Alamanno, Piergiorgio Frassati e di tanti altri fratelli e sorelle, di cui è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione, che rappre-sentano un tesoro prezioso della nostra Chiesa, al quale possiamo attingere anche oggi per un rinnovato slancio di evangelizzazione e di missione verso tutti e in ogni ambiente di vita e di lavoro. Tutti costoro sono testimoni di quanto la fede in Cristo trasformi la vita e la renda buona, bella e felice, perché ricca di senso nel dono di sé e nel servizio a Dio e agli uomini.

Nel farvi partecipi dei miei sentimenti e attese, sento nascere nel cuore tan-ta speranza, anche se so bene quante siano le difficoltà che, giorno per giorno, as-sillano, sul piano spirituale e sociale, persone e famiglie, particolarmente in questo tempo di crisi economica, che aggrava la precarietà del lavoro, le incertezze del futuro, le fatiche di nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di situazioni di gravi malattie o disabilità di loro congiunti. Eppure, sono convinto che la nostra Chiesa locale, proprio per le sue radici così forti e tuttora vitali, alle quali può at-tingere, deve guardare avanti con fiducia e contribuire al vero progresso, spirituale e sociale, della gente, promuovendo quella stretta unità tra verità, carità e giustizia che Papa Benedetto XVI richiama nell’enciclica sociale “Caritas in veritate”. Questo sarà possibile, se contribuiremo a dare vita ad una nuova stagione di cre-denti, adulti nella fede e testimoni competenti e coraggiosi del Vangelo, anche ne-gli ambiti impervi, ma necessari, della politica, della finanza, dell’economia e del mondo del lavoro.

La nostra Chiesa locale, ha ricordato il Papa nella sua visita di maggio, u-sufruendo con fiducia e coraggio del suo patrimonio di fede, di carità e di cultura, che l’ha sempre contraddistinta, è in grado di promuovere un capillare e qualifica-to impegno di nuova evangelizzazione e di testimonianza cristiana, ricca di pro-spettive stimolanti, non solo per se stessa, ma per la Chiesa, che è in Italia, e per l’intera società. E’ un’iniezione di stima e di fiducia ed insieme una sfida da acco-gliere e mi sento orgoglioso di poter tentare l’impresa con tutti voi.

Cari fratelli e sorelle,

il mio cuore e tutta la mia persona sono ormai protesi verso di voi e mi au-guro che presto potremo incontrarci e collaborare insieme come si conviene a ser-vi del Signore, al lavoro nella sua vigna, che ci è affidata. Pregate per me, affinché possa svolgere con voi e per voi il mio ministero di Padre, Vescovo e amico e sappia ascoltarvi e seguirvi, sulla strada che state percorrendo, con un impegno che intendo condividere, fianco a fianco, per accogliere quanto il Signore e il suo Spirito ci indicheranno.

Mi affido alla intercessione di S. Massimo, primo Vescovo della Diocesi, di S. Giovanni Battista e della Vergine Consolata, alla quale ogni torinese rivolge il cuore e lo sguardo carico di fiducia e confidenza. Maria ci indica le vie su cui camminare insieme nell’umiltà, ma anche nella consapevolezza di tanti talenti preziosi che il Signore ha donato alla nostra Chiesa. A Lei, che onoriamo anche con il titolo di Ausiliatrice, ricorriamo in questo tempo complesso, ma non così diverso da tanti altri passaggi epocali, che hanno caratterizzato il cammino eccle-siale e civile dell’Arcidiocesi e della Città.

Vi benedico tutti e saluto con affetto e amicizia.

Vicenza, 11 ottobre 2010

+ Cesare Nosiglia,
arcivescovo eletto di Torino

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Messaggio cardinal Poletto

A tutti i sacerdoti, diaconi,
religiosi, religiose e fedeli laici
dell’Arcidiocesi di Torino

Carissimi tutti,

oggi ho la gioia di comunicarvi che il Papa Benedetto XVI ha nominato come nuovo Arcivescovo della nostra Arcidiocesi Monsignor CESARE NOSIGLIA, del Clero di Acqui, e finora Vescovo di Vicenza.

Il primo sentimento che ci nasce nel cuore in questo momento è di sincera e grande riconoscenza al Santo Padre, che ha voluto inviare come Pastore a Torino un Vescovo dotato di una non comune preparazione culturale e di lunga esperienza pastorale acquisita prima all’interno degli organismi centrali della C.E.I. come Direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale, poi nella Diocesi di Roma, la prima nel mondo, dove svolse i compiti di Vescovo Ausiliare e successivamente di Arcivescovo Vicegerente ed infine, dal 2003 fino al presente, è stato Vescovo dell’importante Diocesi di Vicenza, nota per la sua vivace creatività pastorale.

Per questo sentiamo che l’arrivo di questo nuovo Pastore per la nostra Chiesa torinese è di buon auspicio. Sono certo che sotto la sua guida sapiente saprete continuare quel serio ed impegnato cammino di fede che da sempre è la caratteristica peculiare di ogni categoria di persone che si sentono a pieno titolo appartenenti a questa nostra bella Arcidiocesi.

Fin da subito vi invito a pregare per il nuovo Arcivescovo Cesare e a mettervi tutti in quel giusto atteggiamento di fede, che è condizione essenziale per accoglierlo con gioia e con totale disponibilità a collaborare con lui per la realizazione di ogni proposta e progetto pastorale che vi proporrà, affinché tutti possiate essere fedeli a quella grande missione che il Signore ha affidato alla nostra Chiesa di Torino.

Quanto a me vi assicuro che mi sento molto sereno e gioioso nel consegnare il pastorale ad un Vescovo amico e che stimo, perché so che verrà per continuare quel lavoro che con tanta convinzione e senza risparmio di tempo e di energie ho cercato di fare in questi undici anni vissuti con voi per “costruire insieme” il Regno di Dio in questa a me cara città di Torino, che amo definire complessa ma stupenda, ed in tutta la nostra Arcidiocesi così ricca di carismi di carità e santità.

Il Signore Gesù ci chiede in ogni momento, ma soprattutto ora, di fissare su di Lui, che è il vero “Pastore grande delle pecore” (Eb 13, 20), il nostro sguardo di fede ed il nostro impegno di sequela. Gli Arcivescovi passano, ma Gesù Cristo resta sempre con noi ed è questa certezza che ci consente di perseverare nel nostro impegno di discepoli che vedono in Lui l’unico Maestro che ci affida il suo messaggio di salvezza chiedendoci di comunicarlo a tutti.

Auguro al nuovo Arcivescovo che possa trovarsi bene con voi come, vi assicuro, mi sono trovato io. Abbiamo fatto un bel tratto di strada insieme con impegno e generosità grazie alla vostra sincera collaborazione che vi chiedo di offrire anche al nuovo Pastore.

Volentieri e con grande pace interiore ora io entro nell’ombra, pur rimanendo accanto a voi con la mia preghiera ed affetto e continuando a vivere il mio ministero di prete e di vescovo in modo diverso. Infatti fino alla fine della mia vita non cessa per me l’impegno di servire Gesù e la sua santa Chiesa.

Al nuovo Arcivescovo fin d’ora diamo il nostro cordiale benvenuto esprimendo la nostra fiduciosa attesa con queste parole: «Benedetto il Vescovo Cesare, che viene a noi nel nome del Signore».

Torino, 11 Ottobre 2010

X Severino Card. Poletto

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fonte: www.diocesi.torino.it