Santena, da Enrico Arnaudo due o tre idee per costruire una sana e fattiva amministrazione

Santena – 3 luglio 2011 – Enrico Arnaudo, uno degli undici consiglieri che con le proprie dimissioni hanno portato alla fine anticipata del terzo mandato del sindaco Benny Nicotra, indica due o tre idee da seguire per dare a Santena una sana e fattiva amministrazione. Ecco cosa dice Arnaudo, esponente Udc.

«Dopo conferenze stampa e volantini, in cui abbiamo spiegato perché abbiamo deciso di mandare a casa questa Giunta – cosa da me ritenuta doverosa – vorrei ancora sottolineare e ricordare alcuni passaggi ai cittadini di Santena. La prima cosa da dire è che è iniziata la fase due, non meno difficile, anche se più accattivante: dare al paese una sana e fattiva amministrazione». Enrico Arnaudo inizia così la sua chiacchierata.

«Fare peggio dell’amministrazione Nicotra-ter, bis – aggiunge Enrico Arnaudo – sarà difficile, però se si vuole compiere un gran salto verso l’alto, cambiare l’impostazione, offrire ai cittadini una realtà  diversa, favorevole, dove tutti si sentano coinvolti e tutti possano vedere il risultato di un buon lavoro, bisogna iniziare a lavorare adesso. Inserendomi in tale cammino, voglio indicare la mia ricetta. Per arrivare a un buon risultato, bisogna ascoltare tutti, partendo dagli undici consiglieri dimissionari, coloro che hanno saputo farsi da parte nell’interesse del paese, facendo venir meno un’amministrazione fondata su interessi e tornaconti personali».

Enrico Arnaudo prosegue: «Per costruire una squadra vincente bisogna partire da persone che hanno un vero attaccamento alla città, possibilmente tutti e solo residenti a Santena. Una squadra giovane, ma capace; su 17 persone in lista, sarebbe bello che almeno la metà fossero “new entry”. Naturalmente conta anche l’esperienza e quindi servirebbe l’apporto di gente che ha già dato, in passato, il proprio contributo all’amministrazione della città. Naturalmente sarebbe altresì molto gradita una significativa presenza femminile, più sensibile e attenta, credo, alle problematiche giovanili e della famiglia. Gente capace, volenterosa, con un’adeguata conoscenza delle regole e delle procedure amministrative, che si è documentata o è disposta a farlo e ha le dovute capacità per riuscirci. Il mio sogno è una lista civica, senza simboli  di partito, dove 17 persone si uniscono con un solo obiettivo: amministrare».

«Gente onesta, gente che ha un altro lavoro e non fa il sindaco di mestiere – prosegue ancora Enrico Arnaudo –. Gente che non sfrutti l’amministrazione di Santena per spiccare il volo verso più alte cariche politiche, né gente che sta lì perché deve sistemare i propri terreni o la propria ditta o che miri solo ad aggiustare il proprio stipendio con i rimborsi benzina. Nell’emolumento riconosciuto agli amministratori del comune bisogna vedere un semplice compenso per il tempo e i mezzi personali messi a disposizione della collettività, non una fonte di reddito. Lo spirito deve essere quello di chi dedica una parte del proprio tempo a fornire alla macchina comunale l’impostazione politica – e non partitica – che  è stata presentata in un programma che i cittadini hanno conosciuto, hanno approvato con il loro voto e che si aspettano venga realizzato».

Enrico Arnaudo afferma: «Utopia? Io ci credo. Il più grosso problema? Temo che in primavera le elezioni amministrative del nostro Comune coincidano con elezioni politiche (quasi certo) e regionali (molto probabile). Tutto ciò potrebbe mettere a dura prova una coalizione senza simboli di partito, ma fatta da rappresentanti locali degli schieramenti politici nazionali. Un banco di prova molto pesante, in grado di corrodere lo spirito di libera coalizione amministrativa».

«Una seconda grande difficoltà – prosegue ancora Enrico Arnaudo – sarà mantenere unito lo spirito di 17 persone, provenienti da storie politiche differenti, a convergere e a trovare intese riguardo alle infrastrutture – ad esempio, il terzo ponte sul Banna – e alla ricerca di soluzioni alla situazione economica di molti cittadini di Santena, sempre più precaria. Io resto fiducioso. Se ci prefiggeremo come obiettivo ultimo quello di offrire ai nostri figli la possibilità di crescere, trovare lavoro e vivere in una città sana, onesta, piena di cose belle, con un grande valore storico legato al castello, con l’opportunità di poter passeggiare per un parco meraviglioso, dove intorno ad un paese di seconda cintura metropolitana, si possano vedere ancora grandi estensioni coltivate ad asparago, prodotto locale di eccellenza, noi avremo ottenuto il risultato sperato».

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