Le Parrocchie di Cambiano e Santena camminano insieme, i Comuni ancora no

Santena – 12 dicembre 2013 – Santena, Parrocchia-Comune 2 a 0. Le Parrocchie di Cambiano e Santena camminano insieme, i Comuni no. Ecco come Gino Anchisi argomenta questa tesi.

santena chiesa parrocchialeLa Chiesa locale si è messa in moto per creare qualcosa di nuovo che influenzerà il livello sociale e istituzionale dei nostri Comuni. Le due Parrocchie procedono sulla strada dell’accorpamento. Prima hanno associato i chierici, adesso puntano a integrare le comunità, iniziando dai mezzi di comunicazione: i due bollettini parrocchiali. La fusione significa trasmettere messaggi, indirizzi e linguaggi unitari che aiutino a formare un’opinione comune tra i cattolici. In casa la cautela è massima, anche tra i fedeli non è facile far passare l’idea che la dimensione della vita cristiana, in tempi di crisi e di riforma, deve guardare oltre i limiti del campanile. “Nessuna decisione è stata presa, se non quella di chiedere alle due comunità: cosa ne pensate se nascesse un notiziario capace di raccogliere la vita di entrambe le Parrocchie?” una lettera ai Cambianesi e Santenesi, Paolina nella sostanza, se non nella forma.

Dalla Chiesa viene un messaggio innovativo cui i pensanti, credenti e non credenti, che amano la giustizia dovrebbero guardare con interesse. Solo una comunità forte dello spirito conciliare può pensare di affrontare una sfida che supera secolari pregiudizi. Le due Parrocchie, rette da un unico parroco, don Nino Olivero, coadiuvato da don Martino Ferraris e don Mauro Grosso, cercano la strada per dare forma a una nuova comunità cristiana più adulta, più ampia, dove il localismo si misura con la globalizzazione (Evangelii Gaudium, 28). Un segno dei tempi in cui la Chiesa dimostra di essere capace di rinnovarsi, meglio e prima dello Stato. Uno Stato articolato in Comuni che non hanno il coraggio e la forza di puntare sulla integrazione dei loro uffici per riorganizzare i servizi che devono erogare ai cittadini e alle imprese. Comuni fermi nel pigro localismo e corporativismo, incapaci di rigovernare le loro strutture per rendere meno costosa, più efficace e più giusta la pubblica amministrazione, sono sorpassati da un’istituzione “vecchia” di duemila anni. Le due comunità cristiane dimostrano che un salto culturale nelle consuetudini è possibile perché poggiano sulle solide basi create cinquant’anni fa dal Concilio Vaticano II, oggi rinnovate da Papa Francesco, in cui si ritrova un numero crescente di fedeli e di cittadini. L’avvio non sarà facile, la crisi del sistema sociale è molto profonda, eppure camminare insieme non è difficile, basta volerlo. L’appello ai giovani è sintomatico, forse perché sono più sensibili ai valori. Il desiderio di avvicinare i destini dei Santenesi e dei Cambianesi è un’operazione affascinante, ma non è cosa per accidiosi.

Gino Anchisi

Da Santena, la città di Camillo Cavour, 12 dicembre 2013.

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