Santena, Laria, la situazione illustrata da Marco Bosio, Fillea Cgil

Santena – 14 gennaio 2012 – “Prima di tutto il lavoro”; questo il tema del dibattito organizzato alla scuola media, ieri sera, dalla lista civica Santena Cambia. Di seguito, l’intervento di Marco Bosio, della Fillea Cgil, incentrato sulla vicenda della Laria, stabilimento di strada Vecchia Chieri che ha chiuso i battenti, con i lavoratori trasferiti nell’astigiano, a Castello d’Annone.

La serata è inizia con un minuto di silenzio in memoria della recente improvvisa scomparsa del santenese Ugo Boni, sindacalista Cisl. Marco Bosio ha iniziato così il suo intervento: «Mi sento di ringraziare tutti per il pensiero che avete avuto per Ugo Boni, fratello di Dario, segretario generale della Fillea Cgil di Torino. Il ringraziamento che vi faccio  è sentito e Dario avrebbe voluto farvelo di persona. Questa sera Dario doveva intervenire lui al dibattito; oltre a essere il segretario generale della Fillea Cgil di Torino è stato un lavoratore della Laria e ha vissuto in prima persona le problematiche dello stabilimento Laria di Santena. Io ho seguito la Laria dal 2009 ad agosto del 2010, quando c’è stato il trasferimento di tutti i lavoratori presso stabilimento di Castello d’Annone».

«La Laria – ha proseguito Marco Bosio – evidentemente è una di quelle fabbriche che la crisi ha colpito se vogliamo in una maniera più pesante di altre aziende. Però non mi sembra che si possa dire che il suo declino sia colpa solo della crisi. La proprietà, nel tempo, sicuramente non ha fatto i necessari investimenti, ma ha preferito delocalizzare all’estero. In realtà invece di costruire un nuovo stabilimento in Tunisia, a Sfax, vi sarebbe stata la necessità di investire su macchine e prodotti nei due stabilimenti di Santena e Castello d’Annone, per essere più incisivi sulle produzioni in modo per poter reggere il mercato che dal vecchio klinker si era orientato sul gres porcellanato».

Marco Bosio ha aggiunto: «Sicuramente la crisi della Laria non è dovuta solo ed esclusivamente alla crisi del settore piastrelle o laterizi in generale. È dovuta anche a una scelta sbagliata, che si è rivelata non vincente, della proprietà Laria di localizzare la produzione all’estero. La crisi economica mondiale ha portato la Laria alla situazione attuale. Come organizzazione sindacale queste cose le abbiamo sempre fatte presenti, in tutti i tavoli, con la proprietà come con le istituzioni. Da ultimo, mi ricordo che abbiamo combattuto insieme, spalla a spalla, con il Comune e con la Regione, perché la Laria aveva intenzione di ottenere il cambio di destinazione dei terreni  del sito santenese e cederli a una società per costruire un mega outlet. Una operazione che probabilmente aveva l’obiettivo di reperire fondi per costruire il nuovo stabilimento in Tunisia. Abbiamo fatto di tutto con le istituzioni per cercare di evitare che questi terreni subissero cambi di destinazione fino a che non si fosse trovata una soluzione per i lavoratori del sito di strada Vecchia Chieri. Questo ha fatto sì che, nonostante la chiusura del sito santenese, nessun lavoratore abbia perso il posto di lavoro. Infatti tutti i 37 lavoratori che erano a Santena sono stati ricollocati nello stabilimento di Castello di Annone».

Il sindacalista della Fillea Cgil ha aggiunto: «La notizia di oggi è che la Laria, per lo stabilimento di Castello di Annone, ha inoltrato alla Regione Piemonte la richiesta di otto mesi di nuova cassa in deroga, per tutti gli 87 dipendenti, a partire dal 30 gennaio 2012.Questo significa che la situazione vissuta dal sito Santena si ripropone ora in quello che è oggi l’unico stabilimento dalla Laria. Nell’astigiano la fabbrica ha un forte potenziale di produzione di materiale che non viene pienamente sfruttato. Secondo noi è chiaro che la proprietà coltiva il disegno di abbandonare la produzione in Italia per fare del sito astigiano un centro commerciale di materiale prodotto in Tunisia. La grave crisi che sta vivendo il nord Africa ha minato la realizzazione di queste intenzioni e il risultato è una nuova richiesta di nuova cassa. La cassa integrazione ordinaria scadrà il 28 gennaio e l’incontro all’Unione industriale per discutere del futuro della Laria è calendarizzato per mercoledì 18 gennaio 2012».

«In tutto la Laria oggi conta su 87 dipendenti – spiega Marco Bosio –. Gli amministratori di Castello di Annone, come quelli di alcuni Comuni vicini, in questi giorni hanno cercato di contattare il titolare per avere informazioni in merito al futuro dei lavoratori. Sinora il titolare non si è fatto trovare. E’ appena il caso di ricordare che dietro gli 87 lavoratori ci sono altrettante famiglie che, considerata la situazione, nutrono forti preoccupazioni per il futuro.  Io penso che il titolare non potrà continuare a nascondersi. Da parte nostra continueremo a incalzarlo in tutte le maniere, sino a  che non potremo arrivare a un incontro. Speriamo che, insieme ai Comuni e alle istituzioni, il confronto possa partire e, tutti insieme, si possa lavorare per individuare una soluzione rispetto ai problemi che si sono avuti in passato nello stabilimento di Santena e che oggi, purtroppo, si stanno ripresentando nella identica maniera per il sito di Castello d’Annone».

In chiusura Marco Bosio  ha ricordato che la costruzione del nuovo stabilimento in Tunisia «dalla proprietà era stata presentata e giustificata come un investimento che non toglieva in nessuna maniera sostanza e denaro agli stabilimenti di Santena e Castello d’Annone. Poi Santena ha chiuso e Castello D’annone è ora in crisi. Evidentemente non è andata e non sta andando come la proprietà ci aveva prospettato. Se oggi siamo in questa situazione è perché in qualche maniera gli investimenti sono stati fatti solo nel nuovo stabilimento a Sfax, in Tunisia».

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