Santena, intervista ad Aldo Gatti, architetto, componente la commissione edilizia

Santena – 4 novembre  2012 –  Di seguito una intervista ad Aldo Gatti, architetto, al terzo mandato in commissione edilizia.

Come si è aperta la seduta di insediamento della nuova commissione edlizia?

«Nella prima riunione della commissione ci siamo presentati, abbiamo ragionato sui paletti da mettere per cercare di intenderci sui criteri da adottare nel momento che esaminiamo tutte le domande. In sostanza ci siamo dati e abbiamo condiviso le regole generali che andranno applicate a tutte le pratiche. E’ importante muoversi in modo omogeneo  e adottare un metodo di lavoro coerente, di fronte alle diverse pratiche che dobbiamo esaminare.  Tutte devono avere medesimo trattamento».

In un anno quante pratiche esamina la Commissione edilizia?

«La commissione edilizia dovrebbe riunirsi almeno una volta il mese e così in genere avviene. Teniamo una decina di sedute l’anno. La crisi economica ha comunque portato una riduzione delle pratiche edilizie. Non solo arrivano meno richieste, ma qualcuno non viene neanche a ritirare il permesso di costruire dopo che è stato approvato. In sostanza la crisi economica ha portato un rallentamento dell’attività edilizia. Per i Pec poi gli imprenditori per partire con il cantiere aspettano di avere un buon numero di prenotazioni. In sostanza vendono sulla carta e nel momento in cui le richieste raggiungono un buon numero allora si apre il cantiere. Altre volte ancora si vende il terreno con tanto di progetto approvato».

La Commissione edilizia è un luogo di potere cittadino?

«Per quella che è la mia esperienza è vero che la gente pensa che i componenti la commissione  edilizia abbiano potere, ma nella realtà dei fatti non è così. Anzi si tratta di un convincimento del tutto falso. Nella commissione edilizia ci sono tecnici e non ci sono amministratori e i politici non possono partecipare ai lavori. Le sedute sono guidate dal capo dell’ufficio tecnico l’ingegner Falabella e verbalizzati dal geometra Cottini dell’ufficio tecnico».

Come si svolgono i lavori della commissione edilizia?

«In questi anni abbiamo sempre cercato di far prevalere il buon senso. Di volta in volta valutiamo le pratiche, le indicazioni della normativa e del piano regolatore comunale cittadino. Sempre basandosi sulle regole si procede a riportare sui giusti binari i progetti che a volte possono avere bisogno di ritocchi e aggiustamenti. Salvo rarissimi casi, in genere i progetti non vengono mai bocciati. Succede invece che per essere approvati alcuni progetti hanno bisogno di più passaggi in commissione. A volte progettisti e proprietari cercano scorciatoie o presentano interpretazioni al limite della normativa che vanno corretti. Anche in questa prima seduta della commissione abbiamo affrontato una pratica già vista in precedenza. Dopo avere ricevuto via libera per una ristrutturazione e il recupero per un edificio storico ora è arrivata la richiesta di demolizione e ristrutturazione. Una richiesta che la commissione ha interpretato come un escamotage rispetto al permesso ricevuto in precedenza».

In commissione edilizia sono mai arrivate richieste più o meno indecenti?

«No, non sono mai arrivate richieste indecenti o che non stavano in piedi. E comunque verrebbero bloccate sul nascere»

Ci sono mai stati in questi anni ingerenze dei politici locali?

«No. E io sono al mio terzo mandato. Sono in commissione edilizia ininterrottamente dal 2002 sino a oggi. E ora ho iniziato il mio terzo mandato. In questi anni ho potuto compiere una esperienza significativa e di rilievo a livello professionale».

Come è cambiata la commissione edilizia negli anni?

A Santena il livello dei componenti è comunque sempre stato buono e adeguato. Così è anche per la commissione che si è appena insediata: ci sono molti elementi giovani con una preparazione di base adeguata. Inoltre le competenze mi sembrano ben distribuite».

Negli anni indietro pochi studi professionali presentavano gran parte delle pratiche edilizie. E’ ancora così?

