Una pausa per lo spirito – proposte di riflessione per i giorni dal 9 al 15 gennaio 2011

Santena – 9 gennaio 2011 – Di seguito, alcune proposte di riflessione per i giorni dal 9 al 15 gennaio 2011, tratte dalla liturgia del giorno e commento domenicale tratto dall’omelia della Comunità di Sant’Egidio.


Domenica 9 gennaio 2011

Tu vieni da me?

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Mt 3,13-17

Venne tra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto

Giovanni vede venire verso di lui Gesù. Il Signore non rimane distante; non aspetta che siano gli altri a compiere il primo passo, come spesso amano fare gli uomini. Aspettare può apparire equilibrato, giusto, prudente. Perché mostrarsi vulnerabile andando incontro agli altri? Non ci si espone a reazioni incontrollate? Come si sarà accolti? Perché io e non lui? La considerazione di sé, impaurita dall’incontro con l’altro, induce a stare fermi. Gesù non aspetta il momento opportuno, non decide solo dopo avere verificato gli esiti ed essere sicuro della risposta. Si umilia. Viene incontro ad ognuno di noi così come siamo. Non si fa annunciare o precedere da segni imponenti. Gli uomini spesso sono alla ricerca di un incontro straordinario, di una risposta definitiva e disprezzano il colloquio concreto, umano perché questo chiede vigilanza, sensibilità, accoglienza. Gesù viene, ma la sua non è una magia.
L’incontro tra Gesù e Giovanni, seppure è stata un’esperienza particolare e irripetibile, ha però aperto la strada a tanti altri incontri. Potremmo dire che ne delinea i tratti fondamentali, al punto da renderlo paradigmatico. Subito infatti ne seguono altri: quello con i due discepoli di Giovanni, quindi quello con Simon Pietro, poi quello con Filippo, con Natanaele… e infine con quelli che in ogni generazione ascoltano la predicazione del Vangelo e vi aderiscono con il cuore, compresi noi. L’evangelista, con il suo stile narrativo sempre carico di simbolismo, nota che Giovanni vede “venire Gesù verso di lui”. È Gesù che “viene verso” Giovanni, non viceversa. Non sono gli uomini ad andare incontro a Gesù: è lui che viene incontro a noi. Questo è il mistero che abbiamo celebrato nel Natale, quando Gesù è venuto ad abitare in mezzo agli uomini. Noi, peraltro, siamo così poco abituati ad andare incontro al Signore, che quando il Figlio di Dio viene su questa terra neppure l’accogliamo: “Venne tra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” (Gv 1,11)! L’apostolo Paolo, a sua volta, con grande chiarezza ci descrive chi prende l’iniziativa dell’incontro. Parlando dell’incarnazione del Figlio canta: “Egli pur essendo nella condizione di Dio non ritenne un privilegio l’essere come Dio; ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini” (Fil 2,6-7). Il Signore Gesù è sceso verso di noi, per abitare in mezzo a noi, per farsi nostro fratello, amico e salvatore.
Il Battista vedendo Gesù dice: “Io non lo conoscevo”. Se Giovanni, pur così grande nello spirito afferma di non conoscerlo, quanto più dobbiamo dirlo noi! Poco prima il Battista, rivolto alle folle, dice: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete!” (Gv 1,26). Anche noi dobbiamo metterci alla scuola del Battista per accorgerci di Gesù che viene accanto a noi. Ma come? È sufficiente ascoltare il Vangelo con il cuore. Proviamo, e vedremo il Signore avvicinarsi. Lo vedremo come un “agnello… che toglie il peccato del mondo”. Lo vedremo come colui che prende su di sé la nostra fatica, la nostra angoscia, le nostre croci, i nostri dubbi, le nostre incertezze, i nostri peccati. Tutti noi abbiamo bisogno di una conoscenza più profonda e personale del suo mistero di amore. Quanto siamo all’inizio della conoscenza di Gesù! Com’è vero ancora per noi il rimprovero che Gesù rivolse con una certa amarezza a Filippo: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”. È vero. Abbiamo ascoltato poco. Lo abbiamo confuso con le nostre sensazioni. Lo abbiamo ridotto ad una lezione e ad uno scriba. Abbiamo pensato di conoscere i suoi giudizi e ci siamo difesi dal suo amore, tanto più largo del nostro cuore. Abbiamo sprecato la forza straordinaria del Vangelo, nascondendola sotto il moggio, confidando poco su quella luce che, come dice il profeta Isaia, è per tutte le nazioni, fino all’estremità della terra. Siamo stati poco insistenti e così non lo abbiamo conosciuto, cosicché non siamo stati capaci di indicare agli altri colui che si svela nel cammino, che si conosce nella sequela e nella compagnia. Giovanni insiste rivolgendosi alle folle: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete!”. Egli contempla colui che salverà tanti. Lui prenderà sulle sue spalle il peccato del mondo, che contamina i cuori e inquina tanti paesi.

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Lunedì 10 gennaio 2011

Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.”

Mc 1,14-20

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Martedì 11 gennaio 2011

Un insegnamento nuovo, dato con autorità

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Mc 1,21b-28

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Mercoledì 12 gennaio 2011

Andiamocene altrove, perché io predichi anche là

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.”

Mc 1,29-39

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Giovedì 13 gennaio 2011

Ne ebbe compassione

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.”

Mc 1,40-45

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Venerdì 14 gennaio 2011

Perché costui parla così?

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».”

Mc 2,1-12

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Sabato 15 gennaio 2011

Non sono venuto a chiamare i giusti

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».”

Mc 2,13-17

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