Santena, da Ages a Belconn gomma e cavi, interviene Salvatore Scalia, Femca Cisl

Santena –   20 febbraio 2011 –  Di seguito, una breve intervista a Salvatore Scalia, della segreteria Femca Cisl, sull’arrivo all’Ages della Belconn gomma e Cavi.

Salvatore Scalia, alla fine il rogito notarile è stato firmato.

«Finalmente si è arrivati all’atto conclusivo di questa vicenda e si è aperto un nuovo capitolo con la Belconn gomma e cavi. Si è proceduto con le lettere di assunzione e la firma dei verbali di conciliazione per i 111 lavoratori assunti da Belconn gomma e cavi. Lo scorso giovedì mattina è stata fatta la firma dal notaio. Dopo alcuni contrattempi e intoppi è comunque arrivata la tanto attesa firma che sancisce definitivamente questo passaggio».

Venerdì mattina in Regione che cosa è avvenuto?

«Abbiamo firmato la richiesta della Belconn gomma e cavi per la cassa integrazione straordinaria. La cassa era prevista dall’accordo siglato in precedenza nella sede dell’Unione industriale. Si tratta di cassa integrazione straordinaria  per riorganizzazione aziendale. La Belconn gomma e cavi avvierà il piano industriale con una serie di investimenti.Di fatto, da lunedì 21 febbraio tutti gli assunti dalla Belconn gomma e cavi saranno in cassa. L’atto iniziale di questa nuova vicenda purtroppo parte con la cassa integrazione. Naturalmente il sindacato vigilerà sull’avvio degli investimenti e sul procedere del piano industriale».

Che cosa sta facendo il sindacato per i lavoratori che non sono stati assunti dalla Belconn gomma e cavi?

«Come abbiamo detto e ripetuto anche durante la recente assemblea al palazzetto dello sport davanti a tutti i lavoratori noi intendiamo fare ricorso a tutte le possibilità esistenti per chi è rimesto fuori dalle assunzioni. Da subito partiremo con la Provincia con piani di riqualificazione per rimettere sul mercato del lavori gli altri 260 dipendenti che sono rimasti fuori. Dopo le assunzioni è nato del malcontento:  questo ce lo aspettavamo. I lavoratori erano 370 e ne sono stati assunti 111. E’ ovvio che tutto coloro che sono rimasti esclusi non siano affatto contenti. Anche di questi, di coloro che non sono rientrati nelle assunzioni noi ci prenderemo cura, così come abbiamo sempre fatto sino a oggi. Lavoreremo per attivare tutti i tavoli e tutte le possibilità per formarli, riqualificarli e rimetterli sul mercato del lavoro. Cercheremo di trovare delle soluzioni anche per loro».

Quando parte la cassa per coloro che sono rimasti in Ages?

«Nei prossimi giorni – spiega Salvatore Scalia – andremo a firmare la cassa integrazione straordinaria che chiederà l’Ages: sarà di un anno, possibilmente prorogabile fino a 18 mesi. In questo lasso di tempo  lavoreremo per arrivare a ricollocare questi lavoratori. Faremo ricorso a tutte le opportunità che ci verranno offerte. In attesa di poter trovare un posto di lavoro duraturo questi lavoratori potranno comunque fare ricorso ai lavori accessori che comunque rappresentano un sostegno al reddito.  Noi ci auguriamo che con i Comuni, a partire da Torino, questa opportunità possa presto concretizzarsi».

Salvatore Scalia, che commento si può fare sulla vicenda Ages fino a oggi?

«Non si può che cominciare a dire che è stata dura. Per i lavoratori gli ultimi due anni e mezzo sono stati davvero faticosi ed estenuanti. Si tratta di persone alle prese con un doppio problema: economico e morale. La loro vita è appesa: con la perdita del posto di lavoro viene meno la possibilità di poter vivere normalmente. Affitto, mutuo e tutte le normali e quotidiane spese di ogni giorno possono diventare un serio problema. Per molti lavoratori sono stati anni e mesi veramente difficili. Purtroppo queste cose in Italia succedono troppo di frequente a causa di cosiddetti imprenditori che, alla fine, la fanno sempre franca. Certo, alcune crisi aziendali possono essere legate a fattori internazionali, nel caso del gruppo Ages la storia è ben diversa.  Noi in proposito abbiamo idee chiare; in questo caso le responsabilità fanno capo a un imprenditore  che possiamo definire – tra virgolette – “poco pulito”. E, purtroppo, questo signore ancora oggi se ne va tranquillo in giro per il Paese a curare i suoi affari.  Invece i lavoratori che sono l’anello debole della catena hanno vissuto e stanno vivendo anni difficili. E di difficoltà ne dovranno affrontare ancora. Chi è stato assunto dalla Belconn gomma e cavi, ben che vada, avrà davanti due anni di cassa prima di poter sperare di cominciare a lavorare.  Chi è rimasto fuori dovrà sperare di trovare un altro posto di lavoro. Il senso è che oggi – dopo quattro anni di tribolazioni e di cassa integrazione – le fatiche non sono certo terminate».

Salvatore Scalia in questa vicenda chi è che ha dato una mano ai lavoratori?

«Come sindacato e Rsu abbiamo fatto il possibile. Tra gli Enti locali – afferma Salvatore Scalia chiudendo la breve intervista  –  un apprezzamento va sicuramente rivolto al Comune di Torino. Ha fatto quanto poteva. Per quanto riguarda la Regione Piemonte, come abbiamo detto durante la recente assemblea ai lavoratori, con l’arrivo dell’assessore al Lavoro Claudia Porchietto la situazione è cambiata. Nei primi mesi di Giunta Cota le cose erano diverse e niente affatto costruttive. Anche la Provincia di Torino ha sempre manifestato massima disponibilità, così come il settore attività produttive della Regione. Noi, per il futuro, contiamo anche molto sul ruolo che, oltre alla Provincia, potranno giocare i Comuni».

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