Santena, Patrizia Borgarello racconta il confronto con la Prodit Engineering

Santena – 17 novembre  2012 – Patrizia Borgarello, consigliere comunale, capogruppo di Noi x Santena, gruppo di minoranza, in questa intervista racconta l’incontro, a porte chiuse, avvenuto tra gli amministratori e la Prodit Engineering, in merito alla commessa per la realizzazione di un campus, della durata di dodici mesi, che accolga mille studenti libici.

Che impressioni ha avuto nell’incontro con la Prodit Engineering?

«Si tratta di una ditta che sta lavorando per acquisire una commessa importante – spiega Patrizia Borgarello –. Dopo la “primavera araba” in qualche modo i governi e le economie si stanno rimettendo in moto: la commessa per la ditta santenese è considerata una opportunità da non perdere. Dopo la fine della dittatura la Libia tenta la rinascita».

In cosa consiste la commessa?

«Ci hanno detto che si tratta di un corso di formazione, rivolto a mille studenti libici che hanno concluso il ciclo delle superiori.  Da quel che ne so io per cercare formazione la Libia ha avviato contatti con mezza Europa. Quello che ci lascia un po’ perplessi è che il progetto sia tutto mirato alla commessa senza prospettive ulteriori. Nella sede aziendale si intendono costruire strutture per accogliere mille persone da utilizzare per un anno. Nel perimetro dell’azienda si intende sistemare mille libici, tutti insieme. Un decimo della popolazione santenese concentrata in pochi metri. Una roba senza precedenti non solo per la nostra città. In consiglio comunale io, come altri, ho chiesto alla ditta una serie di  informazione  su alcuni aspetti relativi ai servizi, alla sicurezza, agli aspetti sanitari previsti per questo insediamento: i rappresentanti della Prodit Engineering sono stati parecchio vaghi. Ho chiesto anche conto degli aspetti relativi a energia, acqua e riscaldamento e fognature: anche lì non sono arrivate indicazioni certe, mi è stato riferito che già oggi gli allacciamenti ci sono. Ma oggi la ditta conta su cento addetti, quasi tutti in cassa, da anni. Se arriveranno mille persone la cosa – è evidente a tutti – sarà ben diversa».

La ditta ha spiegato che tipo di formazione verrà condotta?

«La Prodit Engineering ha spiegato che fa questo mestiere da sempre e che hanno docenti preparati. Rispetto ai formatori non hanno riferito dati sulla loro provenienza. Hanno sostanzialmente ribadito che il loro lavoro, la loro “missione” è fare formazione».

La Prodit Engineering ha convinto voi amministratori?

«Non è una questione di convinzione o non convinzione. Si è trattato del primo incontro dove la ditta avrebbe avuto il dovere di riferire quante più notizie possibili a noi amministratori per darci il modo di decidere. Io ho solo capito bene che la ditta sta facendo di tutto per aggiudicarsi la commessa. Nell’arrivo di questo cosiddetto campus non vedo però nessuno utilità per la città di Santena. E anche sulle ricadute occorrerà valutare bene. Io non penso che gli amministratori possano imporre alla ditta fornitori più o meno locali. Certo l’arrivo di mille persone farà partire un indotto, ma che le ricadute siano locali sarà tutto da vedere. Senza pensare che il progetto è per dodici mesi: poi tutto finirà e si tratterà di riportare le condizioni alla situazione precedente».

Invece di ospitare i mille studenti tutti nella sede aziendale non si poteva ipotizzare sistemazioni in più luoghi?

«Naturalmente questo è stato chiesto da molti di noi. La ditta ha risposto che non è possibile perché i costi aumenterebbero e sinora non sono riusciti a trovare siti idonei. E poi esiste il problema delle gestione dei trasporti per mille persone per farli arrivare dalle strutture di residenza fino alle aule di formazione del campus. La ditta ha riferito di avere compiuto ricerche in questa direzione, senza esito».

Quali sono i tempi che si prefigurano per questa vicenda?

«Momento, momento. Qui il problema non sono i tempi: il problema è un altro. Se si sceglie la strada della conferenza dei servizi significa che gli amministratori sono d’accordo con i desiderata dalla ditta Prodit Engineering. A livello politico amministrativo occorrerà quindi prendere una decisione prima dell’avvio della conferenza di servizi. Sinora il sindaco e la sua maggioranza non si sono ancora espressi perché giustamente stanno compiendo tutta una serie di riscontri. Dopo che avrà sentito ministeri, ambasciate, presidenza del consiglio, provincia regione e altri enti ancora io penso che la maggioranza di Essere Santena arriverà a una qualche decisione che andrà presentata in consiglio comunale. L’intero consiglio comunale sarà chiamato a confrontarsi per arrivare a una decisione sul futuro del progetto del campus. Vorrei anche ricordare che sul progetto la Provincia e la Regione potrebbero avere anche posizioni diverse. Per dar modo alla ditta di partecipare alla commessa servirà il via libera al progetto di insediamento temporaneo di mille persone: vorrei anche capire chi è il soggetto titolato ad accendere il semaforo verde di questa operazione. E in tutto questo il Comune dovrà ben avere una voce in capitolo: non penso basti adeguarsi ai desiderata degli altri enti».

Ci sono state altre indicazioni arrivate dalla Prodit Engineering?

«La ditta ha detto chiaramente che senza questa commessa non è nelle condizioni di risollevarsi: oggi gran parte degli addetti sono in cassa, ormai da anni. Non hanno però voluto fornire il quadro economico che sta dietro la commessa. Noi amministratori non volevamo sapere i margini di utile previsti per la Prodit Engineering: ci interessava sapere i termini generali dell’operazione. La ditta su questo non ha detto nulla, trincerandosi dietro questioni di riservatezza e tirando in ballo il rischio di impresa. Io mi sarei aspettata un atteggiamento diverso: se chiedono a noi amministratori collaborazione dovrebbero avere massima trasparenza. Certo hanno spiegato che si tratta di un progetto serio e che hanno avviato tutta una serie di contati con Ministeri e ambasciate. E ci mancherebbe…».

Ci sono altri aspetti  dell’incontro da riferire ai cittadini?

«Sì. Intanto non ho capito tutta questa urgenza che mette la ditta nell’avere risposte. Restano inoltre ben presenti le perplessità legate al concentrare in pochissimo spazio mille persone: un’area all’interno del sito di un’azienda privata: aspetti che non vanno sottovalutati».

Come siete usciti dalla riunione?

«Molto semplicemente ho ribadito che sul progetto campus la mia posizione personale è scettica, molto scettica.  A Santena governa un sindaco con la sua maggioranza e Noi x Santena è all’opposizione. Il sindaco e la maggioranza sono chiamati a decidere sul da farsi. La maggioranza arrivi con una posizione, noi porteremo in sede di consiglio le nostre considerazioni e il consiglio si esprimerà. Più o meno le ragioni della ditta le abbiamo capite e sono facilmente comprensibili. Quello che devo ancora capire è quali benefici ne potrebbero arrivare ai santenesi con il progetto campus. Torno a ripetere: insediare per un anno mille studenti libici in qualche decina di container più o meno confortevoli è una roba da non sottovalutare, anzi che va presa maledettamente sul serio. Anche perché di esperienze simili precedenti non è che ve ne siano molte. Innestare nel tessuto cittadine mille giovani libici con una cultura del tutto diversa dalla nostra è una cosa che non può essere sottovalutata: farlo sarebbe da irresponsabili».

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