Santena, Ages, la discussione al tavolo di crisi in Regione

Santena – 13 ottobre 2010 – Ieri, martedì 12 ottobre, si è riunito in Regione il tavolo di crisi in Regione Piemonte. Di seguito la discussione che si è sviluppata per mezz’ora. Al tavolo erano presenti l’assessora al Lavoro della Regione Claudia Porchietto, l’assessore provinciale al lavoro Chiama, il sindaco di Santena Benny Nicotra, il vicesindaco di Villastellone Diego Lucco, funzionari della Regione, del Comune di Torino, sindacalisti e la Rsu.

La riunione è cominciata con un intervento dell’assessora regionale al Lavoro Claudia Porchietto: «Io apro, poi lascerei la parola al commissario Maurizio Civardi che darà una serie di riflessioni e informazioni sulla situazione dell’Ages di Santena. Anticipo che, in questo momento, non c’è nessuna offerta ufficiale; ci sono sì dei ragionamenti che si sono aperti con alcuni imprenditori – di cui siamo a conoscenza come Regione Piemonte – ma in questo momento non si sono ancora materializzati in una offerta. Pertanto è chiaro che noi abbiamo ancora fermo il 14 ottobre 2010 come termine ultimo per la presentazione».

«In questi giorni – ha aggiunto Claudia Porchietto – c’è stato attivismo da parte di tutti per portare a una soluzione positiva la vicenda Ages Santena. E’ chiaro che, a oggi, dire che una soluzione si è trovata non sarebbe assolutamente corretto. Ci sono però una serie di riflessioni aperte, che speriamo portino a un qualcosa di positivo».

E’ quindi intervenuto Maurizio Civardi: «Rispetto all’ultimo incontro che abbiamo avuto qui al tavolo in Regione, abbiamo proseguito i contatti con un imprenditore, di cui abbiamo verificato serietà e affidabilità, per vedere se fosse possibile arrivare – non dico alla chiusura di contratto –, ma a una offerta in termini presentabili sia al Ministero sia a voi sindacati e Rsu, come rappresentanti dei lavoratori»

«A oggi io non ho ricevuto alcuna offerta – ha affermato il commissario – mi è stato anticipato ieri che mi sarebbe stata presentata una offerta nella giornata di ieri, lunedì 11 ottobre, ma non mi è arrivata. Potrebbe forse anche arrivare oggi. Non credo che faccia una grande differenza perché, da quello che mi è stato anticipato telefonicamente, l’offerta – andando ai contenuti essenziali – sarebbe, quanto all’aspetto economico, un prezzo che io considero meramente simbolico, meno della metà della metà di quella che era la valutazione peritale. Quanto al profilo occupazionale il numero che mi è stato prospettato è di 70 unità. Ora noi in Ages abbiamo 370 dipendenti in cassa. E’ chiaro che nessuno può pensare che vi possa essere qualcuno oggi interessato ad acquisire Ages con tutte le 370 persone. Però, quello che io ritengo sia un limite invalicabile è l’organico che, sostanzialmente, oggi può essere occupato in Ages con il lavoro che oggi Ages ha. Mi pare che lo spirito della legge Prodi sia quello di chiedere un sacrificio ai creditori, avendo in cambio la salvaguardia dell’attività produttiva e quindi dei livelli occupazionali.  E i livelli che, secondo me, vanno difesi non sono il numero delle persone che uno ha in carico, ma almeno il numero delle persone alle quali si può dare da lavorare. Noi abbiamo presentato un piano industriale che prevede un numero tra 110 e i 120 addetti.  Magari qualcuno può considerare che alcune interpretazioni dei fabbisogni di manodopera possano rappresentare delle ridondanze e quindi penso che si possa  anche arrivare a scendere fino 100. Settanta mi sembra un numero così lontano da quello che è il mio obiettivo che, anche se io ricevessi una offerta – che peraltro, vi ripeto, a oggi non ho ricevuto – in questi termini io personalmente sarei contrario ad accettarla. Credo in modo fondato, e mi sono confrontato informalmente con il funzionario del Ministero che segue la procedura Ages, naturalmente senza alcun impegno da parte del Ministero, ed è emerso che la stessa linea sarebbe  seguita anche dal Ministero».

