Santena, Germano Cini: anno 2012… la cacciata dei barbari

Santena – 31 dicembre 2011 – Di seguito, un contributo inviato oggi al blog da Germano Cini.

Santena, Germano Cini: anno 2012… la cacciata dei barbari

Osservando l’evoluzione della vita politica cittadina, nell’umile ma complicato tentativo di essere informato e consapevole (nulla di più), il rischio di passare questo fine anno sprofondando nella depressione, è serio. Prima di addentrarmi ad analizzarne i motivi, intendo premettere il mio totale rispetto per gli sforzi, l’impegno, la dedizione e il lavoro di chi prova a costruire delle proposte da offrire a questa città indipendentemente dalla condivisione dei fini, dei modi e dei risultati. Così come sono grato a questo blog di saper essere la piattaforma, il contenitore e la piazza virtuale del dibattito in corso. Ed è proprio da qui che mi propongo come unico scopo, non certo quello di distribuire giudizi o consigli ma di provocare e stimolare riflessioni, reazioni, proposte, critiche. Attirare il dibattito fuori dalle private sedi per portarlo in rete, per allargarlo, renderlo pubblico e fruibile a tutte le intelligenze disponibili a interagire e collaborare. E’ la cosiddetta “democrazia digitale” che in giro per il mondo sta liberando e dando speranza a interi popoli, l’onda che può rappresentare anche per noi, la possibile via d’uscita.

Premesso tutto questo, ciò che mi deprime è la sensazione di una città condannata a un destino maledetto, ossia quello dell’assenza, dell’indifferenza, del disimpegno, del niente di nuovo che avanza e che si propone. L’immagine che ne ricevo dalle letture e dai discorsi dei soliti protagonisti è quella che trovi al porto di Napoli quando la sua squadra di calcio gioca la partita di Champions league. Tutto fermo, anche le onde del mare. Sarà veramente così? Si stanno sbattendo per costruire questo cambiamento e come?

I protagonisti delle passate performance amministrative che sono ancora lì nel cerchio di centro campo con il pallone tra le gambe, per quale motivo non si schiodano?
Un po’ tutti i giocatori, da destra a sinistra, si muovono tra queste opzioni:
a) non hanno intenzione di mollare la palla;
b) si sono nascosti o fregati la palla;
c) sono disponibili al turnover ma degli altri;
d) non hanno i piedi per impostare una nuova azione;
e) non trovano nessuno libero a cui passarla.

Badate, per ciò che riguarda le prime, non c’è proprio nulla di nuovo alla solita idea di gestione del potere finalizzata a interessi da dividere in pochi, che è ciò che abbiamo avuto nel recente passato e di cui non mi resta che appellarmi ai miei concittadini affinché rispondano con una sonora bastonata. Le mie attenzioni e preoccupazione sono sulle ultime opzioni, quelle che dovrebbero rappresentare la speranza, perché è in quelle espressioni che si annidano l’incapacità, l’ipocrisia e le resistenze di chi pubblicamente si professa votato del rinnovamento.

Proprio su questo blog come risposta a mie passate richieste di svoltare completamente chiedendo a tutti i precedenti protagonisti un passo indietro, mi è stata contrapposta, Lega in testa, questa attitudine un po’ santenese del fregarsene, di non volersi impegnare, di pensare solo ai fatti propri costringendo addirittura alcuni a sacrificarsi per noi. Abbiate pazienza, ma questa è una stupidata colossale. Una città che ha il fenomeno dell’associazionismo sociale, ricreativo e culturale così sviluppato, molto più di altre realtà, non può soffrire di questa sindrome. Non sarà mica che quei tanti cittadini che intendono dare un po’ del loro impegno al servizio di questa comunità senza pretendere nulla in cambio, ricevono maggior gratificazione nel fare i volontari in Cri o alla protezione civile oppure impegnandosi in associazioni varie come ad esempio gli Amici di Cavour e così via, stando ben alla larga dall’attività politica cittadina?

