Santena, Belconn gomma & cavi, intervista a De Paolo e Coniglio

Santena – 26 febbraio 2012 – Sabato 25 febbraio, ore 10,15. Davanti ai cancelli della Belconn gomma & cavi, un camion polacco, senza carico, ha appena lasciato lo stabilimento. L’ad Mario Da Re, terminato il confronto con gli operai, entra in stabilimento. Enrico De Paolo, Filctem Cgil  e Ilario Coniglio Rsu commentano l’accaduto.

Enrico De Paolo, sindacalista Filctem Cgil, afferma: «Come abbiamo detto nell’ultimo tavolo convocato dalla Regione Piemonte per affrontare la situazione della Belconn gomma & cavi, noi abbiamo assoluta necessità di conoscere nel dettaglio il piano industriale.  In questi giorni sta circolando una voce secondo cui ci sarebbe un nuovo piano industriale, diverso da quello  presentato a suo tempo. Noi abbiamo bisogno di chiarezza rispetto ai tempi e ai lavori di avvio del piano industriale. Abbiamo bisogno di chiarezza sul futuro industriale di questo stabilimento. Il tempo è scaduto, basta parole ora devono partire i fatti.

Enrico De Paolo aggiunge: «Abbiamo bisogno di chiarezza anche in merito alla società inglese  Huddlerson & co limited, con sede a Londra, in Canada Square, 25. Abbiamo bisogno di capire chi c’è dietro alla Huddlerson. Sempre durante l’ultimo incontro in Regione lo stesso Ad Mario Da Re affermò che neanche loro sapevano chi ci fosse dietro a tale società. Quanto riferito oggi davanti ai cancelli dall’amministratore delegato Mario Da Re e cioè l’aver posto mano agli assetti societari è una notizia positiva: ora attendiamo sviluppi».

«Rispetto alla vicenda di oggi e cioè al tentativo di portare via dal sito produttivo santenese alcuni macchinari – spiega Ilario Coniglio, Rsu Filctem Cgil – si tratta di un episodio che si commenta da solo. Abbiamo sempre chiesto all’azienda di informarci su eventuali movimenti. In proposito non ci hanno detto nulla; i delegati hanno scoperto quanto accadeva per caso. Alla fine con il presidio di due giorni abbiamo ottenuto il risultato di far scaricare le macchine che erano già sul camion pronte per prendere la strada della Polonia. Anche se le macchine caricate non servivano per far ripartire la produzione alla Belconn si tratta di una questione di principio. Sino a che non c’è un inventario di tutte le attrezzature, dove si possa capire che tipo di macchine sono e di chi è la proprietà,  dalla fabbrica non uscirà proprio nulla. Abbiamo sempre chiesto alla direzione di venire informati su eventuali spostamenti: vogliamo conoscere le cose per poter dire la nostra in merito. Per ora questi macchinari restano in azienda. Come ha detto l’ad lo spazio non ci manca. Se queste attrezzature non potranno essere impiegate nel piano industriale evidentemente daremo l’assenso al loro spostamento. Il tutto però dovrà avvenire con la massima informazione e non di nascosto come hanno tentato di fare in questi giorni».

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