Il commissario ha continuato: «Io, per completezza di informazioni, vi confermo che ho avuto contatti anche con un altro soggetto, che peraltro non ha presentato alcuna offerta. Per cui la situazione è che all’udienza di dopodomani se io non avrò ricevuto offerte di alcun genere sicuramente non potrò che chiedere la conferma della dichiarazione di fallimento, come ho già chiesto. Naturalmente se vi sarà una offerta ne valuteremo i contenuti. Purtroppo le anticipazioni che ho avuto sono nei termini che vi ho detto. Questa è la situazione a oggi».

La parola è quindi passata a Enrico de Paolo, Filctem Cgil: «E’ chiaro che noi oggi speravamo in un qualcosa di diverso. Come abbiamo sempre detto, sino all’ultimo istante noi ci auguriamo che venga formalizzata una offerta concreta. Certamente anche per noi, se le condizioni restano quelle prospettate e non formalizzate, diventa difficile accettare una proposta del genere. Anche noi  in passato abbiamo ragionato su alcune ipotesi e il numero di addetti che si potevano impiegare è sempre stato attorno a 110, 120. Noi non abbiamo mai detto che l’ipotesi era di occupare tutti gli attuali 370. Abbiamo sempre ragionato tenendo conto del fatturato che oggi Ages è in grado di realizzare».

Enrico de Paolo ha aggiunto: «L’ipotesi di 70 addetti significa che l’imprenditore non corre neanche il rischio di impresa. Anche per noi, a queste condizioni non ha molto senso discutere. Se si partisse da 100 addetti si potrebbe ragionare, ma 70 credo sia un numero che non ci permette neanche di discutere. Noi domani porteremo queste informazioni ai lavoratori, ma a queste condizioni diventa proprio difficile. Io mi auguro che gli interlocutori che attualmente hanno contatti possano davvero formalizzare un qualcosa di più concreto nelle prossime ore. Io non perderò la speranza che ciò avvenga».

L’assessora Claudia Porchietto ha affermato: «Io faccio due riflessioni. La Regione si è impegnata e si sta impegnando al fine di trovare una soluzione che possa essere, non dico ottimale, perché non lo sarà per nessuno, ma che non sia penalizzante soprattutto dal punto di vista occupazionale. Tra l’altro parlando con dottor Civardi, che ringrazio per la disponibilità, si è fatta una riflessione che era di dare priorità alla fase occupazionale rispetto a tutto il resto. Ed è anche quello che io mi sono permessa, in modo assolutamente istituzionale, di trasferire agli imprenditori interessati nel momento in cui è stato chiesto anche alla Regione quali potevano essere gli strumenti che potevano essere messi a disposizione, per quanto riguarda la parte di insediamenti produttivi e le misure per salvaguardare il monte occupazionale. Anche durante la riunione mi sono permessa di fare l’ennesima telefonata per sbloccare la situazione.  Con il vicesindaco di Torino Tom Dealessandri e l’assessore provinciale al lavoro Chiama, stiamo cercando di garantire la prospettiva per quanto riguarda il fatturato di partenza. Non ritengo soddisfacente partire da 70 persone, ma qualora si riuscisse a fare un ragionamento su delle unità diverse, chiederei al sindacato di non andare poi a formalizzarsi su 5-10 persone in più o in meno. Ritengo che nel momento in cui si può avviare il processo produttivo, diventi poi anche più semplice andare  a recuperare personale. Ringrazio tutti per la disponibilità data; sento il sindaco di Santena praticamente tutti i giorni. Io ho sollecitato questo gruppo di imprenditori affinché prendano contatto con il commissario, ho chiesto loro di fare un ragionamento sull’occupazione. È chiaro che dobbiamo fare un ragionamento tutti insieme su quella che dovrà essere una proposta che dovrà essere presentata dal commissario e accolta dal Ministero. Credo che possa anche esserci un aumento di occupati successivamente all’acquisizione da parte di questa ipotetica cordata di imprenditori. Abbiamo però 48 ore di tempo, non di più».

Enrico de Paolo ha affermato: «E’ la prima volta che parliamo di numeri con il commissario. Rispetto al numero di addetti ci troviamo in linea con le considerazioni fatta dal commissario. E’ chiaro a tutti che un conto è partire da 100 e arrivare a 105; partendo da 70 è ben difficile». Claudia Porchietto ha aggiunto: «Serve anche sapere che la rappresentanza dei lavoratori è disponibile su questo tipo di proposta. Abbiamo due giorni di tempo e non di più. Vi assicuro che abbiamo corso tutti quanti per riuscire, in zona Cesarini, a trovare una soluzione per l’Ages. Noi abbiamo messo Finpiemonte a disposizione per capire quali misure potevamo attuare; stiamo cercando di trovare una soluzione per mantenere in vita l’Ages di Santena. Servono anche da parte del sindacato segnali che possiamo lavorare su certi numeri, che però non possono essere i settanta prospettati».

