Santena, usura, interviene il parroco

Santena – 4 aprile 2011 – In merito al problema dell’usura si riporta una breve intervista  al parroco don Nino Olivero.

«Una cosa da ricordare – afferma don Nino Olivero – è che le prime denunce pubbliche rispetto alla presenza del fenomeno usura sono arrivate proprio dalla nostra parrocchia. La prima denuncia risale agli inizi degli anni 2000 ed è opera dell’allora parroco don Marino Basso. Un appello che è stato da me ripreso nel 2008, sempre durante l’omelia della festa patronale, il 10 agosto, San Lorenzo. A seguito di tali denunce sono stati organizzati incontri pubblici con associazioni della società civile e con organismi che si occupano di assistere le vittime di usura. In tutte queste occasioni abbiamo sempre invitato le persone vittima di usura a farsi avanti e a denunciare la loro situazione nelle sedi opportune».

Don Nino Olivero continua: «Io rifiuto le accuse che mi vengono rivolte a mezzo stampa di essere stato indifferente rispetto al fenomeno dell’usura. Nella mia attività pastorale non ho mai direttamente incontrato persone residenti in città che mi abbiamo espressamente detto di vivere questo dramma. In questi giorni, dopo quanto riportato dal quotidiano Torinese La Stampa mi sono incontrato con la famiglia Mannarino; si tratta di  un incontro che rientra nei compiti pastorali. Ribadisco che, sino a questa settimana, contrariamente a quanto affermato dal quotidiano torinese, mai la famiglia Mannarino mi aveva porto alcuna segnalazione».

Sempre dalla parrocchia arrivano alcune altre riflessioni. La prima è che le denunce rispetto al fenomeno dell’usura sono state fatte durante funzioni solenni e importanti: si è sempre scelto l’omelia della festa patronale. Una seconda riflessione è questa: se le persone che vivono il dramma dell’usura non informano della loro situazione il parroco e non frequentano le iniziative parrocchiali, purtroppo non potranno essere conosciute. E’ evidente che non rientra tra i compiti del parroco quello di svolgere indagini rispetto a eventuali reati presenti in città. Ne consegue – spiegano sempre in parrocchia – che appare una evidente forzatura affermare che il parroco rispetto alla realtà dell’usura abbia mostrato indifferenza. Alla luce delle denunce pubbliche arrivate dai parroci – tra l’altro le uniche che si sono sentite in città in tutti questi anni – è quanto meno ingiusto accusare la parrocchia di stare dalla parte del torto: se coloro che sono vittime di usura non denunciano la situazione perché temono ripercussioni, la realtà non è certo quella dell’indifferenza da parte della parrocchia. Parroco e vice parroco hanno, fra le mansioni di pastori della comunità, anche quella di essere disponibili all’incontro con coloro che hanno bisogno di sostegno, di sfogo, di qualcuno con cui confidarsi. Molti possono testimoniare che svolgono questo compito ogniqualvolta qualcuno lo domanda loro. Ma non sono né investigatori privati, né agenti di pubblica sicurezza.

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