Santena, testate in municipio, ritirate le due querele

Santena – 17 ottobre 2011 – E’ finita con il ritiro delle due querele la vicenda che aveva avuto come protagonisti Santino Cascella e l’ex sindaco Benny Nicotra. Di seguito, quanto accaduto, nella ricostruzione di Santino Cascella, ex presidente del Consiglio comunale.

«Io presentai querela contro l’allora sindaco Benny Nicotra nel dicembre 2009 – spiega Santino Cascella –. All’indomani di un consiglio comunale particolarmente acceso ero stato aggredito negli uffici del Comune da Benny Nicotra. Un mese dopo la mia querela Benny Nicotra ha presentato una querela nei miei confronti, dove sosteneva che sarei stato io ad aggredirlo e metteva sotto accusa anche Edoardo che, in realtà, era intervenuto per difendermi. Nicotra  nella querela affermava che era stato aggredito anche da Tamagnone. Un’accusa del tutto infondata: infatti il giudice di pace di Chieri, la scorsa settimana, ha sentenziato che Tamagnone è completamente estraneo ai fatti».

Santino Cascella aggiunge: «A sostegno della mia querela ritenevo di poter contare su alcuni testimoni. Invece, un testimone non si è presentato e un secondo ha detto di non avere visto nulla. L’unico che era disponibile a dichiarare quanto successo e cioè che avevo subito una aggressione dell’ex sindaco, con tanto di testata, era Edoardo Tamagnone. Siccome Benny Nicotra lo ha denunciato, chiamandolo in causa, non mi sono potuto avvalere della sua testimonianza. Sia io sia Nicotra siamo stati rinviati a giudizio. Su consiglio del mio legale ho deciso di non proseguire perché, di fatto, mi sono trovato senza testimoni che potessero confermare quanto avvenuto. Naturalmente, quando ho presentato denuncia credevo di poter contare su testimoni, ma alla prova dei fatti non è stato così. E così, se pur con dispiacere, dopo avere speso anche un po’ di quattrini, ho deciso di chiedere la remissione della mia querela e ho accettato la remissione della querela proposta da Nicotra. Essendo venuti meno i testimoni non avevo altra strada da percorrere».

«La conclusione di questa vicenda, arrivata dopo due anni dal parapiglia mi lascia grande amarezza – chiude Santino cascella –. Tale epilogo accrescere in me un senso di sfiducia nella giustizia. Per i cittadini normali la giustizia ha tempi lunghi, costa molto e, soprattutto, quasi sempre si finisce di non vedere riconosciuti i propri diritti. Nel caso specifico, sono stato aggredito e non ho potuto dimostrare quanto avvenuto. Alla fine, se pur con malavoglia, ho dovuto gettare la spugna e rinunciare a veder riconosciute le mie ragioni. Alla fine ho dovuto abbandonare le vie legali senza poter ottenere soddisfazione».

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