Omelia dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia a conclusione dell’anno civile

Torino – 1° gennaio 2013 –  Di seguito, l’omelia dell’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, pronunciata alla Consolata, il 31 dicembre 2012, alle ore 17.

CONCLUSIONE DELL’ANNO CIVILE

Omelia dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia

(Torino, Consolata 31.12.2012 ore 17)

“Te Deum laudamus, te Dominun confitemur”.
Noi Ti lodiamo, o Dio, e ti proclamiamo Signore.

mons cesare nosigliaCosì inizia il canto che tra poco innalzeremo al Signore per ringraziarlo dell’anno trascorso. Un anno di grazia, perché ci ha dato la vita e tanti benefici spirituali e materiali, di cui abbiamo usufruito.

Che cosa potremo dare in cambio a Colui che ci ha così tanto amato da farsi uno di noi, vivendo la nostra stessa esperienza, dalla nascita alla morte, con tutte le sue fasi di gioia e di dolore, di amore e di odio, di famiglia e di lavoro, fino alla morte? Lui non chiede niente, se non di essere amato, perché è per amore che crea e per amore che ha dato la vita del Figlio suo Gesù Cristo nostro Salvatore.

Con queste sentimenti di fede e di rendimento di grazie vogliamo ripercorrere l’anno trascorso per sottolinearne alcuni momenti forti in cui si sono manifestate la bontà e la misericordia del nostro Dio.

Anzitutto, desidero ringraziare il Signore per l’ordinazione di un sacerdote e recentemente di nove diaconi. E’ stato un anno veramente di grazia, in questo senso, e oggi diverse comunità parrocchiali possono usufruire del ministero di questi giovani con grande vantaggio della pastorale e in specie di quella giovanile.Di questo risultato dobbiamo anche ringraziare quanti pregano e si adoperano, in Diocesi, per la pastorale vocazionale, in particolare il Seminario con i superiori, i docenti e gli animatori del Seminario Maggiore e Minore.

Un altro fatto assai positivo è stato l’avvio dell’Anno della fede, che ha visto tante persone, laici e giovani in particolare, impegnati e partecipi della celebrazione del 18 Novembre scorso. Voglia il Signore continuare a suscitare disponibilità ed impegno per testimoniare ogni giorno il suo amore in ogni ambiente di vita e di lavoro, che vede la presenza attiva di cristiani. La luce del Natale illumini la vita e le opere di ogni cristiano che vive e opera nella nostra comunità diocesana e civile affinché tutti possano trovare la strada che conduce al Signore e riconoscerlo come Salvatore.

Un terzo motivo di grazie è la Visita pastorale, che continua, di settimana in settimana, ed offre al mio ministero di Vescovo uno dei momenti più belli e ricchi di umanità, amicizia, fede e comunione ecclesiale. La visita permette alle comunità di verificare il loro cammino, sulla scia di quello diocesano, e di consolidare quella comunione indispensabile per un’azione incisiva e forte di missionarietà sul territorio.

L’intera Diocesi si avvale di questo evento in quanto la crescita di una comunità favorisce quella delle altre e cementa il comune impegno di diventare Chiesa.

Ancora desidero ricordare l’Assemblea ecclesiale, che ha dato il via al Programma pastorale dell’anno in corso promuovendo una significativa riflessione sul Battesimo e l’evangelizzazione dei genitori nei primi anni di vita dei figli. La viva partecipazione è interesse sul tema lascia ben sperare in un forte rinnovamento della pastorale relativa a questa prima tappa della iniziazione cristiana che vede come protagonisti ,oltre che ai bambini, i loro genitori i padrini e i nonni e l’intera comunità cristiana con i suoi sacerdoti e catechisti.

Il rinnovo dei Consigli diocesani quello presbiterale e quello pastorale partecipazione e l’avvio della Scuola diocesana di formazione degli operatori pastorali permetteranno di rendere concreto l’impegno della comunione sul piano delle singole realtà locali e nei diversi ambiti pastorali, che necessitano di maggiore armonia e collaborazione.

Anche il Sinodo dei giovani, iniziato insieme all’anno della fede sta dando i suoi frutti nei gruppi e nelle comunità. Diverse sono le esperienze in atto mediante le quali i giovani credenti si impegnano ad approfondire la loro fede in Cristo, a vivere nella comunità da responsabili e protagonisti e ad avvicinare i coetanei nei luoghi dove studiano, lavorano e passano il tempo libero per interessarli e coinvolgerli in una riflessione o in iniziative di incontro con la Parola di Dio. Ai ragazzi e ai giovani deve guardare con rinnovato spirito di servizio e di speranza la nostra Chiesa, se vuole superare la crisi di sfiducia e di scarsa speranza che l’attanaglia e le impedisce di vedere i segni potenti di Dio, che operano nella storia di oggi a favore del suo popolo e dell’umanità intera.

Lo Spirito Santo agisce nel cuore del mondo e in quello di tante persone che si adoperano per amare gli altri, mostrando, con la gratuità del dono di sé, la forza della fede e del Vangelo.L’azione di molteplici realtà ed organismi impegnati nel sociale sta lì a dimostrarlo ogni giorno.Le crescenti situazioni di povertà, che colpiscono anche famiglie che fino a ieri stavano relativamente bene e si trovano ora senza lavoro o senza un adeguato sostegno per le loro necessità anche più quotidiane, interpellano la Chiesa, ma anche la società politica, il mondo del lavoro e dell’impresa per trovare insieme vie di giustizia e di solidarietà così da affrontare la crisi partendo da questi valori fondamentali.

Desidero ringraziare l’esercito di volontari che operano con generosità e frutto per aiutare persone e famiglie ad affrontare la difficile situazione che stanno subendo. Tra queste ne segnalo una particolarmente acuta: si tratta di quelle famiglie che a causadella carenza di lavoro, non riescono a pagare l’affitto e rischiano lo sfratto per morosità incolpevole.

Spesso sono famiglie che non vanno ai Centri di ascolto e non usufruiscono di altre fonti di sostegno. Ho chiesto per questo alla Caritas di promuovere una iniziativa straordinaria per farsi vicino a queste famiglie, comprenderne le reali difficoltà e aiutarle a trovare vie di una concreta soluzione del problema. A tale scopo sarà indetta una giornata diocesana di raccolta il cui ricavato sarà gestito parrocchia per parrocchia,come avvio di un accompagnamento che copra l’affitto o parte di esso,per circa sei mesi.

Le modalità concrete dell’iniziativa saranno comunicate dalla Caritas diocesana che assicurerà anche alle parrocchie il sostegno e una adeguata consulenza per la realizzazione di questa progettualità.

Aggiungo un appello agli Enti privati e pubblici,proprietari di appartamenti a venire incontro alle esigenze di queste famiglie commisurando l’affitto alle concrete possibilità di ciascuna. E’ un obbligo morale che ogni componente della nostra società si faccia carico per la sua parte, di un supplemento di impegno per affrontare insieme uno dei problemi piu’ spinosi che assilla migliaia di famiglie nella nostra città e territorio. Sono certo, tuttavia, che la fede in Cristo e i valori umani, culturali e sociali, di cui è intrisa la vita e la storia della nostra Città e del suo Territorio, sono una riserva aurea alla quale possiamo attingere per guardare al futuro con speranza e fiducia. Eleviamo dunque il nostro canto ricco di fede e di speranza”In Te

Domine speravi non confundar in aeternum”.In te speriamo Signore non saremo confusi in eterno.

+ Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino

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Fonte:

Arcidiocesi di Torino – Curia metropolitana

www.diocesi.torino.it

Ufficio Comunicazioni Sociali