Santena, Libero, l’imprenditore che non si piegò al pizzo. Intervento Maria José Fava, referente regionale di Libera

Santena – 29 novembre  2011 –  Mercoledì 23 novembre scorso il presidio Rita Atria di Chieri, l’associazione Culturale Europa e il blog rossosantena hanno organizzato una serata per presentare il libro Libero, l’imprenditore che non si piegò al pizzo. L’iniziativa si è svolta nell’aula magna della scuola media dedicata a Giovanni Falcone. Di seguito, l’audio dell’intervento di Maria Josè Fava, referente regionale di Libera Piemonte.

Maria José Fava – partendo dalla relazione di Chiara Capì, autrice del libro “Libero l’imprenditore che non si piegò al pizzo”, che ha aperto la serata – ha raccontato la nascita di Libera e ha fornito alcuni numeri dell’associazione sorta nel 1995. Ha spiegato che le vittime innocenti delle mafie dal 1993 a oggi sono 900: persone, donne e bambine che si sono trovate nel momento sbagliato nel luogo sbagliato.

In meno di un quarto d’ora ha presentato l’impegno portato avanti da Libera e ha fornito informazioni sui beni, siti in Regione e in Provincia di Torino, confiscati ai mafiosi. Maria José Fava ha presentato lo sportello SOS Giustizia, un servizio di ascolto, consulenza e accompagnamento delle vittime che Libera ha ideato a livello nazionale e che sta vedendo fiorire diversi punti in tutta Italia. Ecco l’audio dell’intervento della referente regionale di Libera.

2011novembre23 Santena – intervento di Maria José Fava

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A seguire, alcune informazioni su Libera.

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Libera.

Associazioni, nomi e numeri contro le mafie è nata il 25 marzo del 1995, con l’intento di coordinare e sollecitare l’impegno della società civile contro tutte le mafie. Fino ad oggi, hanno aderito a Libera più di 1.200 gruppi tra nazionali e locali, oltre a singoli sostenitori.

La scelta di coordinare tante realtà nella lotta alle mafie, si è rivelata dunque la migliore non solo per il numero dei soggetti coinvolti e per il clima di cooperazione creatosi, ma anche per valorizzare sforzi ed iniziative già esistenti. Libera agisce per favorire la creazione di una comunità alternativa alle mafie, certa che il ruolo della società civile sia quello di affiancare la necessaria opera di repressione propria dello Stato e delle Forze dell’Ordine, con una offensiva di prevenzione culturale.

Libera ha organizzato la sua azione in alcuni particolari settori:

1. il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai mafiosi, con la valorizzazione e l’informazione sulla legge 109/96, per la quale Libera ha raccolto un milione di firme;

2. l’educazione alla legalità: nelle scuole, per diffondere, soprattutto tra i più giovani, una cultura della legalità e far maturare coscienza civile e partecipazione democratica attraverso lo sport, per recuperare l’enorme potenzialità educativa dello sport e contrastare l’uso del doping e la politica della vittoria ad ogni costo;

3. il sostegno diretto a realtà dove è molto forte la penetrazione mafiosa, con progetti tesi a sviluppare risorse di legalità umane, sociali ed economiche presenti sul territorio;

4. la formazione e l’aggiornamento sul mutare del fenomeno mafioso e sulle soluzioni di contrasto ad esso, attraverso campi di formazione, convegni e seminari;

5. l’informazione sul variegato fronte antimafia, attraverso strumenti di diffusione notizie e di approfondimento tematico sia a stampa che elettronici. Libera è presente su tutto il territorio nazionale attraverso sedi regionali e coordinamenti provinciali; le associazioni che aderiscono a Libera, nominano un referente che sia in grado di seguirne direttamente i momenti organizzativi e favorire, così, lo scambio di proposte e informazioni sulle attività da svolgere. Il presidente di Libera è don Luigi Ciotti, già fondatore del Gruppo Abele di Torino.

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Segreteria Libera Piemonte
Corso Trapani 91/b – 10142 Torino
tel. 011 -841081

info@liberapiemonte.it

piemonte@libera.it

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Di seguito, alcune informazioni sullo

Sportello SOS Giustizia

Anche a Torino ha preso il via lo sportello SOS Giustizia, un servizio di ascolto, consulenza e accompagnamento delle vittime che Libera ha ideato a livello nazionale e che sta vedendo fiorire diversi punti in tutta Italia.

Grazie a un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo sportello ha aperto negli scorsi mesi in alcune città, per riuscire ad avere dei punti di riferimento che coprissero tutta la superficie nazionale. Libera Piemonte ha creduto fin dal primo momento in questo progetto e ha seguito il percorso nazionale di formazione, per poi riproporlo anche sul territorio regionale.

Già, ma di che tipo di problemi si occupa lo sportello?

Ci capita sempre più spesso di intercettare casi di illegalità di ogni genere, perché i cittadini credono in Libera e nella nostra autorevolezza e serietà. Tuttavia, proprio per serietà, è fondamentale precisare quali siano le competenze specifiche degli operatori di SOS Giustizia e cioè casi di usura (Articolo 644 Codice penale) e casi di estorsione (articolo 629 Codice penale); accompagnamento ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia per il riconoscimento dello status e per tutte le vicissitudini burocratiche che rendono difficili le loro vite.

Libera è tra l’altro stata inserita formalmente nell’Osservatorio Regionale sul fenomeno dell’usura del Consiglio regionale del Piemonte, unica realtà associativa a farne parte, fatte salve le Fondazioni che erogano contributi alle vittime di usura.

Lo sportello ha competenza sulle regioni Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria ed è formalmente attivo il martedì dalle 9.30 alle 13 e il giovedì dalle 14 alle 17.30.

Il numero di telefono dedicato esclusivamente alle attività dello sportello è 011-7576563 (fax 011-7506791, sportellotorino@libera.it).

Per chiunque ne abbia bisogno sarà sufficiente fare una telefonata o mandare una e-mail e prendere un appuntamento con l’operatore.

Come sempre, al di là di questo importante passo avanti che Libera ha deciso di compiere, le nostre orecchie sono sempre pronte ad ascoltare chi voglia fidarsi di noi, pur nella consapevolezza che spesso non abbiamo strumenti adatti a risolvere i tanti casi di ingiustizia che incontriamo nel nostro cammino.

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Fonte: http://liberapiemonte.it

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