Governo Letta, la Provincia gattopardata

Santena – 1° maggio 2013 – «Governo Letta, la Provincia gattopardata.  A proposito dei tagli al 45 e al 45/ e ad altri servizi”: questo il titolo del contributo inviato oggi da Gino Anchisi.

Governo Letta, la Provincia gattopardata

A proposito dei tagli al 45 e al 45/ e ad altri servizi

Prima che le Province siano ritoccate qualcuno dovrà pur spiegare chi e come erogherà i servizi ai cittadini tramite questi enti di antichissima origine nati prima dei Comuni, ai tempi dei Romani e della prima Chiesa. Vogliono far credere che la Provincia è solo la somma dei Municipi, quando tutti sanno che è faccenda più intrigante. Servizi di dimensioni vaste, capaci di sollevare profondi interessi, richiedono che qualcuno di adeguati attributi li governi. Ma se chi li regola è incompetente saranno dolori. Bisogna decidere dunque dove si colloca la nuova Provincia convenzionata, tra Comune e Regione.

Governo_lettaIncapaci di capire quali siano le loro convenienze, gli ingenui cittadini non afferrano la profondità della questione. Intanto è stata soppressa la rappresentanza elettiva generale di un ente pubblico decentrato, in cui si regolano interessi che hanno una forte influenza sui livelli di vita di comunità viventi in aree che vanno oltre i confini comunali. Illusa della vicinanza e della prossimità l’opinione pubblica crede che l’essere cittadini si risolva nell’angusto limite dell’ombra dei campanili: se non drizzano le antenne, sudditi erano e servi della loro ignoranza istituzionale resteranno. Autorevoli organi di stampa da anni guidano l’attacco per conto di sostanziosi affaristi che nulla hanno a che fare con la democrazia, le istituzioni e con le liberalizzazioni. In ballo ci sono il governo e la gestione di succulenti servizi di pubblico interesse, che vorrebbero appannaggio di aziende private e pubbliche interessate ai loro affari, incuranti di quelli della comunità. I satrapi, se il sovrano (il popolo) non interviene, sfibreranno il corpo dello Stato morente, estraendone le viscere come avvoltoi. Poco importa che l’industria sia morente e l’agricoltura non stia bene, vogliono rifarsi sui servizi e sulla finanza. Privati e pubblici sono pronti ad avventarsi sulle spoglie di uno Stato di zelanti che non vogliono diventare cittadini. In ballo ci sono tariffe e cicli integrati per l’efficientamento energetico, la tutela ambientale, l’uso del territorio, l’occupazione, gli investimenti, l’istruzione/formazione, la mobilità delle merci e delle persone.

Laddove da sempre s’incontrano e amalgamano concreti interessi, un ente di governo di area vasta con organi di rappresentanza elettivi dà fastidio. Spogliate di risorse, inabilitate a esercitare i loro compiti e soprattutto a erogare servizi, le Province, in compagnia dei Comuni, sono sacrificate sull’altare del centralismo regionale e statale, in barba al decentramento responsabilizzante. Se questa non è politica, cos’è?

Gino Anchisi

Da Santena, la città di Camillo Cavour, 1° maggio 2013.

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