Penso che sia disonesto giustificare se stessi, la propria incapacità di coinvolgere o addirittura la subdola difesa di posizione chiamando in causa la mancanza di meglio o dell’alternativa.  Vorrei chiedere a tutti quelli che lamentano l’assenza dei giovani, delle donne e in generale di gente nuova, quale persona saggia, mossa esclusivamente dalla propria passione, dai propri ideali, dal suo impegno civico si spenderebbe oggi nel tritacarne politico santenese ad eccezione di chi ci è già finito dentro o chi manovra lo strumento? Se questo è vero come credo, cominciamo a dividere le presunte responsabilità dei santenesi dallo squallore che è andato in scena e che fortunatamente non attrae, non perché non si ami il cinema, ossia la politica, ma perché è pessima la sceneggiatura ed è infrequentabile il casting, anche se tra loro, un paio, non avrebbe meritato la bocciatura. Mi spiace.

Valga per tutti l’esempio del PDL cittadino. Dopo il totale fallimento che ci hanno procurato con la gestione Benny&Co. ancora oggi, leggo che si paragonano alle famiglie nobili del passato e la loro strategia del rinnovamento passerebbe attraverso l’accoppiamento carnale con i boscaioli e stallieri santenesi per rinforzare la razza, ossia il partito. Mamma mia, tutto ciò non vi sembra la rappresentazione di un incubo? Non solo non li sfiora la vergogna di riproporsi (aspettiamo di conoscere la faccia di chi verrà usato) ma intendono anche affidarsi a pratiche falliche per rafforzarsi, come se non bastasse l’abuso inflitto alla città in tutti questi anni. Capisco la metafora, ma a questo punto faccio veramente fatica a dissociarla dalla realtà e spero che quegli stessi boscaioli e stallieri santenesi (se non vi spiace, ci metterei anche qualche fabbro) siano lì ad aspettarli davanti ai seggi elettorali, caldi il giusto, per onorare fino “in fondo” la loro civica missione.  Ironia a parte, la politica nella nostra città vanta lunghissimi anni di napalm cosparso sulle nostre coscienze che hanno raso al suolo anche il più radicato entusiasmo, demolito l’idea dell’impegno civico, lasciando, in questo modo, campo libero all’invasione dei barbari.

Eccoci giunti nell’epicentro del problema e di conseguenza anche alla più difficile delle soluzioni. Bisogna cacciare i barbari. La priorità di tutti i partiti e dei movimenti che a essi si ispirano è liberare il campo da questi ingombri, da queste presenze, avviando un lavoro di bonifica ambientale, culturale e ideale per ridare autorevolezza e credibilità alla politica. Tutti coloro che non vanno in questa direzione ci raccontano solo BALLE e da ciò che si legge e si sente un buon numero di costoro, di cui è bene non scordarsi sia il nome sia la faccia, li troveremo ancora in campo in squadre con i simboli più fantasiosi che conterranno la parola “nuovo, futuro, rinnovamento” e cosi via. Capite che razza di cambiamento si stanno organizzando, quella della maglietta.

Mi rendo conto che è difficile chiedere ai nostri politici locali di promuovere rinnovamenti così radicali che coinvolgono anche loro stessi, è come chiedere ai capponi di organizzare il pranzo di Natale, ma sono un inguaribile ottimista con una certezza, che non tutti sono barbari e che questo è l’ultimo appello per dimostrarlo nei fatti. Serve una città con un ricambio d’aria pulita, indispensabile per far rivivere una politica capace di attrarre, di appassionare, di generare speranze, quella pratica esaltante per cambiare e modificare le cose sentendosi positivamente utili e non solo negativamente coinvolti. Se così sarà, sono convinto che i santenesi non si tireranno indietro.

Cari internauti….come la pensate?

Scrivete a questo blog, oppure se non gradite la pubblicazione alla seguente mail: societacivilesantena@gmail.com

AUGURI DI BUON 2012.

Un cittadino

Germano Cini

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Fonte immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/Sarcofago_di_Portonaccio

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