Quando il papà della sedicenne scopre la droga

Santena – 12 febbraio 2014 – Il papà della studentessa sedicenne, non santenese, si sente impotente: su internet, cerca riferimenti per capire. Sta pure leggendo un libro di Vittorino Andreoli “L’educazione (im)possibile- orientarsi in una società senza padri- ed. Rizzoli.  Mi prende da parte “Uno spinello non può far male. Non si deve esagerare. Mica tutti diventano tossicodipendenti”. Dice che solo alcuni, una minoranza diventano tossicodipendenti, altri saranno dipendenti, molti invece smettono perfino di fumare e rientrano nella norma.

Crescendo qualcuno ogni tanto sgarrerà, magari solo nel fine settimana, una volta al mese, tanto per avere lo sballo. Chi è capace di controllare le emozioni lenendo i dolori e le tensioni si salva. Non è solo questione di mafie, a cedere sono i valori portanti della società. Purtroppo la confusione e la disinformazione dominano in una società paurosa e superficiale.

spinelloGli chiedo quando la sostanza comincia a dare dipendenza. Risponde che uno spinello non farà male e forse neanche cento, ma se il “fumo” agisce nel metabolismo di un soggetto in età evolutiva, in un giovane in fase di sviluppo, può incidere pesantemente. Nella prima fase la strada è uguale a quella di chi fuma sigarette. Poi le vie si dividono. La maggioranza lascia perdere. Qualcuno invece prosegue e va troppo oltre. E’ una percentuale minima, tra tanti spinellatori giovanili pochissimi diventano tossicodipendenti. Solo i più deboli restano impigliati nella rete.

Ha scoperto che ormai in pochi consumano eroina in vena, solo i vecchi intorno ai quaranta. L’eroina oggi si fuma mischiata ad altro. Un modo per accorgersene è l’unto che lascia sulle dita e sulla carta argentata che viene usata per incendiarla. Oggi sono di moda la cocaina e suoi similari o mescolanze. Appena la prendi esalta, diventi frenetico, ossessivo, sopra le righe. Altro segno indicativo è l’incapacità di relazionarsi.

Il passaggio dallo spinello ad altro è breve. La roba la trovi facilmente. Spesso i primi rifornitori sono gli amici. Dopo un po’ viene voglia di provare nuovi gusti. Ci sono spinelli e spinelli, in alcuni si introducono sostanze diverse, con principi attivi più potenti che arrivano velocemente al cervello, sono quelli che influiscono sulla personalità dilatando i problemi psichici e psichiatrici di questi malati depressi. I ragazzi hanno barriere fragili, specialmente oggi che la crisi, ancor più grave del 2011, crea forti disagi di natura sociale. La tossicodipendenza è una malattia cronica recidivante, venirne fuori è molto difficile, perché le ricadute sono dietro l’angolo, appena una minima difficoltà si manifesta. Il papà è spaventato dalla penuria di autorevolezza, dall’individualismo spietato, dalla mancanza di comunione, dall’ineducazione, dalla solitudine sociale in cui brancolano i padri, le madri, i ragazzi, le famiglie.

Gino Anchisi

Da Santena, la città di Camillo Cavour, 12 febbraio 2014.

Sullo stesso argomento vedi precedenti articoli dell’11 e 15 gennaio.

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