Andezeno, domenica 27 maggio, a cascina Tario incontro con Agnese Moro

Andezeno – 23 maggio 2012 – Si chiudono gli incontri promossi dal comitato “Quale unità d’Italia?” con la voce di una testimone del nostro tempo, della storia recente d’Italia: Agnese Moro. L’appuntamento è per domenica 27 maggio 2012, a Cascina Tario – in via Tario, 18 –, ad Andezeno, con inizio alle ore 17,30.

All’incontro con Agnese Moro seguirà, alle ore 20, la cena; occorre prenotarsi ai numeri 338-1689432, 338-0447930. Alle ore 21 è previsto un concerto con il quintetto di ottoni Pentabrass del Teatro Regio di Torino. Compongono l’ensamble i musicisti: Ivano Buat (tromba), Marco Rigoletti (tromba), Natalino Ricciardo (corno), Vincent Lepape (trombone), Paolo Bertorello (tuba). Il quintetto svolge regolarmente tournée in Italia e all’estero. I Pentabrass si sono conquistati una fama internazionale con l’esibizione al Conservatorio Reale di Bruxelles davanti alla famiglia Reale Belga. In caso di pioggia incontro e concerto si terranno presso il Salone polivalente di Andezeno.

Agnese Moro è una delle figlie dello statista Aldo Moro: politico aperto ed attento ai cambiamenti della società,  venne  rapito a Roma in Via Fani dalle Brigate Rosse il 16 marzo del 1978, poi tenuto prigioniero e sottoposto  ad una sorta di “processo”. Venne sostanzialmente abbandonato dallo Stato e dalle istituzioni di cui era stato fino ad allora voce autorevole; il governo, presieduto da Giulio Andreotti – ministro dell’Interno era Cossiga – si rifiutò di mettere in atto alcuna iniziativa di trattativa con i terroristi. Il corpo di Moro venne fatto trovare, 55 giorni dopo, in Via Caetani, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa. Era il 9 maggio 1978.

“L’affare Moro”, oggetto di inchieste, libri, film, è ancora oggi una pagina oscura della storia italiana degli anni Settanta. Il Novecento, il “secolo breve”, nel nostro Paese è pieno di uccisioni, di agguati, di colpevoli non trovati. Soprattutto, mancano spesso i mandanti di troppi, inquietanti misteri italiani.

Agnese Moro, socio-psicologa, giornalista, ricorderà il padre, soprattutto nella dimensione privata, e parlerà della necessità di fare memoria, in primo luogo per i giovani che quegli anni non li hanno conosciuti. Sul padre Agnese ha scritto un libro, “Un Uomo così”, in cui racconta episodi che rimandano l’immagine di un uomo schivo, anche un po’ buffo. Un padre che sceglieva di andare al mare vestito in giacca e cravatta, perché non bisognava mai lasciarsi andare, essere sciatti, quando si rappresentava gli Italiani. Una persona “normale”, grande lavoratore, profondamente attaccato ai suoi studenti; durante la sua prigionia arrivò addirittura, in una delle note fatte pervenire dai carcerieri, a scusarsi con i suoi studenti perché non avrebbe potuto completare il corso. Il dramma dell’uccisione di Aldo Moro fu lacerante anche per la sua famiglia. Agnese Moro parlerà, nell’incontro a Cascina Tario di “riconciliazione”. Com’è possibile perdonare, riconciliarsi con i responsabili di fatti così violenti e brutali? Quanta forza ci vuole per non odiare? Il messaggio che arriva da questa donna, che incontra moltissimi giovani in tutta Italia parlando di riconciliazione e di impegno per la democrazia, può aprire altri spiragli di lettura in tempi (come questi) di buio e di crisi.

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