Salvatore Scalia, Femca Cisl, ha detto: «Più che fare valutazioni sui numeri degli occupati, occorre ragionare sulle prospettive dell’Ages. Il piano del commissario prevedeva 110 persone occupate. Siamo disponibili a valutare ipotesi che prevedano oggi la partenza con una certa quota di persone per poi vedere in futuro come aumentare gli addetti. Davanti a una ipotesi del genere non diremo di no». Claudia Porchietto ha detto: «Ci stiamo spendendo anche su questa ipotesi. Io mi auguravo che oggi si potesse portare al tavolo qualche cosa di più concreto, altrimenti avrei chiesto uno slittamento della riunione. Torno a dire che c’è la massima disponibilità da parte del Comune di Santena nel trovare una soluzione per gli imprenditori. E la Regione ha messo a disposizione tutti gli strumenti per consentire agli industriali di fare una scelta serena. È chiaro che però ora tocca a loro muoversi e presentare la proposta. Vediamo se nel pomeriggio riusciamo a far fare agli imprenditori un ragionamento che sia più vicino alle aspettative del commissario. Se ci sono novità ci sentiamo per telefono, non è il caso di riunire nuovamente il tavolo».

Il commissario Maurizio Civardi ha spiegato: «Si può convenire che, qualora arrivasse una offerta in termini diversi, affinché tutti si possa valutarla con la dovuta serenità, io chiederei all’udienza di dopodomani un breve rinvio per l’esame. Lo ripeto, a condizione che sia una proposta esaminabile, perché per 70 persone la proposta non è neanche da esaminare. E se il Tribunale sarà d’accordo allora potremo rivederci e valutare le cose. Purtroppo il tempo è quasi scaduto».

«Ages Santena ha un cliente importante che è Fiat che copre il 70-80 per cento del fatturato – ha spiegato il commissario – La Fiat ha già messo in conto il fallimento di Ages, per cui cosa ha fatto un po’ di magazzino. Infatti, in luglio abbiamo lavorato tantissimo per doppiare la produzione. La Fiat se Ages continua lascerà queste produzioni in Ages, ma se il sito produttivo santenese non continua la casa torinese ha le scorte per far fronte a qualche mese di produzione e poi sposterà le commesse da altra parte».

Claudia Porchietto ha affermato: «Deve essere chiaro a tutti che per l’Ages questa è l’ultima fermata del treno». Il sindaco di Santena Benny Nicotra ha detto: «Condivido quando è stato detto.Io parto da un presupposto, occorre partire da un minimo di cento addetti in avanti.  Mi auguro che questa offerta venga presentata. Poi andremo a  vedere. Sappiamo che oggi in Ages Santena c’è lavoro per un numero maggiore di 70 persone. Qualora arrivasse io non trascurerei questa offerta e non la scarterei. Piuttosto che niente è meglio piuttosto e scusate se uso questo termine piemontese. 48 ore sono davvero poche, ma credo che questo gruppo industriale sia davvero intenzionato a concretizzare una proposta, almeno cosi ho capito quando li ho interpellati. Per andare ancora avanti abbiamo bisogno di una offerta scritta. Per cui speriamo che tra oggi e domani l’offerta di questo gruppo di industriali arrivi e porti risultato».

Il sindaco ha aggiunto: «Ho riscritto a Marchionne. Mi ha risposto. Mi dice che mi riceve; io gli  ho chiesto che mi deve ricevere tra oggi e domani, più in là non servirebbe a nulla. Ho riscritto di nuovo all’attuale ministro delle Attività produttive, sempre per percorrere la strada della riconversione aziendale, progetto che ho già consegnato all’assessora Porchietto. Non demordiamo». Claudia Porchietto ha chiuso così la riunione: «Diciamo che ora ci mettiamo a disposizione per far sì che tra oggi e domani arrivi una offerta che sia degna di essere chiamata tale e poi ci parliamo».

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