Santena, usura e dintorni, interviene l’ex sindaco Gianni Ghio

Santena – 3 aprile 2011 – In questi giorni i mezzi di informazione tornano a occuparsi di usura. Questa mattina abbiamo rivolto due brevi domande a Gianni Ghio, sindaco della città dal 2002 al 2007.

Gianni Ghio, nel periodo in cui sei stato primo cittadino che ricordi hai rispetto al tema usura?

«Rispetto a questo problema io ho due ricordi vividi. Il primo è una conferenza sulla legalità convocata a Chieri dalla Prefettura, verso la fine dell’anno 2002. Con il Prefetto di Torino erano presenti tutti i sindaci della zona. Seguendo la discussione ero stato particolarmente colpito dalle dichiarazioni della autorità in cui si diceva che a Santena c’era una situazione brutta per quanto riguarda il problema dell’usura.  Il secondo ricordo sul tema riguarda la lettera che mi era arrivata, a inizio del mio mandato, spedita da una figlia della famiglia Mannarino. In quello scritto io avevo recepito un dolore immenso da parte di questa ragazza; lo stesso dolore che ho provato per una situazione che purtroppo a me era completamente sconosciuta. Sino all’arrivo di quella missiva non avevo mai sentito parlare di una situazione così brutta quale quella che allora stava vivendo quella famiglia. Dopo è successo quello che sappiamo tutti, con le indagini, gli arresti e le condanne».

Gianni Ghio tu hai chiuso il tuo mandato con un appello alla legalità; a cosa si riferiva.

«Nell’ultimo consiglio comunale da me presieduto ho rivolto un appello alla legalità.  Il senso del mio intervento era semplice; un amministratore pubblico non deve chiedere favori a nessuno per non avere dei favori da restituire nei confronti di nessuno nell’esercizio del suo mandato. Secondo me un amministratore deve essere completamente coerente  con la legalità e tutta la popolazione deve godere della buona amministrazione. Non devono esserci favoritismi portati avanti da parte di chi amministra. Nel momento in cui chiudevo il mio mandato quello è stato un messaggio che mi sono sentito di fare. Chiarisco che non era un messaggio mirato ai fatti di usura perché, come capita spesso, gli amministratori sono gli ultimi a venire a conoscenza di certi fatti».

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