Santena, celebrazione giornata dell’unità nazionale e delle forze armate 2013

Santena – 3 novembre 2013 – Questa mattina la città ha celebrato la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAAutorità, associazioni e cittadini si sono ritrovati nel cortile della scuola elementare Camillo Cavour per l’alzabandiera. A seguire la sfilata per le vie cittadine, sino in chiesa parrocchiale. Dopo la funzione, celebrata dal parroco don Nino Olivero si è svolta la deposizione di una corona d’alloro e la benedizione della lapide, in onore ai santenesi caduti nelle guerre, impartita da don Mauro Grosso. A seguire il discorso del sindaco Ugo baldi.

Il sindaco Ugo Baldi ha iniziato così: «Vorrei fare un breve ragionamento. Non voglio essere lungo. Non voglio annoiarvi, ma sono trascorsi quasi cento anni dall’inizio della grande guerra: la guerra del 1915-1918.  Sono quasi cento anni e, ancora oggi, ne ricordiamo i caduti, ne celebriamo la vittoria ed esaltiamo le forze armate. La mia generazione, ma anche chi ha qualche anno più di me, siamo di fatto, una generazione di mezzo e siamo sicuramente l’ultima generazione che ha potuto ascoltare chi ha vissuto e combattuto direttamente nella grande guerra del 15-18. I nostri figli non avranno occasione di sentire raccontare questa guerra dalla voce diretta di chi era presente. Io ho avuto la fortuna di sentire raccontare chi ha vissuto la grande guerra».

Santena_2013nov03_002Il sindaco ha aggiunto: «Sono stati fatti infiniti discorsi sulla grande guerra e sul suo significato. Tanto è che, molte volte, si corre il rischio di essere retorici nel parlarne. Vi assicuro che, dovendo ragionare su cosa dire questa mattina, ho faticato. Non vorrei dire sempre le stesse cose. Si è parlato molto sul valore di quei soldati e su quello che accadde dopo la tragica battaglia di Caporetto che, nel giro di poche ore, travolse il destino di migliaia di soldati e di oltre un milione di civili. Però dopo quella Caporetto, dopo quella disfatta, l’esercito e il Paese ritrovarono, insieme, la forza e la volontà di resistere e di combattere sul Piave. E il Piave, nella nostra memoria, diventa quella linea di demarcazione, il fulcro, il simbolo della volontà di riscossa di tutto un popolo. Del popolo italiano. Sul Piave, fiume sacro per la Patria, quei ragazzi del 1899, crearono un’invalicabile barriera per la salvezza e la ricostruzione dell’Italia».

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Dunque, vedete, io ho avuto una fortuna; mio nonno materno era un ragazzo del 1899, era un bersagliere – ha detto il sindaco Ugo Baldi –. Da lui sentivo raccontare… Quel cappello da bersagliere me lo ricordo girare in casa. Questo signore era per me un simbolo, ma in realtà questo era mio nonno materno. Il mio nonno paterno era un carabiniere, ed è morto nel 1944, per una malattia contratta in guerra. E tutti i miei zii erano alpini. Quindi nella famiglia la rappresentanza delle forze armate c’è stata. Io ricordo mio nonno perché oggi ricordiamo questa grande guerra del 15-18. Ricordo questo ragazzo del 1899. Nella nostra memoria noi li pensiamo eroi, ma io vi assicuro che da lui non ho mai sentito raccontare di eroiche gesta, di giovani che volevano sfidare la morte, ma sempre e solo raccontare di sofferenze umanissime. Raccontare di paure, di voglia di tornare a casa, di freddi insopportabili e di un odio, profondo, che accumunava tutti. L’odio per la guerra e per la sua assurdità. Una guerra che è sempre figlia del desiderio di apparire di pochi, a  scapito della vita di molti».

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl sindaco ha proseguito così: «Lo scorso anno vi ho invitati a riflettere, se vi ricordate, sul significato delle parola Patria. Oggi mi piacerebbe che ragionassimo insieme sulla parola guerra e su quali sono i valori che, oggi, come sempre, ne determinano l’insorgere. Io credo che, più che valori, siamo ormai tutti consapevoli che si tratta – da sempre, da che mondo e mondo –sempre di interessi economici. L’obiettivo è sempre lo stesso, e oggi più che mai: consentire a qualcuno, pochi o tanti che siano, di vivere un po’ meglio a scapito di qualcun altro, che sarà costretto a vivere un po’ peggio. E riflettiamo anche sul significato attuale delle forze armate. In questo mondo globalizzato, nel quale la velocità di comunicazione ormai è aumentata di milioni di volte, rispetto al passato, rispetto ai tempi delle ultime grandi guerre. Io mi chiedo quanto ci vorrà ancora per trasformare realmente le forze armate in forze di tutela della pace tra i diversi Paesi? Quanto impiegherà ancora l’umanità per affrancarsi dalle guerre? E quando la smetteremo di impiegare importanti e vitali risorse economiche nell’acquisto di cacciabombardieri, per esempio? Pensate che il governo italiano, l’Italia ha stanziano, nel tempo, 17 miliardi di dollari, solo da dopo la riduzione del governo Monti. E’ una cifra pazzesca, con la quale si potrebbero erogare agli ottomila comuni italiani una cifra media di circa 2 milioni di euro ciascuno, per rimettere a posto strade, scuole. edifici pubblici…»

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUgo Baldi ha aggiunto: «Per quanto tempo ancora i poteri forti, che ci sono nel mondo, sfrutteranno i paradisi ideologici e religiosi per alimentare le guerre, qua e là per il pianeta? Io credo che pochi, all’inizio della guerra del 1915-1918, erano consapevoli della tragedia che avrebbe colpito il nostro popolo. Pensate: oltre 650mila caduti; 1,5 milioni di feriti; un’intera generazione di giovani falciata. Migliaia di lutti, di tante madri dei figli, infiniti sacrifici, sofferenze, distruzioni e devastazioni di ogni genere. Oggi, io credo, siamo più che mai convinti, tutti, che le guerre, tutte le guerre, sono da condannare e da evitare perché sono fonte di odio, di devastazioni, morali e materiali, inaudite. La pace va costruita e difesa e mantenuta quotidianamente, al di là dei trattati, soprattutto con il nostro comportamento che deve essere improntato a iniziative di solidarietà, di sincera collaborazione e di dialogo reciproco».

Santena_2013nov03_3Il sindaco Ugo Baldi ha chiuso così: «Quindi, guardando questa lapide io chiedo che ogni vostra azione sia degna della memoria dei nostri soldati, anche se non vorremmo più avere bisogno dei soldati. E ogni nostra azione sia improntata alla tolleranza reciproca, ovunque, all’accettazione dell’altro e delle sue diversità, senza preconcetti, in ogni luogo, a partire dal consiglio comunale. Difendiamo con i denti la libertà degli altri. Solo facendo così difenderemo la nostra libertà. Ogni anno deve essere l’anniversario della vittoria, ma della vittoria della pace sulla guerra. Grazie e buona festa a tutti».

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Audio integrale dell’intervento del sindaco Ugo Baldi: 

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