Chieri, Fuori luogo, disegni, collages…di Guido Persico

Chieri – 22 ottobre 2012 – “Fuori Luogo”: questo il titolo  dell’esposizione di disegni, collages… dell’artista chierese Guido Persico, nello spazio autogestito, in via Cesare Battisti 14, a Chieri, dal 27 ottobre al 10 novembre 2012. L’inaugurazione è prevista sabato 27 ottobre, alle ore 17,30.  La mostra, dal lunedì al venerdì  è aperta dalle ore 18 alle 19,30; il sabato e la domenica, dalle ore 11 alle 12,30 e dalle ore 17 alle 19,30. Di seguito, la presentazione dell’iniziativa con un testo di Marcello Salvati.

Ottobre 2012

FUORI LUOGO

Una vecchia bottega deserta… libera da ogni suppellettile… un “cantiere” all’abbandono… luogo di una memoria manuale destinata all’oblio… ritrova vigore tra i chiaroscuri di una città culturalmente vigile, ricostruendo se stessa in una inconsueta dimensione. Accogliendo tra le sue mura le fantasie di un artista interessato ad esporre le sue opere anche in contesti fuori dal comune.

Non per meravigliare ed impressionare, ma perché la sua arte è fatta di gesti pazienti e quotidiani… di mostre personali in spazi atipici: centri sociali… librerie… chiese sconsacrate… ex scuole medie… luoghi accessibili a chiunque sia portatore sano di curiosità. Un pubblico il più eterogeneo possibile… culturalmente e socialmente parlando.

Un’arte a disposizione di tutti, realizzata da sapienti incastri a ricostruire e demolire… in egual misura… un linguaggio personalissimo… fortemente simbolico… necessario a comporre una impalcatura segnica in continuo divenire… un cantiere freneticamente attivo di racconti istintivi…. incompiuti… in essere… che non concludono un percorso ma additano quello successivo e tracciano un diario di viaggio che ha come meta il viaggio stesso.

Guido è un viaggiatore con il mestiere in mano che si costruisce i propri mezzi con cui viaggiare. Come i meccanici… i falegnami… i muratori… i ceramisti è portatore di una memoria del saper fare che nella nostra società, accerchiata e sopraffatta da social network e reality della peggior specie, rischia di diventare superata… obsoleta… come antiquato è invitare delle persone in una officina abbandonata per parlare con loro d’arte… senza l’intermediazione di un computer o di un Iphone o di un qualunque supporto digitale!

Questa esposizione appare… infatti… un pochino fuoriluogo. Un teatro dell’anima e del pensiero. Estraniante ma assolutamente necessario per comprendere le motivazioni (emozionali… sentimentali… razionali) che hanno condotto alla genesi delle opere di Guido Persico. Lavori apparentemente semplici ma dalla complessa filosofia e filologia. Un linguaggio strutturato in segni e materiali ben evidenti… intimi scrigni.

Si possono dare giudizi positivi o negativi al lavoro di Guido Persico. Può non piacere… è assolutamente lecito… oppure ci si può esaltare… ma è certo non ti lascia indifferente. Pareti affaticate dall’umano lavoro a contenere carte che si sovrappongono come fondamenta o come pagine di un libro dell’umana avventura, attraverso segni e materiali che tracciano indizi, essenziali a decifrare le storie contenute e farsele proprie.

Ricapitolando… una vecchia officina… carte… segni… cenere. Cenere? Ma quale tipo di cenere?

Qui potremmo fantasticare su diversi ambiti di pensiero. Quello di cattolica memoria: cenere sei e cenere ritornerai, oppure navigare tra le più disparate canzoni che l’utilizzano per descrivere un amore finito, o ancora interpretare la psicologia dei sogni e leggere un segnale di caducità, di perdita, di fine.

Personalmente preferisco pensare, per l’utilizzo della cenere come materiale/colore che forma un pensiero, al mito della Fenice: l’uccello leggendario che risorgeva dalle proprie ceneri riconquistando una nuova vita.

La cenere costituisce nelle opere di Guido Persico il significato di un nuovo punto di partenza, un’occasione per liberarsi del passato e affrontare il futuro con rinnovata energia… cambiare vita… fuori da ogni luogo comune. Fuori anche da un’arte contemporanea spesso succube di se stessa e incapace di produrre nuova linfa in quanto rinchiusa nella propria autocelebrazione.

Guido Persico è un artista che, come la Fenice, ha la capacità di ricrearsi trovando sempre, le opportunità per sperimentare le conoscenze acquisite e tradurle in opere dai linguaggi artistici inusuali.

Marcello Salvati

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