Dipendenze da Internet, i “malati” raddoppiano

Torino – 10 aprile 2013 – Di seguito, si riporta un pezzo, pubblicato dalla newsletter  dello sportello di informazione sociale, della Provincia di Torino, la numero 26, del 10 aprile 2013, relativo al fenomeno delle dipendenze da Internet è in costante aumento anche nel nostro Paese. I ragazzi su Internet partecipano a giochi di ruolo, scaricano le serie tv americane, costruiscono video da caricare su YouTube. Attraverso i loro profili on line i ragazzi vivono una vita parallela, in cui non differenziano più il confine tra il mondo reale e quello virtuale…

Dipendenze da Internet, i “malati” raddoppiano

“Attraverso i loro profili on line i nostri ragazzi vivono una vita parallela” (02/04/2013)

internetdipendenzeMentre i ragazzi trovano su Internet qualsiasi tipo di intrattenimento – l’ultima moda è quella dello spotted dove, protetti dall’anonimato, scherzano su compagni e professori – contemporaneamente è utile analizzare la qualità della presenza sul web dei ragazzi. Se ne è parlato a Modena sabato 6 aprile, quando la città è diventata per un giorno capitale delle dipendenze da Internet grazie all’intervento di Alberto Rossetti, ospite dell’Associazione Noè. Al Centro Famiglia di Nazareth, infatti, l’esperto è stato protagonista degli incontri dal titolo “Genitori e figli, un incontro possibile?”, organizzato dal consultorio diocesano familiare.
Il fenomeno delle dipendenze da Internet è in costante aumento, come spiega lo stesso Rossetti: «Negli ultimi anni mi sono occupato in particolare della problematica delle dipendenze da Internet (Internet Related Psychopathology), attraverso la cura di alcuni ragazzi che presentano sintomi riconducibili a questa patologia e il sostegno a genitori che chiedono aiuto perché non riescono più a “staccare” il figlio dal monitor del computer. Il fenomeno delle dipendenze da Internet sta aumentando anche nel nostro Paese in concomitanza con la maggiore alfabetizzazione informatica (alcuni dati stimano che, nei Paesi occidentali, nell’ultimo anno gli accessi alla rete siano aumentati dell’82 per cento e che il numero di minuti passati in rete sia anch’esso aumentato del 120 per cento – Nielsen, Social Media Report 2012) e con il progressivo trasferimento di molte attività nel mondo virtuale. Questi dati non devono certo spingere verso una chiusura nei confronti di ciò che la rete può offrire ma devono imporre una riflessione sulle modalità con le quali stare nel virtuale e su come anche gli stili educativi debbano tenere conto della digitalizzazione della nostra società».
Che cosa fanno i nostri figli su Internet? ‘Partecipano a giochi di ruolo, scaricano le serie tv americane, costruiscono video da caricare su YouTube. Non si sentono mai soli. Perché dall’altra parte dello schermo c’è qualcuno.
«Attraverso i loro profili on line i nostri ragazzi vivono una vita parallela, in cui non differenziano più il confine tra il mondo reale e quello virtuale – spiega Alberto Rossetti, che è psicologo in prima linea allo sportello in via Leoncavallo, Torino Nord e collabora anche con il Gruppo Abele -. Diventano una cosa solo con il loro avatar. Fanno incontri sentimentali, conquistano nuovi mondi, provano emozioni e sensazioni vere».
Il percorso del consultorio è chiaro: «Si tratta di una proposta formativa, promossa da Noè e realizzata dal Consultorio Diocesano Familiare, tramite uno staff di psicologi-pedagogisti, rivolta ai genitori, ma che coinvolge anche i ragazzi, con l’obiettivo di far incontrare due mondi all’apparenza così distanti e opposti per offrire ai genitori la possibilità di entrare nel mondo degli adolescenti attraverso un percorso di consapevolezza che possa generare domande, riflessioni e confronto, con lo scopo non di dare risposte rigide e preconfezionate, ma di fornire strumenti interpretativi e comunicativi per far sì che ogni genitore possa trovare il proprio modo di stare insieme al ragazzo e di avere la possibilità di esserci, per sostenerlo e accompagnarlo nell’attraversata del diventare adulto».

Fonte: CUFRAD
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Fonte: Provincia di Torino, – Sportello di informazione  sociale – Newsletter n. 26 del 10 aprile 2013.

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