«In effetti nel passato è vero che tanti progetti arrivano tutti da pochi studi, anzi direi che per un certo numero di anni  l’80 per cento di progetti arrivava da un solo studio cittadino. Poi, fortunatamente, la situazione è mutata: oggi sul mercato ci sono molti più studi e professionisti e inoltre, alcuni progetti arrivano da professionisti esterni a  Santena. E’ un segno positivo; il mercato si sta aprendo anche verso l’esterno».

Quando un progetto viene discusso in commissione edilizia quali possono essere gli esiti?

«Il parere può essere negativo e il progetto viene bocciato: come detto capita raramente. Il progetto può venire sospeso; questo significa che va ripresentato dopo averlo modificato in alcune sue parti. Il parere può essere favorevole. Il parere può anche essere favorevole, ma condizionato; in tal caso non ripassa più in commissione ma occorre che sia integrato con la documentazione o le pratiche mancanti».

In questi anni sono arrivate pressioni da parte di progettisti, proprietari o imprenditori?

«Una qualche forma di pressione a volte c’è. Gli imprenditori fanno pressione per velocizzare l’iter della pratica, oppure insistono per evitare correzioni del progetto che comportano una maggiorazione dei costi con maggiori spese.  Nella stragrande maggioranza dei casi la richiesta che arriva dalla commissione edilizia è di integrare il progetto, per lavori ulteriori, o di procedere con sondaggi che certo comportano un costo maggiore. A volte possono essere necessarie più sedute di commissione per arrivare al via libera. In passato alcune ditte – ad esempio al Lenti Rugger e la Prodit Engineering – ci hanno fatto chiaramente intendere che se il progetto non avesse avuto via libera in tempi brevi avrebbero preso in considerazione l’ipotesi di ricollocare le aziende. Si tratta di forme di ricatto che abbiamo sempre respinto e non abbiamo mai accettato. Alcune volte è invece successo che le ditte abbiano partecipato con i propri progettisti alle sedute della Commissione per presentare compiutamente il progetto e le ragioni che stavano alla base delle opere chieste: dopo avere illustrato il progetto hanno lasciato i lavori e la commissione ha discusso e deciso in merito. Questo ci sta e serve a risolvere possibili incomprensioni progettuali. Comunque in tutti gli anni dei miei precedenti mandati non ho mai ricevuto telefonate interessate da proprietari, da  imprenditori o da amministratori per caldeggiare qualche progetto edilizio».

Come viene condotta in commissione edilizia la battaglia per fermare il consumo del suolo?

«Negli ultimi anni è senz’altro aumentata la sensibilità dei progettisti e degli imprenditori edili: il principio di limitare il consumo di suolo  in commissione edilizia è un bagaglio acquisito.  Prima di cementificare e impermeabilizzare nuovi terreni tutti hanno presente la necessità di ristrutturare gli edifici esistenti. Per contro si sa anche bene che l’attività edilizia non può essere bloccata perché rappresenta un volano dell’economia e costituisce ossigeno per le casse comunali. Occorre considerare che attorno ai cantieri edili ruota un indotto non indifferente».

In questi anni il livello qualitativo dei progetti è salito?

«Questo è un problema importante per la Commissione edilizia. Alcune volte ci siamo espressi sulla qualità dei progetti che venivano presentati. Certo si tratta di un terreno un po’ minato. Faccio un esempio, nel centro storico dovremmo riuscire a vietare i serramenti di alluminio: in passato non sempre è successo. In questi ultimi anni è comunque cresciuta ed è andata sviluppandosi  una maggiore sensibilità.  Diciamo anche che certe volte qualche professionista sembra avere perso un po’ il concetto del buon gusto nella progettazione. Chiaramente  l’estetica è talmente varia che non sempre i canoni sono chiari a tutti e poi ogni professionista ha i suoi “pallini”. E’ anche vero che davanti a progetti un po’ strambi la commissione si è sempre pronunciata in modo unanime, chiedendo opportune modifiche, fornendo indicazioni e consigli ai professionisti».

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